Le Nostre Battaglie: Vivere o sopravvivere nel mondo moderno?
Una storia sul sacrificio, sulla solitudine, sulla fragilità familiare, ma anche sulla speranza, sul coraggio, sulla forza dell’amore.
Presentato come evento speciale nella sezione collaterale della Semaine de la Critique al Festival di Cannes 2018, Le nostre battaglie*, ultima fatica del promettente regista belga Guillaume Senez (che torna vincitore al Torino Film Festival, dove già nel 2015 aveva conquistato pubblico e critica con la pellicola d’esordio Keeper), è un film squisitamente francese, intimista ed elegante, una riflessione di ammirabile delicatezza, cruda ma non disfattista, sulla condizione umana e sul senso di frustrazione e smarrimento tipici di una realtà per molti versi agghiacciante, dove precarietà, emarginazione e sfruttamento regnano sovrani.
Francia, giorni nostri. Olivier (un impeccabile Romain Duris) è un marito e padre di famiglia costantemente alle prese con le nefandezze del mondo del lavoro. È impegnato tutto il giorno in un magazzino di smistamento merci, pressato da ritmi improponibili che gli rendono impossibile stare vicino alla sua famiglia. Improvvisamente però la sua vita subisce un drastico e sconvolgente mutamento: la moglie, stanca delle sue continue assenze, abbandona lui e i suoi figli, senza preavviso e senza lasciare spiegazioni, lasciando Olivier da solo a dover gestire sia il lavoro che la vita domestica. L’abbandono della moglie è un duro colpo per Olivier e in suo aiuto accorrono la madre e la sorella con le quali cercherà di ritrovare l’equilibrio perduto, arrivando infine a comprendere il gesto della moglie e a rinsaldare il rapporto coi figli.
Il film presenta un impietoso e scoraggiante squarcio della realtà contemporanea, contesa tra una freneticità fagocitante quanto disumanizzante e il vano tentativo dei lavoratori di conservare la propria dignità in una strenua lotta contro le potenti organizzazioni (le cose non sono poi così cambiate da quando a raccontarle fu Charlie Chaplin nel tragicomico Tempi Moderni, ed era il lontano 1936).
Alle battaglie lavorative si uniscono quelle familiari, ancor più complesse e delicate: dalle pressanti responsabilità verso i bambini, comprensibilmente sconvolti e disorientati nel ritrovarsi a vivere con un solo genitore, alla profonda angoscia di scoprirsi soli a combattere contro un mondo spietato e ostile. Non a caso, è proprio nella vita racchiusa tra le mura domestiche che si concentra lo sguardo critico di Senez, allo scopo di cogliere appieno la confusione esistenziale degli adulti dell’era 2.0, derubati dell’amata ma ormai lontana spensieratezza della gioventù e fondamentalmente impotenti di fronte a un mondo che vuol decidere per loro, precludendo ogni concreta chance di cambiamento.
Le nostre battaglie intende denunciare questo sistema crudele mantenendo uno stile asciutto e un tono colloquiale ben lontano da banali atteggiamenti commiserativi, evitando qualsiasi sbilanciamento tra le parti ma limitandosi a fornire un’analisi severa e oggettiva sulle cui basi sarà lo stesso spettatore e trarre le somme.
Nota di merito, infine, all’interpretazione di Romain Duris, che dimostra di sapersi cimentare con eguale abilità sia in ruoli comici che drammatici, mostrandoci un protagonista provato da emozioni contrastanti, non privo di debolezze ma dalla grande forza d’animo. Lo stesso Senez così si esprime riguardo all’attore:
Unica nota dolente: una fotografia un po’ scialba che non riesce a sostenere degnamente la forte emotività del film.
Note
* Le nostre battaglie di Guillaume Senez, a colori, 98’, Belgio – Francia 2018.
Sceneggiatura di Guillaume Senez, Raphaëlle Desplechin-Valbrune; produzione di Iota Production e Les Films Pelléas, coprodotto con Savage Film e Auvergne Rhône-Alpes Cinema, RTBF. Distribuito da Parthénos nelle sale italiane dal 7 febbraio 2019
© Bioetica News Torino, Marzo 2019 - Riproduzione Vietata