La nuova fatica cinematografica di quel genio di James Cameron, Avatar 2, è uscito ormai da diverso tempo al cinema ma ha fatto a lungo discutere il popolo del web sia online che offline. Fondmentale il pubblico si è diviso in due parti: chi ha adorato il film giudicandolo un vero capolavoro e chi ne è rimasto profodamente deluso.
In effetti, c’è poco (o niente) di diverso dal primo Avatar che approdò sul grande schermo nell’ormai lontano 2009. Dispiace dirlo, ma se non si contano gli effetti speciali mozzafiato e l’abile regia di Cameron, del film rimane ben poco. Nel cuore e sullo schermo.
Ma qual è la trama del film? Nel lontano mondo Pandora, Jake Sully (Sam Worthington) è diventato ormai parte della tribù indigena, crescendo una famiglia con Neytiri (Zoe Saldana) e perdendo la sua pelle umana per abitare il suo avatar alieno. Quando il popolo della Terra giunge in cerca di un combattimento, i Sully sono costretti a fuggire in arcipelaghi lontani dove dimorano le tribù dell’acqua. Qui, devono abbandonare il loro stile di vita che abbraccia gli alberi e imparare i modi della gente della barriera corallina.
Un film goffo, privo di senso dell’umorismo e guidato dalla tecnologia, questo tanto atteso sequel di uno dei film di maggior incasso di tutti i tempi replica i difetti del suo predecessore, rivelandosi un blockbuster fantasy svogliatamente sceneggiato e privo di spunti riflessivi. Il 3D rende solo più evidente il grande lavoro dei progettisti e dei tecnici ma, alla fine, vien più da dire “che begli effetti visivi” piuttosto che “che bel film”. Resta da vedere se le cose miglioreranno nei film successivi (altri due sequel sono già in corso).
© Bioetica News Torino, Febbraio 2023 - Riproduzione Vietata