Venerdì 18 ottobre, presso il centro congressi S.Volto di Torino, il variegato mondo di professionisti della sanità, afferenti alle associazioni di volontariato, assistenti spirituali, sacerdoti, diaconi, religiosi e laici operanti nel campo della Pastorale Salute a livello regionale, si è riunito per il convegno “Assistenza Spirituale e mondo della Salute”.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di circa 200 persone giunte dalle diocesi piemontesi e dalla Valle d’Aosta, aveva principalmente l’obiettivo di approfondire la questione dell’assistenza spirituale, partendo dalla normativa sino ad arrivare alle concrete esperienze sul territorio finalizzate a realizzare una Pastorale della Salute in grado di manifestare sempre meglio la presenza della Chiesa tra le fragilità e le sofferenze delle persone.
Dopo un iniziale momento di preghiera e la presentazione da parte di Mons. Franco Lovignana, Presidente della Conferenza Episcopale Piemontese (CEP), i presenti hanno seguito la relazione di Franco Ripa. Il Responsabile settore programmazione sanitaria della Regione Piemonte ha evidenziato la complessità del servizio di assistenza spirituale in un mondo sempre più contraddistinto da contesti multiculturali e multireligiosi, con una crescente presenza di persone anziane con multicronicità. Subito dopo Daniela Corsi, Responsabile struttura dipartimentale integrazione ospedale e territorio della Città della Salute e della Scienza di Torino, ha incentrato la sua relazione sulla continuità assistenziale, nella maggioranza dei casi rivolta a pazienti anziani. La continuità assistenziale consiste nel dare una risposta duratura e coordinata ai bisogni dei pazienti, per un periodo lungo o indeterminato; la dimensione emotiva, in tutto il processo della presa in carico, deve sempre essere valorizzata e considerata. Dopo un breve momento di pausa, l’intervento di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute, ha posto l’attenzione sul valore delle relazioni e l’importanza del contrasto alla solitudine, vero dramma del nostro tempo, notevolmente aggravato dalla recente pandemia da covid-19. Il suo intervento è stato un vibrante appello alle nostre comunità affinché si mobilitino per attivare reti relazionali di supporto e prevenzione del disagio. Nell’ultima parte della mattinata vi è stato un approfondimento di carattere esperienziale coordinato dal Responsabile Pastorale Salute della Diocesi di Ivrea, diacono Marco Florio. Durante questo momento di confronto Enrico Larghero, Direttore Sanitario RSA Servais di Torino, ha sottolineato il problema della scarsa accettazione della finitudine umana da parte di pazienti e familiari, ricordando anche che le RSA possono diventare efficaci Comunità di persone per vincere la solitudine; Paola Garbella, Direttore generale della Fondazione Cerino Zegna Impresa Sociale, ha evidenziato come una Istituzione può diventare una “Comunità di cura”; Letizia Ferraris ha illustrato una esperienza di accompagnamento umano e spirituale presso una comunità di persone disabili, la “squadra dell’Immacolata” del Centro Volontari della Sofferenza. Infine don Domenico Bertorello, Incaricato regionale Pastorale Salute, ha illustrato il processo relativo alla stipula delle convenzioni con le RSA nella diocesi di Alba, processo finalizzato a garantire il diritto all’Assistenza Spirituale delle persone ricoverate.
I lavori sono proseguiti nel pomeriggio trattando uno dei più recenti sviluppi della Pastorale Salute: le cappellanie territoriali, composte da parrocchie, unità pastorali, gruppi, associazioni, RSA e altri servizi di cura domiciliare. Durante il primo intervento don Paolo Fini, Delegato arcivescovile della Diocesi di Torino per gli assistenti religiosi in ambito sanitario e socio-assistenziale, ha richiamato l’importanza delle cappellanie territoriali come modelli operativi di assistenza spirituale e religiosa sul territorio. Successivamente si è tenuta una tavola rotonda contraddistinta da esperienze concrete e cammini di Pastorale Salute inerenti alla realizzazione di cappellanie territoriali e cappellanie miste, varianti di quelle territoriali. Sono intervenuti don Luigi Magnano, coordinatore della cappellania ospedaliera S.Giovanni Paolo II, don Giovanni Manella parroco di Carmagnola, Ivan Verra volontario pastorale, Sr Serena Munari religiosa. Durante il pomeriggio vi è stato anche un intervento del neoassessore Regionale alla Sanità Federico Riboldi, il quale ha sottolineato l’importanza dell’assistenza spirituale e della collaborazione tra il suo assessorato e la Pastorale Salute regionale. Mons. Brunetti, vescovo delegato CEP per la Pastorale della Salute, nel suo intervento conclusivo ha ricordato con forza che solo agendo insieme, tra diocesi a livello regionale, collaborando con le Istituzioni, possiamo davvero dare un impulso decisivo alla presenza di una Pastorale della Salute sempre più e sempre meglio al servizio delle persone e delle loro esigenze siano esse relazionali, materiali, spirituali.
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