Homo Stupidus Stupidus. L’agonia di una civiltà

Incontro di formazione con Vittorino Andreoli nel Corso Specialistico di Bioetica Avanzata

18 novembre 2023

Io sono convinto che bisogna spostare l’attenzione dall’uomo piccolo all’Uomo maiuscolo, cioè alla comunità. Per questo credo che il minimalismo esistenziale sia un’espressione della civiltà che muore, poiché mette in risalto l’attenzione verso il singolo, ignorando l’umanesimo, l’insieme degli uomini. Il singolo non è ancora umano e lo può diventare soltanto unendosi e relazionandosi con l’altro.

V. Andreoli, Homo stupidus stupidus. L’agonia di una civiltà, Rizzoli, Milano 2018 p. 249

Sabato 18 novembre u.s., presso l’Aula Magna della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione parallela di Torino, si è tenuto il secondo incontro del Corso Specialistico di Bioetica Avanzata, giunto alla XV edizione avente come file rouge il tema “Dagli albori della civiltà al metaverso. L’avventura umana alla luce della bioetica”. Relatore dell’incontro, che ha visto una nutritissima partecipazione sia in presenza sia da remoto, è stato il noto psichiatra e saggista Vittorino Andreoli, figura di spicco in ambito medico e culturale, attento analista dei quella figura complessa chè è l’uomo, il quale, dalle sue parole non può essere analizzato e studiato solo secondo una prospettiva riduzionistica e generalista, bensì adottando una visione olistica, quasi gestaltica, dove il tutto, l’umano risulta essere superiore alla somma delle parti, dove questo intero si muove verso un’eccedenza (che Andreoli, in opere successive, andrà ad individuare, senza mai esaurire in essa, nella plasticità neurale).

Il titolo dell’incontro prende ispirazione del titolo del fortunato volume pubblicato dallo stesso nel 2018, Homo Stupidus Stupidus. L’agonia di una civiltà, intorno al canovaccio del quale si è svolta la mattinata, distinta in due parti. Durante la prima, la lectio magistralis del professore ha incantato gli astanti, portando tutti a conoscenza che v’è una differenza fondamentale tra ciò che noi intendiamo con il termine società e il concetto stesso di civiltà. Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un sistema dato, temporale, più o meno strutturato da leggi e consuetudini (la dimensione storica, in poche parole). Quando si parla invece di civiltà, ci si rivolge, secondo Andreoli, ad una dimensione che trascende la stessa società in un momento dato. Qui non si può parlare più di leggi e/o regole, bensì di principi etici, ossia quadri di riferimento vincolanti che devono regolamentare il vissuto umano (diritto alla vita, alla coesistenza, alla relazione ecc.).

Da grande uomo di scienza, Andreoli propone un esame chirurgico di quelli che sono i mali che attanagliano l’uomo moderno (dal suo fraintendimento del concetto di lotta per la sopravvivenza che non si baserebbe più sullìimpulso e sull’istinto – realtà umane e biologiche – piuttosto che sul desiderio, oppure dalla sua preponderante ostinazione nell’utilizzo della tecnica, cosa che non lo porta più a pensare quindi anche ad evolversi e, infine, alla confusione che l’uomo fa tra violenza e distruttività, dove la seconda, a differenza della prima che ha sempre uno scopo, diventa forza tanatologica senza obiettivo alcuno). Da qui, l’homo sapiens sapiens si involve in Homo Stupidus Stupidus, ossia ente che di fronte al nuovo non sa più come rispondere e atteggiarsi, ma assume un atteggiamento di stupore ma non inteso come avviene nel concetto greco dello thaumazein, dello “stupore – meraviglia”, bensì dello stordimento e del rifiuto a cercare un senso di fronte a tutto ciò che gli accade.

dsc6437-copia — Aula magna della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale

La seconda parte della mattinata ha visto un vivace, interessante e altrettanto formativo in cui la platea ha potuto interloquire con il relatore, in un dibattito guidato dal moderatore dott. Enrico Larghero.

Di seguito una fotogallery con i momenti più significativi della giornata.