La perdita, la resilienza, la scoperta della propria identità. Ambientato nel 1944, Vermiglio, diretto da Maura Delpero, è un film che ha catturato l’attenzione alla Mostra del Cinema di Venezia grazie a una narrazione profonda e a una innegabile qualità visiva. Il film racconta le vicende di una famiglia nel remoto villaggio montano di Vermiglio, in Trentino. La Seconda Guerra Mondiale sembra lontana in un luogo così remoto, ma le sue conseguenze si fanno sentire profondamente nella vita quotidiana degli abitanti del paese, specialmente per le donne rimaste vedove e i bambini segnati dal conflitto.
Il cuore della storia ruota intorno a tre sorelle—Lucia, Ada e Flavia—e ai loro genitori, le cui vite vengono sconvolte dall’arrivo di Pietro, un soldato siciliano disertore. Vermiglio si distingue per il suo approccio estetico e formale. Le inquadrature fisse e il paesaggio montano fungono da metafora visiva della claustrofobia e dell’immobilità che la guerra ha imposto su queste vite. Delpero sceglie una narrazione che richiama lo stile di Ermanno Olmi, mescolando realismo umanistico con un’estetica contemplativa che esalta i temi della co-appartenenza e della spiritualità.
Con una fotografia ricca di dettagli sensoriali e dialoghi scarni ma intensi, il film esplora l’intreccio tra la fine della guerra e le difficoltà quotidiane che rimangono irrisolte, anche dopo il cessare delle ostilità. Un film che non cerca di dare risposte definitive, ma che invita lo spettatore a riflettere sulla fragilità e la forza dell’animo umano di fronte alla tragedia.
Delpero, già nota per il suo lavoro su Maternal (2019), mostra una maestria nel raccontare le storie delle donne e delle loro lotte personali, anche in questo contesto storico particolarmente difficile. Il cast, composto in parte da attori non professionisti provenienti dalla zona, contribuisce a creare un senso di autenticità e immersione, rendendo Vermiglio un’esperienza cinematografica profonda e viscerale.
Pellicola toccante e visivamente sorprendente, Vermiglio ha conquistato la critica per la sua capacità di affrontare temi complessi con delicatezza e profondità, offrendo uno sguardo autentico sulla vita di una comunità isolata, in un periodo di cambiamento epocale.
© Bioetica News Torino, Novembre 2024 - Riproduzione Vietata