Molti conoscono l’anoressia, ma pochi ne comprendono la gravità. Con preoccupazione si devono approcciare i disturbi del comportamento alimentare (DCA) o della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), una realtà complessa (anoressia, bulimia, binge-eating, vigoressia, ed altri) di difficile trattamento, che possono evolvere in forme molto pericolose. In Italia più di tre milioni di malati, generalmente giovani; l’età di esordio in continua diminuzione. Per la medicina una grande percentuale è curabile e guaribile, ma molti, troppi soffrono a lungo o ci lasciano. Una sconfitta, quando sarebbe sufficiente facilitare l’ accesso alle cure per diminuire sofferenze e mortalità. Per questo l’associazione piemontese di volontariato “Lo Specchio Ritrovato” ha promosso recentemente il dibattito “DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: LE NECESSITA’ DELLE FAMIGLIE E LA RISPOSTA DELLA POLITICA”.
Dal punto di vista medico sono utili alcune precisazioni. Si è evidenziata la percezione dell’aumento nell’ultimo decennio di malati anoressici (incidenza quasi raddoppiata – incremento 30 % post-pandemia ).
Da ciò, la necessità di agire sul territorio attraverso equipe sanitarie multidisciplinari, concentrate e complete poiché con il peggiorare della malattia le necessità dei malati si moltiplicano e si richiedono diverse competenze professionali e sostegno per le famiglie. Parallelamente è necessario l’aumento di posti letto nei reparti per la cura dei disturbi alimentari. Il ricovero è indispensabile nei momenti più gravi della malattia.
La sfida è aperta e coinvolge tutti, a cominciare dalla Regione Piemonte. L’anoressia esprime un disagio individuale, ma anche una sofferenza che coinvolge tutta la società ed a questo grido di dolore non possiamo sottrarci come cittadini, come realtà politiche, a prescindere dai colori e dalle ideologie.
© Bioetica News Torino, Agosto 2024 - Riproduzione Vietata