Sostieni Bioetica News Torino con una donazione. Sostieni
101 Gennaio-Febbraio 2024
Bioetica News Torino

Francesco – Intelligenza artificiale e pace

Messaggio per la 57 Giornata Mondiale della pace

In un mondo dilaniato dalle guerre Papa Francesco, secondo una consuetudine inaugurata da Paolo VI, ha offerto la sua riflessione sulla GIORNATA MONDIALE DELLA PACE con un messaggio originale e di grande attualità: “Intelligenza artificiale e pace”. Ne parliamo con Giuseppe Zeppegno, Bioeticista e Docente alla Facoltà Teologica di Torino.

– Professor Zeppegno, che rapporto c’è tra intelligenza artificiale e pace?

La determinazione a stabilire un rapporto tra l’intelligenza artificiale e la pace può sembrare a prima vista aleatorio. Papa Francesco però, in occasione della cinquantasettesima giornata della pace, offre buoni motivi per giustificare questo connubio. Egli, infatti, osserva che i progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera digitale, offrono notevoli opportunità ma il loro uso, se non è attentamente ponderato, può creare situazioni lesive dell’armonia tra i popoli. La sua riflessione ha perciò lo scopo di incoraggiare a far sì che i progressi in questo settore «servano, in ultima analisi, la causa della fraternità umana e della pace». È sua convinzione che quest’impegno debba essere assunto dall’intera famiglia umana perché la pace «è il frutto di relazioni che riconoscono e accolgono l’altro nella sua inalienabile dignità». Spera pertanto che il ricorso a queste risorse tecniche «non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana».

– Luci ed ombre dell’intelligenza artificiale. Quali le potenzialità? Quali i rischi?

L’intelligenza artificiale e più in generale le sempre più sofisticate tecnologie digitali, sono in grado di produrre profonde trasformazioni nelle dinamiche sociali e in numerosi aspetti della vita quotidiana (risparmio di fatiche; produzione più efficiente; trasporti più agevoli; mercati più dinamici; miglioramento dei processi di raccolta, organizzazione e verifica dei dati; ecc.). Papa Francesco però sottolinea soprattutto i limiti e rischi che il loro uso comporta (violazione della privacy; diffusione di notizie false; ingerenze di carattere politico e interferenze nei processi elettorali; non rispetto della proprietà intellettuale; ecc.). Sostiene di conseguenza la necessità di guidare la loro applicazione con una seria valutazione etica rispettosa dei «valori umani fondamentali come l’inclusione, la trasparenza, l’equità, la riservatezza e l’affidabilità». Auspica a più riprese l’intervento degli organismi internazionali affinché sia garantita la tutela di tutti i possibili fruitori, «compresi i poveri, gli emarginati» e quanti a diverso titolo «spesso rimangono inascoltati nei processi decisionali globali». 

– Su tali temi vi sono delle questioni etiche sottese? Mi riferisco non esclusivamente all’ambito morale, ma anche alla sfida educativa.

Il documento effettivamente non presta attenzione solo alla dimensione morale ma rileva che l’intelligenza artificiale pone numerose sfide anche di carattere antropologico, culturale ed educativo. A quest’ultimo aspetto dedica una particolare attenzione. Osserva che «moltiplicando le possibilità di comunicazione, le tecnologie digitali hanno permesso di incontrarsi in modi nuovi. Tuttavia, rimane la necessità di una riflessione continua sul tipo di relazioni a cui ci stanno indirizzando». La questione si pone soprattutto nei confronti dei giovani che stanno crescendo in ambienti così “pervasi” dalla tecnica da «mettere in discussione i metodi di insegnamento e formazione». È evidente in questo contesto il rischio del venir meno del pensiero critico. È quindi di fondamentale importanza offrire strumenti per accrescere la capacità di «discernimento nell’uso di dati e dei contenuti raccolti sul web o prodotti da sistemi di intelligenza artificiale». 

giornata-pace-24

– L’intelligenza artificiale richiama la responsabilità dei singoli Stati, nonché il Diritto Internazionale. Quale contributo può portare la Chiesa a livello mondiale?

È evidente che il vero problema non è dato dalla tecnologia in sé ma dall’uso che le menti umane ne vogliono fare. Il Pontefice allora raccomanda agli Stati sovrani e alle Organizzazioni internazionali di «svolgere un ruolo decisivo nel raggiungere accordi multilaterali e nel coordinarne l’applicazione e l’attuazione». Esorta per questo motivo «la Comunità delle nazioni a lavorare unita al fine di adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme». Questa sua sottolineatura non ha solo l’intento di prevenire le cattive pratiche, ma anche di incoraggiarne le buone con la redazione di linee guida atte a produrre forme di intelligenza artificiale rispettose dei diritti umani fondamentali. Rivolgendosi in conclusione della sua missiva ai fedeli cristiani, ai credenti di varie religioni e gli uomini e le donne di buona volontà, li invita dunque a «collaborare in armonia per cogliere le opportunità e affrontare le sfide poste dalla rivoluzione digitale, e consegnare alle generazioni future un mondo più solidale, giusto e pacifico».

© Bioetica News Torino, Febbraio 2024 - Riproduzione Vietata