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85 Febbraio 2022
Bioetica News Torino Verso un'ecologia integrale e dossier obbligo vaccinale Covid-19

Il Libro «Bioetica e Pandemia» di L. Palazzani



Una delle prime emergenze che il mondo scientifico ha dovuto affrontare è stata la distribuzione di risorse insufficienti, come i posti letto nelle terapie intensive, ventilatori, dispositivi di protezione, personale medico e altro ancora. In un mondo ideale, sostiene Laura Palazzani, docente di Filosofia del diritto all’Università di Roma e vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, ci sarebbero risorse disponibili per tutti, ma la realtà è ben diversa: non ci sono abbastanza strumenti per curare coloro che hanno bisogno e molte volte il personale sanitario si trova costretto a scegliere chi salvare e chi no.

Nel suo recente libro, edito da Scholé, osserva e analizza la bioetica in relazione al Covid-19. Raccoglie in modo puntuale i principali quesiti bioetici che sono sorti durante la pandemia, con uno sguardo attento a ciò che i comitati italiani e internazionali, Francia, Olanda, Germania, Inghilterra e molti altri hanno finora espresso. Palazzani espone le principali problematiche e considerazioni elaborate dai comitati, ponendo al centro della discussione temi quali libertà personale e quella collettiva, distribuzione delle risorse, dei vaccini, delle cure e l’importanza della ricerca per comprendere e debellare il virus.

I comitati bioetici si sono espressi sul diritto alla cura nell’emergenza ancora prima della pandemia, ammettendo anche che si tratta di una questione di non facile soluzione. Concordano nel ritenere su un piano teorico che la scelta dei pazienti ai quali destinare le risorse deve avvenire in modo equilibrato e razionale. Per l’Autrice, «l’importante è che la scelta sia ponderata e razionalmente giustificata». Inoltre, la politica e la sanità dovrebbero coordinarsi al meglio per ottenere un’equa distribuzione delle risorse, poiché «se le politiche sanitaria e sociale non sono sufficienti ed evidenziano criticità, i dilemmi di giustizia sanitaria tenderanno ad aumentare e intensificarsi». In concreto, sono state adottate alcune misure utili ad arginare in parte il problema delle poche risorse a disposizione: la creazione di nuove terapie intensive, l’acquisto di tecnologie, aree ospedaliere adibite a reparti Covid, il trasferimento di pazienti in altri ospedali e l’appello alla responsabilità collettiva.

I comitati bioetici si sono occupati anche dei risvolti sociali di questa pandemia, analizzando le due misure anti contagio più adottate: l’herd immunity, l’immunità di gregge, e il lockdown, le uniche soluzioni possibili, data la scarsa preparazione del sistema sanitario nell’approccio a questo nuovo virus. Entrambi i modelli concernono l’ambito della libertà personale, non intaccata (o quasi) nel caso dell’immunità di gregge, e azzerata nel caso del lockdown. Qui entra in gioco la difficile decisione di limitare, o addirittura annullare, la libertà del singolo per il bene della collettività; infatti, la bioetica si è a lungo interrogata se vi sia stato un metodo più adeguato di un altro, avendo come unica certezza l’importanza della salute degli individui, in quanto membri di una comunità.

«La riflessione bioetica nell’ambito della pandemia ci ha costretto a riflettere sul rapporto tra libertà e salute, non solo sul piano delle politiche pubbliche, ma anche sul piano personale». L’Autrice mette in luce il fatto che non sono stati compiuti sufficienti studi che potessero coinvolgere più discipline, da quelle prettamente scientifiche a quelle sociali, «per valutare le politiche di contenimento in termini di benefici e rischi»; quindi, al momento, non c’è una misura anti contagio più corretta rispetto ad un’altra.


Un altro tema esaminato dalla bioetica riguarda la sfera della ricerca e della sperimentazione di cure, di vaccini e la loro distribuzione su larga scala. Quando arriva il momento di pensare a una “gerarchia” dei beneficiari dei vaccini, bisogna tenere in considerazione molteplici parametri, e non uno solo, quale potrebbe essere l’età.

Secondo i principi bioetici, «ogni persona ha diritto a ricevere il vaccino a prescindere dalla condizione economico-sociale e dall’età, ma anche a prescindere dal sesso, dalla provenienza geografica e nazionalità, dalla etnia, dalla abilità o disabilità, dall’educazione, dal livello di cultura, dal credo religioso, dall’ideologia politica». A nessuno può essere negato l’accesso alle cure ma quando queste non bastano per tutti è inevitabile che venga data la priorità alle persone più fragili e vulnerabili. Non si può neppure presupporre, in tema di green pass, che tutti gli stati del mondo siano vaccinati in tempi uniformi, spiega Palazzani, per diversi motivi dall’approvvigionamento ai tempi della distribuzione, ad una maggiore o minore esitanza e rifiuto vaccinale. sarà necessaria una regolazione integrata che nasca da un dialogo internazionale che tenga in considerazione la diversità dei vaccini – durata , efficacia -, le varianti e ponga attenzione sulle possibili discriminazioni in scala globale.

L’ultimo capitolo è dedicato a ciò che la pandemia ci ha insegnato. Palazzani elenca e approfondisce alcune lezioni “fornite” dal virus, che dovrebbero aiutarci in futuro, in caso di nuove pandemie: è necessario dare la priorità alla ricerca, all’avanzamento delle strutture sanitarie, alla formazione del personale sanitario, ai sistemi di screening e tracciamento, all’informazione e all’educazione dei cittadini e, soprattutto, all’organizzazione e alla preparazione da parte del sistema sanitario e politico.

«È indispensabile eticamente […] predisporre un piano di prevenzione per il futuro e indagare, oltre che confrontare, le ragioni e le esperienze dell’impreparazione, a livelli e gradi diversi, di tutti i Paesi del mondo, per evitare, ad una eventuale prossima pandemia, di trovarci ancora impreparati», conclude l’Autrice.
 
 

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Laura Palazzani, Bioetica e Pandemia, Scholè, Brescia 2022, pp. 224

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