Riuscire a restituire appieno la grazia e la potenza del dramma raccontato (e vissuto in prima persona) dalla scrittrice francese Annie Ernaux in uno dei romanzi più sconvolgenti e crudi degli anni 90, sarebbe stata un’impresa impossibile per qualunque regista. La talentuosa Audrey Diwan, invece, ha sorpreso anche i più scettici portando sul grande schermo – in modo estremamente efficace e vivido – il trauma dell’aborto nella Francia antiabortista degli anni 60.
L’Evénement (12 Settimane), trasposizione cinematografica dell’omonimo libro della Ernaux, è una straordinaria ricostruzione delle dodici settimane durante le quali la scrittrice cercò di abortire, volendo evitare a tutti i costi l’allontanamento dall’università e la rinuncia a una carriera lavorativa molto desiderata.
Il film cerca di riportare in vita i costumi, le controversie e le battaglie della Francia dell’epoca, sulla soglia della grande rivoluzione culturale che da lì a poco avrebbe imperversato in tutta Europa. È la storia di una battaglia privata, quella di una giovane donna contro medici reticenti (che arrivano persino a prescriverle iniezioni per rafforzare il feto) e amiche perbeniste troppo condizionate dai tabù del tempo.
Lasciata sola, tra paura e vergogna, la giovane Anne dovrà trovare lei stessa la forza di andare avanti.
Leone d’oro a Venezia 78, L’Evenement vanta una sceneggiatura essenziale ma di tutto rispetto – firmata dalla regista Diwan e da Marcia Romano – in grado di ritrarre con grande efficacia la sofferenza vissuta dalla protagonista, interpretata da una straordinaria Anamaria Vartolomei, in connessione profonda con il personaggio e spesso valorizzata con primissimi piani di grande potenza espressiva.
Un film da vedere e rivedere, anche solo per l’attualità – e la poliedricità – del tema trattato, che ancora divide prepotentemente l’opinione pubblica.
© Bioetica News Torino, Settembre 2021 - Riproduzione Vietata
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