Il regista Kornél Mudruczó torna alla ribalta – stavolta su piattaforma Netflix – proponendo al grande pubblico un dramma straziante e introspettivo con un’ammaliante Vanessa Kirby (già vista in Mission Impossible Fallout) da Oscar.
Presentato al Festival di Venezia 2020 tra il plauso generale di pubblico e critica, Pieces of a Woman dà il via alla nuova annata del cinema d’essaï americano, con la crudezza e la veemenza emotiva che lo contraddistinguono.
È la narrazione di una giovane coppia, Martha (Kirby) e Sean (uno straordinario e del tutto inedito Shia LaBeouf), in procinto di avere una bambina. Al momento del parto si trovano ad affrontare inaspettatamente una situazione di dolore e sofferenza: la morte improvvisa della loro figlia tanto desiderata e amata nel loro gesto d’amore.
Mudruczó pone in primo piano l’introspezione psicologica della giovane sposa Martha, le emozioni trattenute di una donna che si trova sull’orlo dell’abisso della depressione. La Kirby – tra l’altro al suo primo ruolo da protagonista – dà prova del suo indiscutibile talento cinematografico in una delle scene in piano sequenza più sconvolgenti durante la quale lo spettatore assiste al parto travagliato in casa di Martha, condividendone la paura, il dolore lacerante, la disperazione, dall’inizio all’esito drammatico.
Sostenuto dalla sceneggiatura sublime di Keta Weber, il film si snoda attraverso i complessi legami familiari che vanno progressivamente dissolversi, scoprendo ferite mai rimarginatesi e contrasti a lungo nascosti.
Menzione d’onore per la splendida Ellen Burstyn, nei panni dell’integerrima madre di Martha, che splende come al solito di luce propria.
In Pieces of a Woman porta con sé il trauma materno della perdita della propria bambina amata dalla coppia durante i nove mesi di gravidanza e la difficile rielaborazione del lutto. È un’opera articolata e ben strutturata che fa luce sulla complessità dell’esistenza umana. Dinanzi ai sentimenti di paura e desolazione del fallimento, dopo un passaggio lungo e faticoso di rielaborazione del lutto, che conduce all’accettazione del dolore ci si avvia a riprendere, con un bagaglio più pesante in esperienza, un cammino di vita aperto nuovamente alla speranza, al futuro.
© Bioetica News Torino, Gennaio 2021 - Riproduzione Vietata