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Covid-19. Differenze di risposta all’infezione virale riscontrati in fattori genetici immunitari e gruppo sanguigno. Uno studio della rete nazionale dei Trapianti

10 Novembre 2020

Le persone con specifici antigeni HLA del sistema genetico immunitario sono più a rischio di contrarre l’infezione virale da Sars-CoV-2 e maggiormente predisposti a un decorso clinico peggiore. Si ipotizza tale correlazione dall’esito di uno studio italiano condotto dalla rete nazionale di trapiantologia del sistema sanitario con un’analisi retrospettiva. Si sono intersecati i dati dal sistema trapianti da gennaio 2002 a 22 marzo 2020 del profilo genetico di una coorte di 56.304 persone, di cui 48 mila trapiantati e 8 mila in lista di attesa, con quelli dal registro di sorveglianza del Dipartimento delle Malattie infettive – Istituto Superiore di Sanità di pazienti risultati positivi al Covid-19 al 22 marzo 2020. Sono emersi tra la popolazione di trapiantati e in lista di attesa 256 casi positivi al Covid-19.

Si tratta di un passo avanti nella conoscenza sul virus, appartenente alla famiglia dei Coronavirus, di cui l’eziologia è sconosciuta, per trovare possibili strategie di difesa immunitaria appurando se una risposta può essere influenzata da fattori genetici. La ricerca consente di identificare le persone che sono a maggior rischio di complicanze per il corredo immunologico meno efficace. Seppure si è ancora in fase preliminare in questa ricerca già l’esito ottenuto è importante come spiega il professor Antonio Amoroso, medico genetista del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università degli Studi di Torino e presso la Città della Salute della Scienza di Torino, figura che coordina la rete trapianti del Piemonte ed è tra gli autori della ricerca pubblicata sulla rivista scientifica «Transplantation» (HLA and ABO Polymorphisms may influence Sars-CoV-2 Infection and Covid-19 severity, 30 ottobre 2020): «Le indicazioni possono essere utili sia per il controllo della diffusione della malattia e la gestione della sua prognosi, sia per le strategie di pianificazione delle vaccinazioni, quando queste saranno disponibili».

Sono stati messi a confronto la frequenza nelle persone trapiantate e in lista di attesa al trapianto dei dati degli antigeni HLA e del gruppo sanguigno AB0. Appare infatti per la prima volta questa associazione tra la variante HLA-DBR1*08 e il maggior rischio di positività al Covid: dai dati risulta che le persone con tale variazione genetica – in Italia è presente nel 6% della popolazione, maggiormente nelle regioni del Nord (9%) rispetto a quelle del Sud (3%) – mostrano un’incidenza doppia per i casi di positività e una probabilità tre volte maggiore per la mortalità (6,9% nei pazienti vivi contro il 17,5% in quelli deceduti). Inoltre si conferma una minore protezione del virus per le persone con il gruppo sanguigno A rispetto ad esempio quelle con il tipo 0.

Redazione Bioetica News Torino