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79 Maggio - Giugno 2021
Speciale Giovani e sport Dalla cura del corpo alla sua esaltazione

Giovani e sport: dalla cura del corpo alla sua esaltazione. Intervista a Clara Di Mezza

Non è solo il campione dello stadio ma l’uomo nella completezza della sua persona
che deve diventare un modello per milioni di giovani,
i quali hanno bisogno di leader e non di idoli

Papa Giovanni Paolo II, Discorso di inaugurazione dello Stadio Olimpico di Roma, 31 maggio 1995

Clara Di Mezza luglio 2020
Intervistata Clara Di Mezza

Teologa morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – sezione parallela di Torino. Direttrice del Corso di aggiornamento per Insegnanti di Religione Cattolica


La pedagogia dell’educazione costituisce uno dei capisaldi della nostra società. Da alcuni anni la Prof.ssa Clara Di Mezza, teologa morale e docente di Religione, è la responsabile di interessanti Corsi di formazione e aggiornamento rivolti agli insegnanti. Approfondiamo con lei  quello  di bioetica che il Centro Cattolico di Bioetica dell’Arcidiocesi di Torino organizza da alcuni anni con la collaborazione dell’Ufficio Diocesano Scuola e dell’Uciim Piemonte.

D. Quest’anno a quale argomento è stato dedicato il Corso?

R. I docenti di Religione della diocesi torinese hanno aderito anche quest’anno numerosi al nuovo corso di aggiornamento; ormai è divenuta un’abitudine consolidata darsi appuntamento in primavera per riflettere e confrontarsi su problematiche etiche e bioetiche di grande attualità, e tra queste  vi è l’etica dello sport, quale impegno a tutelare e a promuovere i valori dello sport in generale, combattendone i rischi e le degenerazioni.

D. Quale la mission dell’iniziativa di quest’anno?

R. È stato offrire ai docenti gli strumenti necessari per cogliere, interpretare e valutare le diverse modalità con cui i ragazzi e i giovani di oggi si rapportano con lo sport, e in generale con il movimento del corpo, quale mezzo di cura e di benessere. Sono soddisfatta della buona riuscita del Corso, che ha ricevuto molte critiche positive e apprezzamenti da parte dei docenti partecipanti, in quanto al di là della tipologia di scuola in cui questi svolgono l’attività lavorativa e l’età degli allievi, essi stessi sono il più delle volte genitori bisognosi di sostegno e di riflessione su questioni riguardanti la vita e l’educazione dei propri figli.

D. Perché, tra le molteplici tematiche, la scelta è caduta sullo sport?

R. Poche altre attività umane possono vantare una ricchezza di contenuti come quella sportiva. Basti pensare alla dimensione della creatività, al richiamo ai grandi valori della vita, quali il coraggio, la solidarietà e le virtù morali. Lo sport, inoltre, genera entusiasmo, gioia di vivere e spinge alla costruzione di sinceri rapporti d’amicizia vissuta prima di tutto nel rispetto dell’altro.

Un’attività sportiva svolta correttamente, mantenuta entro giusti limiti e in una corretta scala di valori, è, insomma, ricca di vantaggi personali e sociali. Se, però, dall’attività sportiva l’attenzione si sposta in generale al mondo dello sport, emerge una realtà complessa e problematica, che va coltivando in sé pericolose e incontenibili tendenze che ne inquinano il valore. Come molte attività umane, lo sport è poliforme e ambivalente. Dal punto di vista etico, così come è errato idealizzare lo sport, facendone quasi una sorta di religione laica, è anche errato demonizzarlo per le deviazioni a cui è talvolta esposto.

Compito prioritario dell’etica sportiva, quindi, è impegnarsi a portare a livello di coscienza lo spessore umano e spirituale che lo sport contiene per favorirne la realizzazione.

D. Come è stato strutturato il Corso?

R. Gli incontri sono stati quattro, di due ore e mezza ciascuno: la prima lezione introduttiva, dal taglio più teorico ed etico, Lo sport realtà valoriale dell’uomo, è stata trattata dal teologo morale Mario Rossino e dal medico chirurgo e direttore scientifico del Master in Bioetica Enrico Larghero. Gli altri tre incontri, più specifici, hanno riguardato: I rischi dello sport  con  il professor Piero Paccotti medico internista, ricercatore e docente all’Università degli Studi di Torino che ne ha presentato diversi aspetti,  la connotazione mediatica e commerciale negative, l’esasperazione dell’agonismo, l’annullamento dell’aspetto ludico, il doping,  le nuove frontiere del potenziamento;  Giovani e sport estremi in cui ancora Paccotti ne ha analizzato i pericoli, la sfida di sé alla ricerca di forti emozioni e altre questioni. Infine,  il professor Giorgio Griseri, preparatore atletico e formatore dei docenti di sostegno ha posto l’attenzione su La disabilità nello sport. L’educazione sportiva nella scuola di oggi.

D. Sacrificato in tempo di pandemia, se ne parla in un recente volume Credere nello sport del Cardinale Tarcisio Bertone…

R. Sì, non solo un’opera letteraria, ma un vero “manifesto” in nome della passione per la pratica sportiva, intesa come connubio tra l’attività agonistica e il suo patrimonio valoriale. La pratica dello sport secondo il Cardinale richiede, infatti, un allenamento non solo fisico e atletico, bensì anche di valori e di virtù umane e cristiane. Lo sport è un vasto campo in cui le radici del messaggio cristiano sono in continua fioritura e dove la gente può esprimere la parte migliore di sé.

D. Concludendo, quali sono i valori a cui deve mirare una pratica sportiva?

R. Lo sport, come ho detto prima, è gioco, festa, espressione di libertà.

Come tale va valorizzato e oggi forse riscattato dagli eccessi del tecnicismo e della professionalità, mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di fratellanza, di favorire il dialogo e l’apertura degli uni verso gli altri come espressione della ricchezza dell’essere ben più valida e apprezzabile dell’avere e quindi ben al di sopra delle dure leggi della produzione e del consumo e di ogni altra considerazione puramente utilitaristica ed edonistica della vita.

La pratica sportiva è, infatti, un coefficiente di sicura efficacia nei processi di affermazione del sé, e la giusta valorizzazione della propria corporeità favorisce un equilibrato rapporto con se stessi al di là di ogni narcisismo.

© Bioetica News Torino, Giugno 2021 - Riproduzione Vietata