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Fondazione per l’Osteoporosi di Torino. Borse di studio, 5mila euro, su osteoporosi per ricercatori sotto i 35 anni C'è tempo fino al 10 settembre per presentare la domanda

14 Luglio 2022

La Fondazione per l’Osteoporosi onlus di Torino, con sede in via Po 18, attiva dal 1987 sotto il nome di Lega per l’Osteoporosi Piemonte, per opera di personalità dell’ambiente medico scientifico e dell’imprenditoria torinese, indice un bando biennale 2022-2023 per due borse di studio di 5 mila euro ciascuna destinati a giovani ricercatori e ricercatrici di età inferiore ai 35 anni che abbiano prodotto studi innovativi riconosciuti a livello internazionale in materia di osteoporosi.

La Fondazione si occupa di far conoscere la malattia dell’osteoporosi e le conoscenze scientifiche più recenti alla popolazione, di ricerca e prevenzione nel campo della diagnostica e terapia e della formazione dei medici.

Il suo presidente, prof. Giancarlo Isaia, geriatra e specialista nelle malattie metaboliche dell’osso all’Università degli Studi di Torino, informa che da poco tempo questa realtà è passata ad avere una dimensione nazionale e che con questa iniziativa si vuol «premiare giovani ricercatori che abbiano fornito negli ultimi anni importanti contributi scientifici, utili ad una gestione più adeguata della malattia».  

L’iniziativa è sostenuta dall’azienda italiana di Verona FGP srl che progetta e produce ausilii per l’ortopedia e la riabilitazione.

Alcuni cenni su osteoporosi dal sito della Fondazione per l’Osteoporosi onlus

  • è malattia dello scheletro, caratterizzata da riduzione e alterazioni qualitative della massa ossea a cui si accompagna un aumento del rischio di frattura
  • osteoporosi primitiva: non ha una causa specifica e definita in modo chiaro
  • osteoporosi secondaria: dovuta ad affezioni di altri organi o apparati come quello digerente.  Può essere corretta solo se si guarisce dalla patologia di base
  • ogni anno  è causa di 90 mila fratture di femore in Italia e 18mila da femore per osteoporosi per i disabili
  • la frattura di femore comporta: perdita di autonoma per il 20-30% dei casi; lunga degenza per il 20% dei casi, raddoppio rischio frattura dell’altro femore, aumento della mortalità
  • comporta una ridotta qualità di vita: incurvamento della colonna vertebrale, riduzione di statura, addome globoso, dolore acuto e cronico, difficoltà respiratorie e problemi gastro-intestinali, sedia a rotelle o allettamento, depressione
  • la densometria ossea è l’esame consigliato se necessario. Colpisce le donne più frequente dopo la menopausa, dopo i 50 anni
  • Chi è a rischio?  Sia per le donne che per gli uomini  se si ha una magrezza eccessiva, se si fa uso di farmaci osteopenizzanti,  se si ha famigliarità, se si ha una alimentazione povera di calcio; per le donne anche se si è in menopausa e per gli uomini dopo i 60 anni.
  • La prevenzione mira a impedirne o rallentarne la comparsa: correzione di fattori di rischio (attività fisica, adeguato apporto di calcio con la dieta e modifica dei fattori di rischio (fumo, abuso di alcol, rischi ambientali di cadute).  Già a partire dall’età giovanile si può cercare di avere una dieta adeguata con un giusto apporto di vitamina D ed equilibrata con apporto di proteine, carboidrati e lipidi per ottimizzare il picco di massa ossea.
  • Per un corretto apporto di calcio: se è insufficiente i supplementi riducono in modo significativo il rischio di frattura. La dose di supplemento commisurato al grado di carenza alimentare in generale va tra 500 e 1000 mg/die; oltre i 1000 mg al giorno è controindicata se vi è rischio di ipercalcemie o di calcolosi renale non ossalica. Negli anziani nel periodo invernale  se l’apporto di calcio è inadeguato la supplementazione riguarda dosaggi superiori pari a 30ng/ml.
  • Per un corretto apporto di vitamina D: se insufficiente i supplementi aiutano a ridurre il rischio. Generalmente tra 800 e 1000 Ul/die. Nelle persone anziane con un inadeguato apporto nei mesi invernali  può essere somministrata anche in dosi settimanali tra 4mila e 14mila UIoin boli mensili da 25mila a 50mila UI, trimestrali da 50mila a 300mila UI, semestrali o annuali da 600mila o più.

Di che cosa si tratta e come partecipare al Bando?

I contributi scientifici degli ultimi anni – scrive la Fondazione – hanno consentito di conoscere meglio i meccanismi fisiopatologici che sono alla base della cura e prevenzione della malattia che colpisce prevalentemente il genere femminile e ha un forte impatto sociale. E tale iniziativa delle borse di studio aiuta a proseguire la ricerca in tale settore.

Per il biennio 2022-2023 sono istituite due borse di studio da 5mila euro ciascuna da destinare a ricercatori italiani sotto i 35 anni di età (si veda su fondazioneosteoporosi.it il bando) che abbiano pubblicato un lavoro scientifico internazionale sull’osteoporosi, sia sotto l’aspetto fisiopatologico sia terapeutico riabilitativo, in cui compaiono come primo nome.

La società FGP srl verserà l’importo direttamente ai due vincitori del bando, che potranno essere sia enti che privati, e rilasciare una ricevuta e documentazione per accedere ai benefici fiscali previsti per legge.

La domanda di partecipazione al bando va accompagnata da un breve CV e copia del lavoro da sottoporre alla commissione esaminatrice nominata dalla Fondazione, pubblicato a livello internazionale e citato dal motore di ricerca PubMed in data posteriore al 11/2021 con la dichiarazione della presenza o assenza di conflitti di interesse, gli estremi dei nominativi dell’Ente di appartenenza o di riferimento – Università, ente di ricerca, azienda sanitaria etc.

La domanda deve pervenire entro il 10 settembre 2022 all’indirizzo osteoporosi@fondazioneosteoporosi.org o tramite posta a Fondazione Osteoporosi, via Po 18, 10123 Torino.

Per la selezione la Commissione esaminatrice si avvallerà dei seguenti criteri:

  • originalità, innovatività e valore scientifico intrinseco del lavoro
  • traslazionalità dei dati ottenuti dallo studio
  • livello e background scientifico del candidato e del gruppo di ricerca nel quale opera

Entro i due mesi dalla scadenza del bando la Commissione attribuirà le borse di studio.

redazione Bioetica News Torino