Ucraina. “I diritti delle donne non cessano di esistere quando le guerre iniziano”
04 Maggio 2022Dalla capitale ucraina, Kiev, risuona con fermezza e determinazione la promessa di non lasciare nessun atto documentato senza un processo nel discorso di Pramila Patten, rappresentante speciale sulla violenza sessuale della Segreteria generale – Nazioni Unite ai giornalisti tenutosi martedì 3 maggio. Farà da tramite nel comunicare la sofferenza vissuta dalle donne in guerra e di coloro sopravvissute alla violenza sessuale dinanzi al Consiglio di sicurezza e dei diritti umani delle Nazioni Unite e alla comunità diplomatica e quanti si prenderanno la responsabilità di agire.
Al suo fianco c’era il vice primo ministro ucraino Olha Stefanishyna con delega all’integrazione europea ed euro-atlantica, che ha definito la violenza sessuale come «uno dei tipi di crimini più silenti» per la difficoltà di trasporla in numeri esatti, con il cui governo ha firmato un accordo di cooperazione per il sostegno a progetti e interventi prioritari di prevenzione e deterrenza nel campo giuridico e di responsabilità. Tra i punti servizi disponibili per le persone sopravvissute in ambito sanitario sulla salute sessuale e riproduttiva, specialistici sulla salute mentale, assistenza legale e sostegni socioeconomici; programmi di prevenzione, protezione; prevenzione dal traffico di donne per sfruttamento o prostituzione associato alla guerra con misure di contrasto, prima che da una crisi umanitaria si passi anche ad una crisi per il traffico di esseri umani. La gestione di contrasto a questo orripilante traffico riguarda donne e bambini civili sia sfollati nel loro paese sia arrivati ai paesi confinanti dopo un viaggio pericoloso sotto continui bombardamenti.
Degli spazi appositi saranno allestiti per dare sostegno sanitario, psicologico e altro di cui hanno bisogno quando entreranno per segnalare casi di violenza sessuale, senza essere sottoposti a interviste per non arrecare ulteriori traumi a quelli inferti.
Una sola violenza sessuale non può essere giustificata o condonata per l’esistenza di una guerra o di un conflitto in corso. Anche in guerra vi sono dei limiti ed essa è fra questi, in tutte le sue manifestazioni, riconosciuta nel diritto internazionale umanitario, in quanto «sconfina ogni condotta umana accettabile persino nel mezzo di una guerra. Questi limiti sono stati accordati sul piano internazionale e devono pertanto essere essere universalmente rispettati», ha dichiarato Patten con alle spalle un mandato di una decina di anni. Si tratta, ha spiegato, di un elemento di disturbo nel negoziare una pace duratura e pertanto da entrambe le parti va riconosciuto come crimine e come tale punito.
La collaborazione iniziata con volontari e servizi medici aiuta a raccogliere materiale di documentazione. Dall’incontro con il procuratore generale dell’Ucraina la rappresentante dell’ufficio delle Nazioni unite Patten ha rivelato che vi sono solide evidenze forensi per i casi di stupro prima dell’uccisione. La questione sull’impunibilità dei reati sessuali è spinosa, si cerca con ogni sforzo di portare al processo i colpevoli. Da organizzazioni non governative in Ucraina emerge purtroppo il rapporto della difficile individuazione dei colpevoli. Da una organizzazione, rivela Patten, si è saputo di casi che non si sono potuti identificare perché i “criminali” indossavano una maschera.
Le immagini di corpi civili ritrovati in una fossa comune a Bucha diffuse in tutto il mondo hanno suscitato sdegno e scalpore per le atrocità commesse, e nei dintorni, dove sono rinvenuti corpi abbandonati in strada, interrati o coperti da mucchi di detriti o coperte, su cui è stata inferta violenza prima della loro crudele uccisione, hanno di improvviso aperto uno squarcio profondo sulla mostruosità del male della guerra, nella sua potenza devastatrice arrivata fino a voler appropriarsi dell’altro, suo simile, per calpestarlo, oltraggiarlo e privarlo della sua dignità, dimenticandosi che la vita di ogni essere umano è dono di Dio ed è sacra e che quell’obbrobrio è stato compiuto su stesso.