L’icona intramontabile del cinema italiano Sophia Loren torna in grande stile, stavolta sul piccolo schermo, diretta dal figlio Alberto Ponti nella trasposizione su pellicola del romanzo La Vita Davanti a Sé del francese Romain Gary.
Pur mantenendo la trama del libro, il film prende le distanze dall’ambientazione parigina degli anni Settanta per calarsi nell’atmosfera della Bari contemporanea, di cui ne abbraccia contraddizioni e contrasti rimasti immutati nel tempo. La storia è quella dell’anziana Madame Rosa, un’ex prostituta sopravvissuta ad Auschwitz che ha deciso di dedicare gli anni della vecchiaia ad accudire nel suo appartamento bambini in difficoltà e figli di altre prostitute che non possono o non vogliono occuparsene. Tra loro c’è anche Momo, un dodicenne senegalese, che per guadagnarsi da vivere ruba e spaccia. Sebbene i due siano estremamente diversi per età, etnia e religione, stringeranno una forte e inaspettata amicizia.
Il regista Edoardo Ponti pone tematiche importanti di attualità quali l’integrazione e la tolleranza senza però riuscire a scandagliarne a fondo le diverse sfumature e rischiando spesso di cadere nel melodramma fine a se stesso. La narrazione frettolosa riesce solo ad accarezzare drammi sociali attualissimi sminuendone la pregnanza. D’altronde, come si potrebbe in una sola ora e mezza raccontare in modo soddisfacente una realtà tanto complessa e variegata, comune all’Italia e al mondo intero?
La regia è impeccabile nella tecnica ma tristemente anonima e priva di estro creativo. Nell’evitare sbavature e imprecisioni dimentica il cuore dell’atto registico: la passione, il coinvolgimento emotivo.
A tale freddezza fa da contraltare l’appassionata recitazione degli attori. Supera la prova a pieni voti il giovane Ibrahima Gueye nei panni di Momo, la cui veemenza interpretativa colpisce come una frusta lo spettatore. Sbalordisce che sia soltanto al suo debutto cinematografico.
La Loren, i cui 84 anni non sembrano essere un intralcio al proseguimento di una carriera splendente, conferma il suo status di star internazionale regalandoci un’altra (e, si spera, non l’ultima) interpretazione impeccabile ed estremamente struggente che le ha assicurato una nomination ai prossimi Academy Awards. Sarà un Oscar bis dopo La Ciociara?
© Bioetica News Torino, Novembre 2020 - Riproduzione Vietata