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Corte Spagnola. No al riconoscimento della filiazione da maternità surrogata

11 Aprile 2022

La Corte suprema spagnola non riconosce l’affiliazione materna nei confronti di un soggetto che non è la madre biologica di un figlio nato da maternità surrogata. Lo ha affermato in una sua recente sentenza del 31 marzo c.a., pubblicata ad aprile, ad un ricorso di cassazione, nella quale riafferma le stesse motivazioni espresse in un altro caso nel 2013: «i contratti di gestazione surrogata violano i diritti fondamentali sia della madre gestante sia del nascituro, e poi sono del tutto contrari al nostro ordine pubblico». Fece riferimento alla Costituzione spagnola, in particolare l’art. 10 che recita «La dignità della persona, i diritti inviolabili che sono inerenti, il libero sviluppo della personalità, il rispetto per la legge e i diritti di altri sono il fondamento di un ordine politico e di una pace sociale».

«Un grande esempio di civiltà, dunque, arriva dalla Spagna, dove bambini e donne non sono considerati come oggetti, ma persone con una propria dignità umana che deve essere rispettata e tutelata», commenta l’Associazione Pro Vita nel dare la notizia spagnola che fa osservare come venga tuttavia lasciato un margine di libertà, è quello della pratica dell’adozione che il Tribunale supremo riconosce come soddisfacente del migliore interesse del bambino. Quest’ultima una soluzione accettabile dal Tribunale europeo dei diritti umani, ma che come spiega la Corte Suprema spagnola nella sentenza «ma alle volte si cerca di salvaguardare i diritti fondamentali che il tribunale citato ha considerato allo stesso modo degni di protezione, come sono i diritti delle madri gestanti e dei loro bambini in generale».

Sia per il danno al migliore interesse del minore, sia per lo sfruttamento della donna-madre il Tribunale supremo dichiara il contratto di maternità surrogata riferito al caso trattato inaccettabile, perché entrambe le figure sono trattate «come meri oggetti, non come persone dotate di una propria dignità della sua condizione di essere umani e dei diritti fondamentali inerenti a tale dignità».

Infatti spiega che alla madre gestante viene limitata l’autonomia personale e la sua integrità fisica e morale. Si assume l’obbligo di rinunciare a qualunque diritto derivante dalla maternità di quel bambino o bambina prima del concepimento; «si obbliga a sottoporsi a trattamenti medici che mettono a rischio la sua salute e che consegnano rischi aggiuntivi alle gestazioni che risultano da una relazione sessuale»; e il contratto riguarda l’interruzione di gravidanza o la riduzione embrionaria, il tipo di parto, l’alimentazione, se le viene proibita la relazione sessuale, la decisione sul prosieguo o meno in caso di infermità dipende dalla committente.

E nei confronti del bambino futuro che «viene privato del diritto di conoscere le sue origini ed è trattato come un oggetto di cambio, si «mercifica». Per questo motivo considera nulli i contratti di filiazione derivanti da maternità surrogata, sia commerciali che volontari; violano gravemente i diritti fondamentali riconosciuti nella Costituzione spagnola.

(aggiornamento 12 aprile 2022, ore 9.57)

redazione Bioetica News Torino
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