Il fumetto è stato spesso considerato forma di intrattenimento e destinato ad un pubblico giovane o disimpegnato, ma si può fare arte con un fumetto ? E cosa hanno in comune le immagini dei fumetti con l’arte e con l’etica? L'articolo guarda alla relazione con i giovani e nel nostro oggi pervaso dall'attrazione della velocità del web, delle immagini che si consumano nell'istante dell'emozione, guarda alla lentezza di pensare e di leggere la società, dando spazio al bello e al buono. Un fumetto così può anche far scoprire la passione per i diritti, il senso della memoria e della testimonianza, o il valore della cura e la dignità della persona attraverso lo sguardo di Gigi Ghirotti, ripensato da giovani artisti del fumetto.
A cosa serve un libro senza illustrazioni e senza dialoghi?»
L. Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, 1865
Cosa hanno in comune Dino Buzzati e Matsumoto – l’inventore di capitan Harlock e Galaxy Express 999- con Gianluca Costantini, l’ideatore dell’icona di Patrick Zaki, e Zerocalcare? E cosa hanno in comune le immagini dei fumetti con l’arte e con l’etica? E un fumetto può far scoprire il valore della cura e la dignità della persona attraverso lo sguardo di Gigi Ghirotti?
Mito cronaca futuro
Con Poema a fumetti Buzzati scrive e disegna nel 1969 una narrazione usando gli elementi del fumetto1. E’ la rivisitazione del mito della discesa nell’Ade di Orfeo alla ricerca di Euridice, mutata in storia contemporanea di due giovani, Eura e Orfi. Una sfida: la letteratura e il mito, la vita e la morte attraverso il fumetto, la pittura e le citazioni d’arte da Friedrich a Dalì. La scelta ribalta le convenzioni, che limitavano il fumetto all’intrattenimento e ad un pubblico giovane o disimpegnato.
Anche i manga di Matsumoto sono capaci di incrinare le apparenze semplificanti della narrazione di evasione e di superficie, con i protagonisti dai tratti spesso stereotipati ed infantili. Guardano al mito e al futuro, all’umanità e alla tecnologia, e suggeriscono percorsi di ricerca e di senso. Capitan Harlok è eroe romantico che affronta e rifiuta il declino morale della Terra. Il piccolo Masai in Galaxy 999 rappresenta tutti i poveri che fuggono dai propri luoghi di vita e si imbarcano per salvarsi verso nuovi mondi.
Dentro la guerra
Oltre al mito antico e ai mondi spaziali ed epici, il fumetto è anche cronaca di conflitti. Kobane Calling, diario di viaggi tra Turchia e Siria, svela la realtà curda2. In questo racconto di formazione Zerocalcare coniuga la lievità ai temi forti della guerra, nell’incontro col mondo attorno a Kobane e alle donne resistenti, ritratto a forma di grande cuore pulsante. Il reportage in forma grafica qui si contamina di emozioni. Allo stesso modo il disegno, il lettering e le vignette trasmettono visuali e sentimenti intimi, ricreano il carattere e l’atmosfera di una lettera scritta a mano dal fronte ne La guerra di Alan di Guibert3. Il Conflitto mondiale è la guerra di Alan, una storia dal basso di un giovane soldato americano della seconda guerra mondiale. Il fumetto trasforma la cronaca attraverso l’angolazione delle storie personali all’interno dei conflitti e della guerra, ma può anche sperimentare nel fotorealismo la restituzione del dato di cronaca. Alcuni scatti del fotografo Didier Lefévre, al seguito di Medici Senza Frontiere in una missione in Afghanistan nel 1986, comporranno molti anni dopo, insieme a Guibert, un’opera, Il fotografo, dialogica di disegni e fotografie di guerra 4.
Il bello in parole e forme guarda alla realtà, ai diritti e valori sociali. Il disegno ha capacità iconica e può contenere un’idea, può parlare di diritti umani. È quello che accade con l’immagine icona di Patrick Zaki, poco dopo l’arresto nel 2020: i capelli ricci, lo sguardo tranquillo, il filo spinato attorno a lui. Realizzata dall’artista Costantini, apre alla dimensione etica e alla testimonianza, e diventerà graphic novel – Patrick Zaki. Una storia egiziana – con la giornalista Cappon nel 20225.
A scuola coi fumetti
Le immagini nella relazione iconica sequenziale trasportano dall’osservazione della singola scena alla lettura, anche in assenza delle parole scritte. Perché adottare i fumetti a scuola? Non solo per accompagnare alla lettura un pubblico attratto e distratto dalla velocità del web. Generano condizioni di inclusione, valorizzano le personali modalità e stili di apprendimento e di conoscenza. Stimolando creatività e pensiero critico, possono aiutare ad affrontare temi complessi, guardare alle realtà individuali e sociali e a ricercare valori, dando tempo al pensiero, al bello e al buono.
Fare memoria
È possibile far poesia dopo Auschwitz? Si può fare memoria e testimoniare con un fumetto? Narrare la tragedia, dipingere brutalità e tenerezza? Ci ha provato Art Spiegelman con Maus, unendo la metafora visiva degli animali antropomorfi ai disegni in bianco e nero, in sequenze di vita reale e privata, per presentare una storia famigliare e l’Olocausto6. Ci hanno provato in molti, sino al recente L’ombra non è mai così lontana di Leila Marzocchi, sul ritorno alla vita della zia Dina, segnata dall’esperienza del lager e dal silenzio traumatico dei sopravvissuti7. Di memoria e diritti è costituito Persepolis di Marjane Satrapi, romanzo a disegni di formazione e testimonianza di vita nell’Iran dalla rivoluzione islamica8. Riconosciamo negli interni di vita di donne, disegnati in bianco e nero, la continuità attuale della limitazione dei diritti. Presentare storia e dramma è dosare il bianco e nero e saper scegliere di inserire i colori nei disegni delle scene, come fa Igort con I Quaderni ucraini e i Quaderni russi, mentre si addentra con le persone comuni nelle pieghe della storia del ‘900 sino ad oggi e fa memoria9.
Esistenze e solitudini
Un fumetto può accompagnare a guardare al presente, entrare nelle esistenze e nelle solitudini di adolescenti e anziani per cercare il senso e scoprire il bello. C’è il dolore dei giovani e l’autoesclusione degli hikikomori, che affiorano da una esperienza diretta scritta da Mignolli e disegnata da Locati, in Hikikomori. Il re escluso10. Le immagini catturano la molteplicità di sfumature di vita e la solitudine, tra famiglia e scuola, realtà e mondo virtuale, relazione con se stessi e competizione con gli altri. C’è il mondo dei NEET, il dolore della mente nei manga di Asano Inio e la relazione con il corpo, il cibo ed il condizionamento sociale dell’apparenza estetica nella storia della piccola Janne, dipinta tra disagio e crescita da Jordahl, disegnatrice di fumetti e illustratrice norvegese11.
E c’è la solitudine degli anziani, il loro resistere allo smarrirsi e al lento scivolamento nella fine, come in Rughe di Paco Roca12. Le vite disegnate degli anziani affiorano dal loro racconto in prima persona all’interno del loro confinamento e dalla osservazione dei figli e di chi se ne occupa. La difficoltà etica ed affettiva di prendersi cura di genitori anziani è illustrata nell’ equilibrio di relazioni tra figlie e genitori da accudire, tra vita, malattia e morte13. Gli anziani appaiono anche dentro le vite nascoste delle donne “badanti” che arrivano dall’Est; è quanto affiora nella storia di Vasilica, disegnata in bicromia, giallo per la Romania e verde per l’Italia, di Sindrome Italia14.
Accanto alle esistenze di solitudine di giovani e anziani, il fumetto affronta il deserto e il vuoto della violenza di genere e ha l’abilità di suggerire percorsi di luce. Nella storia di Una, artista e scrittrice inglese, le scene minimali ed essenziali di nero, bianco e grigi rappresentano la protagonista aggrappata a un balloon vuoto, il fardello pesante del silenzio che imprigiona, e scandiscono il passaggio verso la consapevolezza15.
I giovani ci interrogano sulla diversità, sul senso del dolore e della malattia. Sollecitano nuove prospettive, trasparenze, narrazioni di valori da vedere e riscrivere. Il pregiudizio guarda alla diversità e impedisce di scorgere le opportunità e le risorse dell’altro da noi. È il tema della storia autobiografica di Fabien Toulmé sulla fatica di accettare la realtà, rappresentata dalla nascita della figlia con la sindrome di Down. Senza nascondere i sentimenti di disagio e diventando illustratore per mostrarli, Toulmé colora tutte le sfumature delle sue emozioni: dalla rabbia all’accoglienza, dalla fatica di amare alla scoperta16.
Un fumetto per il valore della cura
Un fumetto è anche per pensare e per guardare con altri sguardi la vita, per superare i pregiudizi della diversità e per rivendicare la persona nella sua essenza e non circoscriverla al suo stato performativo. L’efficacia delle immagini mette a nudo sentimenti e rappresentazioni da cui affrancarsi: non sono la mia disabilità, non sono la mia malattia. Il valore della cura è il centro del reportage nel cancro del giornalista Gigi Ghirotti negli anni 70.
Ghirotti non guardava alla sua malattia, al suo stato di malato, ma ne fece la chiave per entrare come inviato all’interno della condizione dei malati, per dar loro voce e denunciare mancanze e limiti del sistema sanitario. Rivendica la centralità della persona, la dignità che va oltre al solo corpo da curare. Testimonianza di valori, forte e germinativa, è ora diventata fumetto – Il coraggio oltre il 90°. Finita la partita c’è ancora da giocare – per conquistare i giovani ai valori della vita e della cura (progetto di Loredana Masseria ASL città di Torino, disegni Fiorio, Dobos, Forte e Simeoni, testi Taverniti, 2023)17.
Il fumetto accompagna all’interno del mondo dell’inchiesta di Ghirotti, dentro la relazione medico paziente, la malattia, la ricerca del benessere in ospedale e il mondo dei bambini. Le immagini alternano il bianco e nero per condurci nel passato ed il colore per la contemporaneità. Create da giovani fumettisti uniscono l’immaginazione artistica e stili creativi diversi al lavoro di approfondimento all’interno della biografia di Ghirotti e dei suoi scritti, e trasmettono la forza dei valori di cui parlava Ghirotti riportandoli al presente in forme e colori. Si possono insegnare i valori? domandava Ghirotti. Sicuramente dei valori si deve poter far esperienza e la scuola essere stimolo per provare.
Solidarietà, cura, coraggio partecipano ad una creazione letteraria e visuale, tra passato e presente, in bianco e nero e a colori. Il fumetto, non solo forma di intrattenimento rivolto ad un pubblico giovane o disimpegnato, con l’arte guarda all’etica. E’ la risposta ai social e alla velocità del web che consumano le immagini nell’istante dell’emozione: la lentezza ad arte del fumetto, per pensare e leggere la società.
1 Dino Buzzati , Poema a fumetti, Mondadori, 2017
2 Zerocalcare , Kobane calling, Bao Publishing, 2020
3 Emmanuel Guibert , La guerra di Alan Coconino Press, 2017
4 Emmanuel Guibert, Didier Lefèvre, Frédéric Lemercier, Il fotografo, Coconino Press, 2010
5 Laura Cappon e Gianluca Costantini, Patrick Zaki. Una storia egiziana, Feltrinelli, 2022
6 Art Spiegelman, MAUS, Einaudi, 2010. Nel 1992 vinse il premio Pulitzer
7 Leila Marzocchi, L’ ombra non è mai così lontana, Oblomov Edizioni, 2023
8 Marjane Satrapi, Persepolis, Rizzoli Lizard, 2007
9 Igort, Quaderni russi. Sulle tracce di Anna Politkovskaja. Un reportage disegnato, Oblomov Edizioni, 2021
Igort, Quaderni ucraini. Le radici del conflitto, Oblomov Edizioni, 2021
Igort, Quaderni ucraini. Vol. 2: Diario di un’invasione, Oblomov Edizioni, 2022
10 Sara Mignolli e Alessandro Locati, Hikikomori. Il re escluso, Feltrinelli Comics 2023
11 Jenny Jordahl, Ho trovato il mio posto nel mondo, Sonda, 2021
12 Paco Roca, Rughe, Tunué, 2019
13 Roz Chast, Cambiamo argomento, PER FAVORE? Rizzoli Lizard, 2016
Joyce Farmer, Special Exits Eris, 2016
14 Tiziana Francesca Vaccaro e Elena Mistrello, Sindrome Italia. Storia delle nostre badanti, Becco Giallo, 2021
15 Una, Io sono Una, ADD 2018
16 Fabien Toulmé Non è te che aspettavo, Bao Publ., 2018
17 Il fumetto è dedicato in particolar modo ai giovani per mostrare l’importanza di praticare esperienze di cura, nei confronti propri e degli altri, per costruire condizioni di benessere e di cittadinanza sociale. Il progetto è stato proposto dalla ASL Città di Torino, Azienda Zero e Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, e realizzato in collaborazione con il Gruppo Italiano Tumori Rari, la Fondazione Piemontese per la ricerca contro il cancro, la Reggia di Venaria e la Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti.
Gigi Ghirotti, per molti anni giornalista de La Stampa di Torino, si ammalò e morì di linfoma di Hodgkin. Negli innumerevoli ricoveri ospedalieri testimoniò la condizione dei malati oncologici e dei bambini, dando visibilità alla centralità della persona, superando il limite del paziente identificato nella malattia.
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