Famiglia, giovani, poveri e formazione nel nuovo anno pastorale diocesano
11 Luglio 2016Gli interventi dell’Arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia, dei relatori e dei gruppi di lavoro tenutisi durante l’Assemblea diocesana nei giorni sabato 4 giugno e venerdì 10 giugno al Centro Congressi «Santo Volto» di Torino per riflettere e proporre delle linee guida per il nuovo anno pastorale sono stati registrati e raccolti sul sito www.diocesi.torino.it .
In un intervento monsignor Valter Danna, vicario generale della Diocesi di Torino, poi pubblicato sulla «Voce del Popolo» del 26 giugno, mette in luce le linee programmatiche offerte dall’Arcivescovo Cesare Nosiglia a conclusione dell’Assemblea: la famiglia, i giovani, i poveri e la formazione permanente.
«Tre sono i soggetti prioritari della nostra pastorale ordinaria. Al primo posto la famiglia: al cap. IV della lettera pastorale 2011 “Sulla tua parola getterò le reti” e “Ti farò mia sposa per sempre …”; il cap. III della lettera 2013 “Devi nascere di nuovo”; la prima parte della lettera 2014 “L’Amore più grande”; infine ci saranno le iniziative di diffusione e sostegno delle linee dell’esortazione apostolica «Amoris laetitia» soprattutto riguardo alle situazioni coniugali «irregolari». I giovani: cf il sinodo svolto negli ultimi tre anni e la II e III parte de «L’amore più grande»; il Vescovo nelle visite alle Unità pastorali del prossimo anno propone l’incontro con la fascia degli adolescenti. I poveri: si confrontino le questioni trattate nel progetto dell’”Agorà del sociale” (lavoro, formazione, welfare) svolto quest’anno anche negli incontri del Vescovo nelle Unità pastorali.
A questi temi si deve aggiungere, come tema trasversale, la formazione permanente del clero e dei laici con alcuni momenti comuni e, in particolare, la preparazione e promozione di laici qualificati attraverso il percorso biennale proposto dal Servizio di Formazione degli Operatori Pastorali (Sfop), partito nel 2012, che ha già lanciato sul campo operativo due gruppi di “coordinatori pastorali” con mandato, a cui seguirà un terzo gruppo nel prossimo ottobre. Tali “coordinatori pastorali” hanno un compito importante anche nella loro Unità pastorale, oltre che nella parrocchia: “Diventa fondamentale potenziare la partecipazione allo Sfop, per cui chi riceve il mandato del Vescovo possa esercitare il suo compito, anche se cambia il parroco. Inoltre chi viene inviato allo Sfop dovrà rendersi disponibile a lavorare anche nell’Unità pastorale”».
E riguardo ai criteri di riassetto pastorale diocesano che «il magistero di papa Francesco e il recente convegno ecclesiale di Firenze con le cinque vie ci stanno aiutando a focalizzare meglio e a farlo sempre più in modo sinodale», afferma monsignor Danna, l’Arcivescovo caldeggia il consolidamento di alcuni strumenti ecclesiali necessari per un migliore riassetto territoriale: Consiglio pastorale e per gli Affari economici in ogni parrocchia, le Unità pastorali coordinate da consigli pastorali delle singole parrocchie e con le commissioni operative relative ad almeno quattro aree di base: catechesi-liturgia-missione, ambito caritativo-sociale-sanitario-migranti (Agorà), pastorale familiare, giovani-scuola-università e cultura.
Sull’esempio di un cammino di essere Chiesa ripreso da Papa Francesco: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» monsignor Danna conclude l’intervento chiosando: «Solo così sperimenteremo ancora la gioia travolgente del Vangelo accolto e annunciato, gioia che darà nuovo significato e slancio anche al nostro impegno pastorale».