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95 marzo-aprile 2023
Speciale Pasqua 2023

Editoriale Sofferenza umana. Riflessioni etiche nel tempo pasquale

Melitone di Sardi, padre apologeta del II secolo, nell’Omelia sulla Pasqua afferma

Il Signore, pur essendo Dio, si fece uomo e soffrì per chi soffre, fu prigioniero per il prigioniero, condannato per il colpevole e, sepolto per chi è sepolto […]. Io, dice, sono Cristo che ho distrutto la morte, che ho vinto il nemico, che ho messo sotto i piedi l’inferno, che ho imbrigliato il forte e ho elevato l’uomo alle sublimità del cielo.

Una riflessione bioetica sulla sofferenza che affligge l’umanità e la Terra su cui viviamo

Mentre contempliamo assorti in questi giorni pasquali la meravigliosa promessa che si realizzerà nell’eternità gloriosa, non possiamo non poggiare gli occhi sui drammi che ancor oggi stanno affliggendo l’umanità e creano un generale sconcerto. Tra i tanti problemi che sono presenti nella nostra povera Terra globalizzata, molti hanno una scottante rilevanza bioetica ed esigono da parte nostra una adeguata presa di coscienza e una ponderata sensibilizzazione.

L’operato umano tra le cause di distruzione dell’ambiente: l’era dell’Antropocene

Prima tra tutte, esige una attenta riflessione la questione ambientale. Nell’arco della storia si sono verificati numerosi eventi atmosferici estremi e almeno cinque estinzioni di specie animali e vegetali per cause naturali, ma in questo nostro tempo siamo posti di fronte ad una sesta estinzione provocata dall’attività antropica che ha caratterizzato una nuova era detta Antropocene (epoca umana).

Il 16 luglio 1945, giorno in cui nel deserto del New Messico fu fatta detonare la prima bomba atomica, è stato simbolicamente indicato come l’inizio di questo processo che però ha avuto una genesi ben più lontana, caratterizzata dalla lenta e graduale modificazione degli equilibri terrestri che hanno causato alterazioni permanenti. Sono dovute alla malaccorta convinzione che l’ambiente sia un contenitore di risorse da sfruttare senza controllo e che tutto ciò che tecnicamente può essere fatto per favorire la massimizzazione della produttività e del profitto, debba essere incondizionatamente fatto.

Quanto si prende sul serio l’impatto dell’accelerazione del surriscaldamento climatico?

Questo modo di pensare e di agire provoca sulle condizioni di vita dei popoli dilemmi bioetici e sociali di non facile soluzione. Intere aree sono diventate così inospitali che obbligano chi vi abita a migrare con tutte le fatiche e i rischi che l’abbandonare la propria terra comporta. Di fronte a questo generale sconvolgimento non si può più restare indifferenti. È opportuno – come aveva già sostenuto Hans Jonas – attuare una responsabilità condivisa capace di trovare le giuste strategie per salvaguardare non solo il presente ma anche il futuro dell’umanità.

È pertanto particolarmente prezioso l’impegno profuso dalle Conferenze delle Nazioni Unite sull’ambiente. Le loro proposte purtroppo però non sono prese sufficientemente sul serio dai politici più preoccupati ad affrontare le contingenze del momento che di avviare un progetto di lungo respiro.

La Conferenza di Glasgow (COP26) svoltasi nel 2021 ha ad esempio proposto di azzerare le emissioni di sostanze inquinanti a livello globale entro il 2050. Per ottenere questo risultato, chiedeva di accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone, ridurre la deforestazione, accelerare la transizione verso i veicoli elettrici, incoraggiare gli investimenti per favorire le energie rinnovabili, proteggere e ripristinare gli ecosistemi anche con il concorso di una agricoltura più adeguata alle esigenze del pianeta.

Non tutti i paesi partecipanti alla Conferenza hanno però accettato il piano proposto e non è mancato chi ha affermato che il caos ecologico attuale non sia reale ma solo ventilato ad arte per favorire interessi di parte.

Gli orrori delle guerre e del loro uso della tecnologia avanzata

Come se la situazione non fosse sufficientemente problematica, permangono in ogni dove insane conflittualità e usurpazioni. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ne è un esempio drammatico. Si ventila da più parti il rischio che questo conflitto possa assumere un’escalation incontrollata che porti all’utilizzo di armi chimiche e batteriologiche e addirittura della bomba atomica. Se si arriverà a tanto, si provocherà una catastrofe irreparabile.

Il desiderio di superamento della fragilità umana e di un figlio a costo di sopraffare la dignità sua e altrui nascendo da maternità surrogata

Non solo il globo terrestre è vilipeso. La dignità stessa dell’uomo è drasticamente messa a repentaglio dalle teorie postumane che ipotizzano la possibilità di condizionare l’esistenza servendosi dell’apporto delle biotecnologie, delle scienze cognitive, della robotica, della nanotecnologia e dell’intelligenza artificiale. Senza arrivare ai deliri di chi pensa di poter creare soggetti in parte organici e in parte meccanici (cyborg) per cancellare l’attuale condizione umana, percepita come esistenza troppo fragile e incompiuta, si può notare che si diffonde sempre più l’idea di far ricorso alla gestazione per altri anche detta maternità surrogata o, ancor peggio, utero in affitto.

Questa pratica suscita vive perplessità anche tra i movimenti femministi perché, quando ha luogo una transizione di denaro, risulta essere una commercializzazione del corpo delle donne. Anche quando è gratuita e determinata dal desiderio di venire incontro alle esigenze di una donna sterile, conserva la sua problematicità perché sottende l’innaturale determinazione di confondere il desiderio di un figlio con il pretenzioso diritto a volerlo e cercarlo ad ogni costo.

Susy Zanardo osserva che, mentre nell’adozione si sceglie di riparare la rottura della relazione materno-genitoriale avvenuta per cause accidentali, nel caso della maternità surrogata questa rottura è imposta e il figlio diviene frutto di «una pluralità di desideri e di funzioni, scisse per mezzo della tecnica».

Conclusioni

I due dilemmi etici riportati e tanti altri che si potrebbero citare, ci ricordano che la tecnica è un bene prezioso ma non può essere proposta come elemento antropologicamente neutro, deve sempre essere vagliata eticamente e applicata solo se è a favore del bene dell’intero bio-regno e nel rispetto di ogni persona.

Alla luce del mistero pasquale che in questi giorni siamo chiamati a rivivere, impegniamoci quindi a rifuggire la tendenza ormai diffusa di assumere un atteggiamento dispotico e violento nei confronti dell’uomo e della natura. Il Cristo Risorto sostenga il nostro impegno per la realizzazione di un mondo più giusto, più ospitale, più teso a valorizzare ciò che corrisponde al vero bene dell’umanità.

© Bioetica News Torino, Aprile 2023 - Riproduzione Vietata