L’8 marzo, giornata rappresentativa per tutte le donne, è uscito su Prime Video l’ultimo, appassionato documentario diretto da Bruno Oliviero, “Cattività”, interpretato dalle attrici recluse nel reparto di Alta Sicurezza della Casa di Reclusione di Vigevano.
Il documentario esplora, con una incredibile ricchezza di particolari, il percorso di emancipazione compiuto dalle detenute in quattro anni di corso teatrale. In questo, è importante riconoscere il ruolo chiave di Mimmo Sorrentino, regista, drammaturgo e teorico del teatro partecipato, nell’ambito del progetto “Educarsi alla libertà”.
Il film è un racconto spontaneo che narra le difficoltà del reinserimento in società di queste donne di mafia, ‘ndrangheta e camorra che, con l’ausilio di Sorrentino, ripercorrono la loro infanzia e gli atti criminali a cui hanno assistito. La maggior parte di loro ha terminato di scontare la propria condanna e oggi ha ritrovato un posto in società.
«La regia – sottolinea Bruno Oliviero – è il risultato della scelta di filmare nella loro interezza le ‘giornate particolari’ che queste donne hanno vissuto ogni volta che sono uscite dal carcere. Non solo gli spettacoli quindi, ma ciò che accade sui loro volti nelle pause, negli interstizi delle incombenze carcerarie, nei momenti di incontro tra le loro storie e il pubblico. Nei loro occhi abbiamo colto il processo di cambiamento che stavano vivendo: il dolore prima della gioia. La costruzione e l’accettazione di una della loro intrinseca bellezza, il desiderio di una vita altra e migliore generava in loro dubbi, paura, pietà e infine amore – ha aggiunto Oliviero – una condizione comune a tutti noi, di fronte al passato che non ci lascia evolvere e al futuro che ci sembra faticoso. Le protagoniste di Cattività urlano un doloroso inno alla gioia del cambiamento».
Con grande abilità, Oliviero segue ogni prova, laboratorio e messa in scena all’università statale di Milano, alla scuola di teatro Paolo Grassi, al teatro Palladium a Roma, alla Primavera dei Teatri a Castrovillari. Ciò che emerge sono figure femminili provate dal passato tormentato ma protese con tutte le loro forze verso un futuro più sereno, una pace troppo a lungo agognata.
Il film è stato riconosciuto di interesse culturale, ed è stato realizzato con il contributo economico del MIBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione generale cinema, con il contributo di: Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e con il patrocinio del Ministero della Giustizia e del MIBACT.
Significative sono state le parole del professor Nando Dalla Chiesa, uno dei testimoni chiave del film e tra i maggiori esperti di criminalità organizzata al mondo, «il valore di questo progetto è incalcolabile perché queste donne, anche se non denunciano, non tradiscono, possono diventare un fatto esemplare per il Paese».
© Bioetica News Torino, Aprile 2021 - Riproduzione Vietata