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Corea del Sud. Marcia per la vita mentre si attende la decisione della Corte Costituzionale su aborto e pena di morte

20 Marzo 2019

Nella cornice degli eventi dedicati al tema della vita organizzati di recente dal Youth Pro-life Rally in Seoul, l’Arcivescovo di Seoul, mons. Andrew Yeom Soo-yung ha voluto ribadire nel discorso ai partecipanti del movimento pro-vita, dove vi erano circa  mille giovani, la dignità sacra e inalienabile di ogni essere umano e l’inviolabilità della vita fin dal momento del concepimento e sottolineare l’accoglienza della vita nascente, la responsabilità genitoriale da un lato e quella sociale dall’altra che va incontro alle difficoltà delle famiglie migliorando i servizi assistenziali.

La Corea del Sud presenta in questi giorni – come riferisce l’Agenzia Fides nel comunicare il discorso del Cardinale Yeom dell’arcidiocesi di Seoul all’iniziativa della marcia dei giovani per la vita  (www.fides.org, 20 marzo 2019) –  dibattiti sulle questioni aborto, il cui divieto è dal 1953,  e pena di morte che arrivano ad assumere toni anche molto accesi. Presto infatti la Corte Costituzionale  dovrà pronunciarsi sia sulla costituzionalità della legge sull’aborto sia sull’abolizione della pena di morte.

Nell’omelia il cardinale mons. Yeom Soo-jung ha così affermato: «gli embrioni dovrebbe essere protetti e rispettati come esseri indipendenti, non considerati come proprietà di madri o padri. La dignità umana non può essere decisa dal voto di una maggioranza o giudicata in base a standard socio-economici». Ha ripreso il discorso di  Papa Francesco  al Congresso mondiale contro la pena di morte, nell’affermare che «è un grave insulto e un peccato contro questo fondamentale diritto alla vita». Ha aggiunto poi il card. Yeom «Esorto tutti i leader politici e i membri del governo ad adottare misure per abolire completamente la pena di morte in ogni paese».

La Commissione nazionale per i diritti umani della Corea ha espresso un parere di incostituzionalità, alla Corte Costituzionale che dovrà decidere, nel considerare l’aborto reato penale  per le donne che lo praticano e per i dottori che lo eseguono. Lo riporta The Korea Herald  in Asia News Network, 19Th march 2019, South Korea says punishing women for abortion unconstitutional: «Punendo le donne che si sottopongono all’aborto basandosi sull’articolo 269 del Codice Penale  si infrange il loro diritto all’autodeterminazione, alla salute, alla vita e ai diritti di riproduzione, tra gli altri», ha detto la Commissione nazionale per i Diritti umani della Corea nella sua dichiarazione alla Corte. Nell’articolo viene riportata, tra le altre,  la prospettiva dell’Associazione coreana di ostetrici e ginecologi che spiega che «il diritto alla salute delle donne è stato severamente violato a causa di aborti eseguiti nel sommerso, con un numero di morti in crescita durante la procedura. Se fosse legalizzato, le donne avrebbero potuto ricevere trattamento in un ambiente più sicuro».  Nella giornata internazionale della Donna, l’8 marzo, gruppi di manifestanti a favore dell’aborto si sono presentati dinanzi alla Corte Costituzionale.

Redazione Bioetica News Torino