La pandemia di Covid-19 ci ha insegnato una cosa fondamentale: che il re è nudo. La salute è un diritto di tutti e un accesso universale alle cure è necessario è possibile. Ma come può declinarsi questa affermazione, tra l’altro garantita dall’articolo 32 della Costituzione Italiana (articolo chiamato in causa innumerevoli volte durante gli ultimi due anni, analizzato e interpretato in tutti i modi possibili e immaginabili), in un contesto dove il nesso economia e salute, diritto a quest’ultima e commercio sono fortemente e ineludibilmente connessi?
E, infine, il problema della ricerca scientifica, degli investimenti pubblici (?) e privati con la logica conseguenza del profitto devono continuare ad avere la loro solita fisionomia o devono mutare di fronte ad una situazione emergenziale quale è stata l’emergenza del coronavirus?
In questo interessante libro intervista, il dottor Silvio Garattini1, docente di Chemioterapia e Farmacologia, presidente e fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche IRCCS Mario Negri, ci mostra che una via alternativa è possibile e, aggiungeremmo noi, alquanto necessaria.
Alla domanda:
L’emergenza della pandemia Covid-19 ha messo a nudo una serie di questioni legate alla proprietà intellettuale in campo farmaceutico. Ha fatto emergere dei vuoti legislativi e la necessità di riforme. Ancora oggi, mentre queste parole vengono scritte, nel luglio – agosto 2021, diversi Paesi non hanno accesso ai vaccini e non è chiaro come riusciranno a ottenere le dosi necessarie per immunizzare i loro cittadini. Eppure è noto che fin quando non sarà vaccinata tutta la popolazione, o quasi, del mondo questa emergenza non verrà superata […] Possiamo dire che Covid -19 ha avuto il ruolo del bambino della favola che rivela che il re è nudo: ha mostrato una verità che non volevamo vedere? (p. 17).
A tale annoso quesito il dottor Garattini risponde:
Di certo Covid-19 ha posto in evidenza una questione molto importante, presente e dibattuta da anni nelle discussioni tra gli addetti del settore farmaceutico: quella dei brevetti. O meglio, ha fatto emergere con chiarezza il problema del monopolio nel settore e delle sue conseguenze in ambito di sanità e salute. E come brevetti e dispositivi di proprietà intellettuale abbiano un ruolo nel determinare e conservare questo monopolio.
Questa drammatica situazione potrebbe trasformarsi in un’opportunità da non trascurare. La pandemia, infatti, pur nella sua tragicità, ci dà oggi l’occasione di discutere della questione in termini molto più critici e urgenti che in passato, e di comprendere una volta per tutte che questo è un problema attuale, globale e che non è stato superato nel tempo, ma che anzi nel tempo ha portato a quelle condizioni che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Ha mostrato che quando un farmaco protetto da brevetto è necessario urgentemente in tutto il mondo, il fatto che non possa essere prodotto da più aziende crea un problema di accesso legato a una ridotta capacità di produzione, alla mancanza di dosi, al costo del farmaco stesso imposto dalle aziende proprietarie […] Se non vi fossero brevetti e profitti, tutti i paesi in situazioni di emergenza potrebbero avere a disposizione quanto è necessario (pp. 16 – 17).
E non essendo l’emergenza ancora giunta al termine, una tale tipologia di ragionamento deve essere tenuta in considerazione.
Sperimentazione sull’uomo, medicina delle catastrofi, allocazione delle risorse, medicina sociale: tante sono le tematiche di natura squisitamente bioetica affrontate in questo interessantissimo libro, che sicuramente aiuta a riflettere e a mettere in luce aspetti problematici circa il rapporto tra salute, società e mercato, particolarmente in un momento storico complesso e delicato come quello che stiamo attraversando.
Concludiamo questa breve recensione riportando ancora le parole dell’Autore: «È dunque evidente che vaccinare tutti, in tutto il mondo, il prima possibile, non è certo un atto di beneficienza ma di sano egoismo. O solo di buon senso (p. 19). E a ciò si può arrivare solo cambiando atteggiamento sui brevetti e sui dispositivi di protezione intellettuale, soprattutto ora, in un contesto di bioetica globale ove tutto è fortemente interconnesso e le frasi, tante volte ripetute negli ultimi due anni “nessuno si salva da solo” e “ne usciremo solo assieme” acquistano sempre maggior peso.
1 SILVIO GARATTINI è libero docente in Chemioterapia e Farmacologia. Fondatore nel 1961 e Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche – IRCCS Mario Negri, è stato membro di molte istituzioni di indirizzo e controllo delle politiche del farmaco e ha ricoperto numerose cariche anche a livello internazionale.
Tra i suoi libri recenti Il futuro della nostra salute, San Paolo 2021.
© Bioetica News Torino, Maggio 2022 - Riproduzione Vietata