Presentazione del volume di Vittorio Possenti
(Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2017, p. 166)
Non nuovo a contributi sui diritti umani, il prof. Vittorio Possenti ritorna su questo tema in una stagione segnata dal proliferare di «nuovi diritti» e, insieme, da una carenza di riflessione sul loro significato e sulla loro portata. Lo sviluppo del progetto dei diritti in senso radical-libertario, con il diritto prestato all’avallo di sentimenti e desideri, non poteva non interessare questo noto studioso di filosofia politica, che si inoltra su questo terreno con competenza e senso critico, procedendo oltre la retorica − politicamente assai efficace− che circonda oggi i diritti umani.
Il percorso proposto dall’Autore si snoda attraverso sei densi capitoli. Il tema dei diritti umani viene esplorato affrontando dapprima la questione della loro giustificazione (cap. 1), che richiede debite precisazioni in tema di diritto, di natura umana e di legge naturale, quale necessario cammino per elaborare e giustificare l’elenco dei diritti primari e un adeguato concetto di diritto naturale (cap. 2). Viene quindi proposta una sintetica ricognizione sulla secolarizzazione dei diritti umani (cap. 3) e sull’odierno fatale squilibrio in Occidente tra l’esplosione incontrollata dei diritti e l’elusione dei doveri, a motivo della liquefazione dell’idea stessa di dovere/obbligazione (cap. 4). Il percorso prosegue con uno sguardo sull’avvenire del progetto dei diritti, minato dall’influsso dell’ideologia radical-libertaria che, trasformando semplici pretese soggettive in diritti, alimenta inquietanti ricadute sul piano biopolitico (cap. 5); di qui l’esigenza di ripensare i fondamenti prepolitici della società, mettendo a tema le nozioni di natura umana, di persona, di diritto (cap. 6). Tre di questi capitoli vengono integrati da sviluppi su talune tematiche, rispettivamente finalizzate a precisare la normatività interna alla natura umana (cap. 2), a raffrontare la giustificazione dei diritti umani nelle differenti prospettive di Tommaso d’Aquino e di Kant (cap. 3) e, infine, a rivisitare la sentenza sulla fecondazione eterologa della Corte Costituzionale che, sulla base di un’ermeneutica libertaria, ha creato il «diritto al figlio» (cap. 5).
Come avverte l’Autore, alcuni capitoli del volume sono inediti, altri sono stati pubblicati in varie sedi, e qui rivisti per evitare ripetizioni inutili. In ogni caso, viene consegnato al lettore un contributo capace di fornire un’articolata e puntuale esplorazione sul tema dei diritti umani, non riducibili a meri diritti di libertà. Si tratta di una proposta quanto mai preziosa, visto che è in gioco una custodia basilare dell’umano, oggi a forte rischio di erosione.
Tra i notevoli spunti proposti dal prof. Possenti, taluni meritano una specifica sottolineatura. Va apprezzata, anzitutto, la preoccupazione di sollevare il problema della giustificazione dei diritti, oggi ritenuto un ingombro inutile o una questione insolubile. Come nota l’Autore, una giustificazione appare indispensabile, dal momento che vari presunti diritti dell’oggi sono solo delle pretese che si vestono da diritti in base al fatto che la scienza può soddisfarle. A questo scopo, di tutto rilievo riesce la ricognizione sulle due tradizioni di pensiero − quella illuminista e quella cristiana − che sono alla base dei diritti umani primari, nonché lo sguardo d’insieme sulle posizioni caratteristiche in ordine alla fondazione/non fondazione dei diritti e alla loro stessa esistenza. Possenti nota come i diritti umani possano essere difesi da varie prospettive filosofiche, ma non con lo stesso successo. La via da lui proposta sui diritti e doveri si appoggia sulla natura stessa dell’uomo e sulle sue inclinazioni fondamentali, e ambisce a essere propedeutica rispetto a quelle basate su convenzioni, contratti sociali e simili, storicamente più connotate.
L’approccio adottato consente all’Autore di sostenere che la filosofia implicita nei diritti umani è realista, non relativista, non storicista; che tali diritti non sono storici, anche se emergono storicamente alla conoscenza; che quelli in gioco sono anzitutto diritti morali, che con la positivizzazione divengono anche diritti positivi. Facendo perno sulle nozioni di natura umana e di persona, Possenti può denunciare come inquietante l’attuale riferimento quasi esclusivo ai diritti di libertà dell’adulto, cui s’accompagna non solo l’oblio dei doveri, ma anche l’estenuazione dei diritti dei deboli e dei senza voce, unitamente al silenzio sui diritti sociali (come nota l’Autore, tuttora i diritti sociali vengono sacrificati alle numerose forme di sfruttamento economico e liberistico, mentre in Occidente crescente peso prendono i diritti del singolo come tale).
Emerge in questo modo un secondo aspetto del volume di Possenti, che merita, a nostro avviso, una specifica sottolineatura: quello di rimarcare il ruolo della concezione politica, di matrice liberal-libertaria, che si esprime nel richiamo spesso indiscriminato ai diritti, senza esprimere afflati universalistici. È proprio questo indirizzo di fondo, proveniente dal cuore stesso del pensiero politico moderno, ad alimentare una grave restrizione libertaria sui diritti, ponendo come scopo della città politica la primazia della libertà sul bene comune. In effetti, non è difficile cogliere come nella torsione libertaria dei diritti (unitamente a un ricorso indiscriminato al principio di non discriminazione) s’innesti una nuova generazione di «diritti postmoderni», concernenti in larga parte l’ambito della vita e della generazione artificiale (con particolare riferimento all’eterologa), quello della cancellazione delle differenze (in specie della differenza sessuale) e il pareggiamento fra l’unione uomo-donna e quella tra persone dello stesso sesso. Molto opportunamente l’Autore segnala la pericolosità della posizione libertaria in rapporto alla crisi intellettuale che, specie in Occidente, colpisce il progetto dei diritti, apre all’impiego indiscriminato delle biotecnologie e rischia di mutare i fondamenti prepolitici della società.
Per quanto impegnativa, la lettura del volume riuscirà senz’altro proficua a quanti − in questa «età delle pretese» − intendano accostare in modo pensoso e aggiornato la questione dei diritti umani e, insieme, farsi promotori di quella «custodia dell’umano» che concerne l’intera umanità e che, per questo, riguarda tutti indistintamente.
Diritti umani
L’età delle pretese
Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2017, pp. 166
€ 16,00
© Bioetica News Torino, Aprile 2017 - Riproduzione Vietata