Carlo Casini è stato per tantissimi anni il front man del Movimento per la Vita italiano (MPV), la più antica e robusta associazione prolife di cui era stato cofondatore nel 1976. Un Movimento che, oltre a svolgere una seria e diffusa azione culturale e formativa delle coscienze riguardo la dignità dell’uomo, dalla nascita fino alla fine della vita, è l’anima degli oltre 300 Centri di aiuto alla Vita diffusi sul territorio nazionale che aprono la porta ed offrono aiuto concreto ad ogni mamma in difficoltà per l’arrivo di un figlio.
Da noi lo piangono le migliaia di madri che, grazie al suo sostegno, hanno potuto prima cambiare il loro destino e poi abbracciare il loro figlio. Da tempo era gravemente malato. Accolto presso la casa della figlia Marina in Roma, Carlo Casini è tornato alla casa del Padre, il 23 marzo scorso, circondato dall’affetto dei suoi cari, la moglie Maria e i figli. Ci ha lasciati orfani, ma certamente ha abbracciato in Paradiso i due giganti difensori della vita nascente, San Giovanni Paolo II e Santa Madre Teresa di Calcutta.
Vorrei aggiungere che lui e tutta la sua famiglia ci hanno lasciato e continuano a lasciarci una scia luminosa ininterrotta assieme ad una straordinaria testimonianza di vita cristiana e di impegno civile. Impegno ignorato sistematicamente dal main stream anche se Carlo è stato un vero condottiero in battaglie storiche là dove la vita lo portava.
È lui che il 9 gennaio del 1975, come sostituto procuratore della Repubblica a Firenze vicino a Piazzale Michelangelo, scopre la Clinica degli aborti clandestini del Partito Radicale. Il Partito Radicale faceva anche una cresta di 50.000 lire su 150.000 lire (circa 1000 euro attuali) pagate dalle donne decise (o meglio spinte) ad abortire. È lui che fece arrestare personaggi come Adelaide Aglietta, Gianfranco Spadaccia e la più famosa Emma Bonino. Tutti arrestati per aborto volontario e associazione per delinquere. A Torino la Giunta di Piero Fassino ha intitolato il 12 luglio 2013 una via ad Adelaide Aglietta. Emma Bonino invece è stata promossa Commissario UE e anche Ministro con Gianni Letta e Romano Prodi, addirittura indicati come possibile presidente della Repubblica.
Memorabili le iniziative di Carlo Casini dal 1975 al 1978 per contrastare la valanga di menzogne riguardo la vita nascente e per evitare il piano inclinato sorretto da radicali, comunisti e socialisti che avrebbe condotto alla firma della legge 194 sull’aborto del 1978. Non mancò il fuoco amico: Giovanni Leone capo dello Stato, Giulio Andreotti presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, Francesco Paolo Bonifacio, Tina Anselmi, Filippo Maria Pandolfi e Tommaso Morlino, tutti esponenti della Democrazia Cristiana, che firmarono vergognosamente la legge che ad oggi certifica la eliminazione di più di 6 milioni di figli innocenti.
Altre battaglie furono quelle per il referendum del 17 maggio 1981 per abrogare o confermare la legge 194, perduto con il 32% dei voti, quello della legge 40 sulla fecondazione artificiale del 12-13 maggio 2005 che fu vinto puntando sul quorum.
Più recenti quelle del 2013-14 a livello Europeo con l’iniziativa dei cittadini prevista dai Trattati UE con la raccolta di circa 3 milioni di firme per la protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza UE.
Anche a livello locale Carlo Casini non si è mai sottratto sia agli aiuti richiesti dai vari Centri di aiuto alla vita, sia a iniziative culturali. Vorrei ricordare qui, in suo ricordo, due circostanze che l’hanno visto in prima fila a Torino. Una è stata la Mostra d’arte «Il sepolcro vuoto», organizzata dal MPV Italiano con il Centro Cattolico di Bioetica della Diocesi di Torino presso la prestigiosa sede di Palazzo Barolo in occasione della Ostensione della Sindone del 2010. Una mostra di opere di artisti contemporanei sul rispetto della vita che nasce, sul sollievo delle sofferenze e sulla nuova vita dopo la morte. Queste alcune delle parole di Carlo Casini nell’introduzione al catalogo:
Infine come non ricordare Carlo Casini, con me, al Tribunale Amministrativo Regionale di Torino dove eravamo stati trascinati da una denuncia di Organizzazioni femministe quando in Regione Piemonte si intendeva dare un po’ di spazio, con una delibera, ai Centri di aiuto alla vita negli ospedali dove si abortisce e nei consultori?
L’accoglienza in tribunale fu una doppia “siepe” di 50 giovanissime femministe organizzate dai radicali per coprirci con una valanga di insulti. Per entrambi non era la prima volta. Era il 2011 e il Tribunale accolse il ricorso delle femministe. Così anche il timido tentativo di dare attuazione alla prima parte della legge 194 che obbliga lo Stato e i suoi organi a favorire la maternità e rimuovere le cause che conducono alla richiesta di aborto, fu cancellato. E dire che in calce alla legge c’è scritto che è fatto obbligo rispettarla!
Queste esperienze di umiliazione e coraggio hanno però toccato il cuore di molte persone, il desiderio di verità e giustizia è infatti incomprimibile. A volte c’è bisogno solo di un po’ di luce e a Carlo Casini siamo debitori di questa luce distribuita a piene mani con la sua straordinaria vita combattuta senza sosta e da vero cristiano.
Grazie Carlo!
© Bioetica News Torino, Giugno 2020 - Riproduzione Vietata