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102 Marzo 2024
Bioetica News Torino

Diego De Leo, Il lutto traumatico

Con la collaborazione di Crisitna Anile, Stefania Donna, Giulia Marinato, Laura Tassara, Andrea Vecelli Giannotti e Josephine Zammarelli

L’evento “Lutto”, sebbene sempre signigicativo e doloroso per tutti, da sempre fa parte dellìalveo delle esperienze umane. Certo, per chi ha fede, esso assume un significato diverso rispetto a coloro che non la possiedono, trasformando la morte del proprio caro non in un evento ultimo, bensì penultimo.

Oggigiorno, visti anche i mutamenti presenti nella società contemporanea dovuti alle tecnologie e agli strumenti di comuinicazione di massa, anche il rapportarsi con l’evento “lutto” è cambiato. Basti pensare, per esempio, alla sopravvivenza “online” dei nostri cari estinti” i quali, dopo il trapasso continuano ad esistere sui social e su internet permettendo a chi rimane (i survivors) di continuare ad avere “relazioni” con i defunti anche nei tempi successivi alla affettiva scomparsa.

In psichiatria e in psicologia clinica si parla di Disturbo da lutto complicato. Tale disturbo mentale, a lungo discusso dagli specialisti della sanità mentale, è stato inserito nel DSM 5. Ricordi persistenti, intrusivi, dolore per la perdita del caro defunto se persistenti per almeno 12 mesi (nelle scorse edizioni si parlava di 6 mesi) se invalidanti in maniera concreta la vita del paziente, portano lo specialista a diagnosticare questa condizione come vero e proprio disturbo. Sarebbe interessante indagare se l’estensione temporale da sei a dodici mesi sia legata effettivamente al moltiplicarsi delle tracce digitali che i defunti lasciano, sotto forma di media, dopo la loro dipartita e di come queste influenzino il modo in cui “chi rimane” è portato a elaborare o rielaborare il lutto.

Ma ora passiamo al libro di Diego De Leo, Il lutto traumatico, (Hoegrefe editore, 2023 Firenze). L’autore, professore emerito di psichiatria alla Griffith University, presidente della International Suicide Prevention, presidente della De Leo Fund Onlus di Padova, organizzazione attiva sul territorio italiano che si occupa di informazione e di prevenzione del suicidio tramite giornate di sensibilizzazione, di formazione, gruppi di auto mutuo aiuto, helpline e live chat. L’idea dietro la motivazione a creare una associazione del genere è sorta al professor De Leo dopo aver avuto in famiglia un incidente che gli ha portato via due figli, come riporta nel testo, e che lo ha spinto a creare un’istituzione che accomuna persone aventi la voglia di condividere e mettere a disposizione degli altri l’esperienza accumulata di fronte a quello che nel testo viene definito “Lutto traumatico”.

deleo lutto
Diego De Leo, Il lutto traumatico, Hoegrefe ed, 2023 Firenze

Quest’ultima forma di lutto differisce dal lutto comune, ossia quello che la stragrande maggioranza degli individui grazie a fattori come la resilienza o alte capacità di coping riesce asuperare “normalemnte”. Poi vi sarebbe il lutto cronico, ossia quello che ricadrebbe (sebbene con diversi distinguo) con li Disturbo da lutto complicato. Infine. abbiamo il lutto traumatico, ossia quella forma di lutto seguita ad una morte improvvisa, violenta, inaspettata, quale può essere un incidente oppure un suicidio di una persona cara.

Il libro di De Leo et al, offre un contributo concreto e pratico per orientarsi su una tematica davvero difficile da gestire. Esso si mostra come un valido strumento di aiuto sia per i professionisti che operano nel settore, ma anche per i pazienti stessi che vengono a trovarsi, loro malgrado, in una situazione che con fatica si riesce a reilaborare e a superare (si provi a pensare al senso di colpa di coloro che sopravvivono al suicidio di una persona cara, o allo stigma sociale che va a crearsi nella società nei confronti dei familiari del soggetto deceduto tragicamente. Oltre alla psiegazione dei vari costrutti psicologici che girano intorno alla tematica (definizioni delle varie tipologie di lutto, della varie teorie e pratiche psicologiche utili per aiutare ad affrontare e a superare il dolore), nel testo sono indicati, descritti e riportati una innumerevole mole di enti, italiani e non, che possono essere effettivamente di aiuto per coloro che si trovano in una condizione di lutto traumatico. Punto in comune di tutte queste strategie di intervento e di aiuto è, come si legge nel libro, la capacità di sostegno sorgente dalla rete sociale che sia nei gruppi informali che in quelli informali riescono a far uscire dall’isolamento nel quale i survivors tendono a rinchiudersi di fronte ad un evento che difficilemnte riescono da dotare di un senso, accollando sulle proprie respnsabilità eventi che in realtà non lo sarebbero affatto.

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