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Giornata Mondiale della Salute: più accesso in equità, per un mondo più sano e la rilevanza dei determinanti sociali Iniquità accentuate dal Covid-19 e su come affrontarle è il tema del convegno dell'Oms di oggi 14-15.30 per la Giornata Mondiale della Salute

07 Aprile 2021

L’impegno a costruire un mondo più giusto e sano è il motto della giornata mondiale della Salute che si celebra oggi. La diffusione virale del Sars-CoV-2 ha messo a dura prova le popolazioni non solo sul fronte sanitario ma anche in altri settori come quello economico, scolastico, lavorativo, abitativo e fatto emergere, accentuando, i bisogni e le difficoltà delle persone che si trovano già in situazioni di particolari fragilità e vulnerabilità nella società e nei paesi in via di sviluppo. Al primo di aprile i decessi a causa del Covid-19 superano i 2.8 milioni e più di 130 milioni hanno contratto il virus lasciando in molte persone un impatto sulla salute per un lungo periodo. Il Covid-19 ha inciso gravemente in ambito sanitario sospendendo parzialmente o del tutto molti servizi e sulla salute mentale mentre per l’impatto sociale ha investito il mondo del lavoro, le realtà più povere ed escluse, indigenti e migranti.

Secondo la letteratura scientifica i determinanti sociali della salute sono strumenti utili per individuare le cause che contribuiscono a creare disuguaglianze nell’assistenza e nella cura sanitaria nei e tra i paesi e su cui i governi possono intervenire con azioni concrete. Riguardano fattori sociali, sanitari, ambientali ed economici e secondo alcuni studi sono responsabili tra il 30 e il 55% degli esiti della salute umana. Secondo il loro sviluppo possono influire positivamente o negativamente sulla salute in termini di parità di accesso; si tratta ad esempio delle condizioni di vita lavorativa, dello sviluppo infantile, dell’istruzione, del reddito e del sistema di protezione socio assistenziale, del rischio di sicurezza alimentare, dell’accesso a servizi sanitari disponibili essenziali, inclusione e non-discriminazione sociale.

Un esempio di iniquità tra paesi, riportato in It’s time to build a fairer and healthier world for everyone, everywhere (Oms WHD 2021) è visibile nell’aspettativa di vita: un bambino nato in Lesotho può vivere fino all’età di 51 anni confrontando un altro nato in Giappone, paese in cui la sua aspettativa di vita è di 84 anni. Sotto ai cinque anni la mortalità infantile è superiore di 8 volte in Africa rispetto all’Europa e nei paesi in via di sviluppo arriva al 99% delle morti materne nel mondo. Una differenza che si rispecchia anche all’interno dei paesi: i bambini delle famiglie più povere hanno una probabilità di morire due volte maggiore prima dei 5 anni rispetto a quelli delle famiglie più ricche e il 20% dei bambini più poveri possono andare incontro a esperienze di problemi mentali severi quattro volte di più del 20% dei più ricchi. Le diseguaglianze si incontrano poi a livello di comunità: in Gran Bretagna mentre in Glasgow si stima indicativamente che i maschi possono vivere fino ai 66.2 anni nelle aree urbane meno vantaggiate e fino agli 81,7 in quelle più avvantaggiate in Londra  «mentre si viaggia verso est da Westminster in metro ciascuna fermata rappresenta una caduta di quasi di un anno di aspettativa di vita».

Dalla Commissione globale sui determinanti sociali della salute dell’Organizzazione mondiale della Salute le aree critiche su cui lavorare sono tre: le condizioni di vita quotidiana migliorandole; vanno considerate le circostanze in cui le persone nascono, crescono, vivono, lavorano ed età; una distribuzione iniqua di potere, denaro e risorse mediante politiche di urbanizzazione, macroeconomiche e di governance ad esempio; comprensione dei problemi e consapevolezza dell’impatto delle azioni attraverso una maggiore attenzione pubblica sui determinanti sociali della salute. Ad esempio si può ridurre la mortalità infantile del 50% investendo anche al di fuori del settore sanitario come ad esempio migliorare l’accesso all’acqua potabile, assicurare il completamento degli studi primari a tutti ed estendere l’accesso all’istruzione secondaria e superiore, compreso le ragazze. Si può migliorare la salute investendo risorse per migliorare le condizioni abitative che possono salvare vite, prevenire malattie e migliorare la qualità stessa di vita assicurando un’edilizia abitativa sociale, prestiti e sussidi e normative sulla sicurezza e accessibilità delle abitazioni. Infatti l’impatto del Covid-19 ha fatto crescere in ambito della salute il rischio di esposizione nelle abitazioni più povere e «i senza tetto sono i più vulnerabili e corrono il più alto rischio in termini di salute mentale, fisica, di malattie non e trasmissibili» informa il testo della campagna mondiale della Salute 2021 dell’Oms.

L’alimentazione incide sulla salute e sullo sviluppo in tutte le età. Le comunità a basso reddito e socialmente emarginate hanno un minore accesso ad un cibo nutritivo, sicuro e disponibile. L’Oms sempre nel documento di It’s time to build a fairer and healthier world fa presente che «attualmente 47 milioni di bambini sotto i 5 anni di età sono troppo magri per la loro altezza mentre un altro 38.3 milioni sotto i 5 anni sono in sovrappeso. Genitori singoli o famiglie a basso reddito non hanno sempre il tempo nè il denaro di provvedere ad una dieta salutare ed acquistare a prezzo più accessibile il junk food (cibo spazzatura) con quantità elevate di sale, zucchero o grassi che porta ad un nutrimento povero nei bambini. E il peso del Covid-19 con le misure restrittive aumenta il problema di salute alimentare ad esempio con la chiusura commerciale e territoriale gli agricoltori non hanno potuto accedere ai mercati per la compravendita dei prodotti. Un supporto per un accesso ad una buona nutrizione e a diete salutari viene suggerito dall’Oms; può essere un trasferimento di denaro in contanti per diminuire la malnutrizione dell’infanzia del 7% nelle famiglie a basso reddito ma che spesso gli studi dimostrano come non vi sia alcuna differenza nella nutrizione infantile se è il capo famiglia a riscuoterlo. Altre misure includono protezione e sostegno all’allattamento, assegni ai bambini e buoni pasti scolastici; iniziative di assistenza alimentare e abitative e anche il sostegno per la contrazione lavorativa e la ripresa durante la pandemia da Covid-19.

L’ambiente domestico può migliorare le condizioni di vita, ad esempio l’uso di gas non inquinanti in cucina riduce le infezioni respiratorie, le malattie respiratorie croniche, cardiovascolari, gli infarti, malattie oncologiche e bruciature. Circa il 40% della popolazione mondiale non possiede a casa servizi igienici per il lavaggio delle mani con acqua e sapone e anche nelle scuole e negli istituti di cura non vi sono sempre acqua e sapone per il lavaggio delle mani. E poi, l’Oms evidenzia come laddove vi siano svantaggi sociali vi è anche la possibilità di un’esposizione alla violenza in famiglia o nella comunità.

L’istruzione è un altro fattore rilevante nel contribuire ad avere una salute migliore per le opportunità maggiori e il reddito di lavoro più alto che essa può offrire. Secondo l’Unesco sono 38 milioni i bambini, adolescenti e giovani che hanno rischiato di non far ritorno a scuola nel 2020 a causa del Covid-19. L’Oms osserva: «Senza una piattaforma scolastica e senza l’accesso ai programmi di salute e nutrizione, fame, povertà, malnutrizione e salute mentale sono diventate ancor più difficili per centinaia di milioni di bambini e le loro famiglie, incidendo sulle occasioni di ripresa dalla crisi indotta dal Covid-19».

Un monitoraggio ponderato sulle differenze in termini di salute è importante per individuare le persone che vengono lasciate indietro e mettere in agenda politiche e programmi adatti a diminuirne le differenze. Attualmente il database di monitoraggio dell’Oms incrocia i dati sanitari con più di trenta indicatori di salute riproduttiva, materna, del neonato e del bambino, con quelli di 6 fattori di diseguaglianza demografici, socioeconomici, geografici basato su oltre 450 indagini demografiche e sanitarie (DHS), su cluster con indicatori molteplicir (Mics) e salute riproduttiva (Rhs) condotta in 115 paesi tra il 1991 e il 2018.

Il direttore generale dell’Oms Tedros A. Ghebreyesus ha messo al primo posto la necessità della vaccinazione contro il Covid-19 nel suo discorso per questa ricorrenza celebrativa: «Innanzitutto abbiamo bisogno di una produzione e di un accesso equo ai test rapidi sul Covid-19, per l’ossigeno, trattamenti e vaccini tra e all’interno dei paesi». La consegna del vaccino globale Covax per i paesi in via di sviluppo è arrivata a 36 milioni di dosi in 86 paesi. Poiché la pandemia ha mostrato la fragilità dei sistemi sanitari occorre investire nei servizi di cura primari e non operare alcun taglio che aumenterebbe la già provata situazione di categorie di persone svantaggiate e creare comunità sicure, salutari e inclusive, ha aggiunto. «L’80 per cento delle popolazioni che vivono in estrema povertà sono nelle aree rurali dove 7 su 10 persone mancano di servizi essenziali sanitari e idrici. Allora i paesi devono intensificare gli sforzi per raggiungere le comunità rurali con i servizi sociali sanitari e altri fondamentali». Infine ha evidenziato la necessità da inserire il monitoraggio di disuguaglianza della salute che comprende anche i dati non aggregati (sesso, benessere, istruzione, etnicità, razza, genere e luogo di residenza) nei sistemi informativi sanitari nazionali. Infine ha ringraziato alcuni capi di stato per gli impegni assunti in tale direzione in campo vaccinale nei loro rispettivi paesi Barbados, Costa Rica, Namibia, Azerbaijan.

L’Oms pubblicherà a breve l’elenco dei film candidati al Film festival per la salute di tutti dedicato all’Equità nella Salute la cui cerimonia di premiazione si terrà il 13 maggio 2021 in diretta sul canale Youtube.

E invita per la Giornata dai rappresentanti di governo, accademici e ricercatori di diversi istituti a quelli della società civile e dei gruppi di comunità impegnati nel campo di una salute equa per tutti, in un mondo più giusto e salutare all’incontro on line sul tema An urgent call to work together to tackle health inequities che si svolgerà in data odierna dalle 14 alle 15.30. Ai saluti del direttore generale tedros Ghebreyesus che introdurrà la nuova campagna della Giornata mondiale di quest’anno si intervalleranno diversi studiosi nella discussione su come le iniquità si sono amplificate nel contesto recente del Covid-19 e su cosa sia necessario cambiare questa situazione e come si può ricostruire secondo i principi di giustizia: John Ataguba direttore dell’Unità di Economia sanitaria all’Università di Cape Town, l’epidemiologo Cesar Victora, docente emerito alla Federal University di Pelotas in Brasile, il consulente indipendente Sana Contractor coordinatore di Copasah (sexual and reproductive Rights Hub, in News Dehli, India, l’esperta senior Jeanette Vega in Innovazione sanitaria e cambiamento digitale UC-Christus, in Cile e infine Michael Marmot direttore dell’Istituto di Equità in Sanità (piattaforma webinar: https://who-e.zoom.us/j/93936902104 e codice di accesso: WHD070421).


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redazione Bioetica News Torino