Giornata internazionale contro la violenza alle donne
25 Novembre 2016Donne e ragazze che hanno subito violenza fisica, psicologica e maltrattamenti per mano della persona che diceva loro di amarle – mariti, fidanzati, compagni – ma le hanno inferto invece profonde cicatrici nell’anima e sul corpo, e che sono riuscite a sopravvivere, in questi giorni della Giornata internazionale di sensibilizzazione contro la violenza alle donne, celebrata il 25 novembre, lasciano con coraggio testimonianza dei loro drammi vissuti attraverso i vari media. Le loro storie sono utili sia al mondo femminile che maschile che non conoscono tali problemi e sia a coloro che purtroppo li vivono già.
La loro vuol essere una voce femminile che incorpora anche “il dolore” delle donne uccise spesso in modi brutali e, se madri, talvolta dinanzi ai figli, che non può essere cancellato e innalza il grido di libertà da ogni forma di schiavitù e di rispetto per la dignità della persona umana.
«Questo non è amore» è l’appello che la Polizia di Stato fa su un volantino riportando alcuni comportamenti che non hanno nulla con l’affettività: «Se danneggia le tue cose, se ti ricatta, se ti segue, se pretende amore o sesso quando tu non vuoi, se ti umilia, se ti minaccia te e i tuoi figli, se ti prende a calci, ti tira i pugni e ti strappa i capelli, se ti infastidisce con sms ossessivi, se ti chiede l’ultimo appuntamento…». Opuscolo pubblicato in diverse lingue nel sito www.poliziadistato.it e accompagnato da un progetto di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere iniziato da alcuni mesi con un camper in giro per le città italiane.
In un twitt papa Francesco esorta a combattere tale piaga sociale e culturale: «Quante donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza! Il Signore le vuole libere e in piena dignità». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime altresì la necessità di «rafforzare l’opera di educazione al rispetto e alla libertà di ciascuna persona. A partire dai giovani, deve essere respinto con fermezza ogni messaggio che abbia come finalità, espressa o latente, quello di limitare la autonomia altrui, autorizzando comportamenti violenti e prevaricanti».
Dai recenti dati Istat riferiti al 2014 lo Stalking alle donne, nella forma di minacce o molestie reiterate condotte da ex partner, familiare o persona sconosciuta perpetrate nel corso della loro vita tra i 16 e i 70 anni si calcola 3 milioni 466mila.
Il femminicidio tra le mura domestiche segna profondamente la vita dei figli, che talvolta rimangono addirittura spettatori, lasciandoli orfani e bosgnosi di sostegno. Si contano 1628 orfani di femminicidio dal 2000 («Adkronos», inchiesta 7 marzo 2016 e intervista a Nancy Menza, avv. Lorenzo Puglisi di SoS Stalking e Filippo Bubbico, https://www.youtube.com/watch?v=CULB2tK3Y6Y).
Dal Dipartimento per le Pari Opportunità si segnala il numero verde gratuito 1522, attivo 24 ore su 24, in Italia, che è un servizio per le vittime di violenza di genere e stalking.
In Piemonte l’accordo tra Regione Piemonte e la fondazione don Mario Operti onlus che si prende cura di donne in situazioni di difficoltà, approvato in Giunta il 7 novembre scorso, prevede l’inserimento o reinserimento socio-lavorativo a favore delle donne vittime di violenza − scrive l’ass. per le Pari Opportunità Monica Cerutti nel suo blog − attraverso esperienze formative, accompagnamento alla creazione di impresa o al lavoro autonomo, sostegno alla ricerca di una sistemazione abitativa adeguata. In programma «per il 2017 i fondi destinati al contrasto della violenza contro le donne in totale saranno 750mila euro per i centri antiviolenza e le case rifugio già finanziati nel 2016».
Dal sito regionale emerge che i 17 Centri antiviolenza in Piemonte hanno seguito nel 2015 1.650 donne di cui 1091 italiane e 544 straniere e le donne con figli sono le più colpite in tutte le province.