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80 Luglio - Agosto 2021
Speciale Oltre la pandemia: A lezione dal COVID per un futuro migliore

Conclusioni

Intervento video del Prof. Mario Rossino, Convegno Oltre la pandemia, promosso dal Centro Cattolico di Bioetica Torino, 12 giugno 2021, a cura di P. Pena -riproduzione riservata Centro Cattolico di Bioetica – Arcidiocesi Torino

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*Tentando di riassumere con parole mie la densa, ricca e articolata relazione del Prof. Mauro Magatti, mi pare di poter dire che la pandemia, con ciò che ne è seguito e cioè stato di emergenza, confinamento, viva esperienza della fragilità e senso di angoscia, ha radicalizzato alcune caratteristiche della società pre-covid.
 
Se finora abbiamo cercato di pensare il meno possibile al fatto che siamo la società del rischio e quindi ci siamo avventurati in azzardi. La dura esperienza dell’esserci trovati in emergenza ci ha messo di fronte al fatto che non abbiamo tutto sotto il nostro controllo. Dobbiamo, di conseguenza, modificare i criteri con cui si pensa la crescita, si misurano i risultati, si effettuano gli investimenti, si prendono le decisioni a livello pubblico e privato, per ridurre la nostra esposizione ai rischi e ai costi umani, sociali ed economici che comportano.
 
È nostro vanto quello di essere la società delle connessioni e perciò della globalizzazione è stato bruscamente ridimensionato dal confinamento resosi necessario. Per evitare altri confinamenti futuri non possiamo tornare semplicemente a come eravamo. Dobbiamo piuttosto darci strumenti per gestire la fitta rete dei nostri scambi e dei nostri spostamenti in modo più sensato rispetto a quanto abbiamo fatto fino ad ora.

È nostro vanto quello di essere la società della libertà e indipendenza. Ma oggi più che mai ci rendiamo conto che proprio la libertà è messa in stato di accusa dall’esigenza di sorveglianza, per tenere sotto controllo la situazione. È il momento non di tornare all’individualismo libertario, né di esasperare la sorveglianza, ma di ripensare il nostro modo di intendere, di vivere e di organizzare la libertà come dovere di rispondere al legame fondamentale che ci unisce agli altri. La responsabilità è la forma, la pienezza della libertà.

È nostro vanto quello di essere la società della libertà e indipendenza. Ma oggi più che mai ci rendiamo conto che proprio la libertà è messa in stato di accusa dall’esigenza di sorveglianza, per tenere sotto controllo la situazione. È il momento non di tornare all’individualismo libertario, né di esasperare la sorveglianza, ma di ripensare il nostro modo di intendere, di vivere e di organizzare la libertà come dovere di rispondere al legame fondamentale che ci unisce agli altri. La responsabilità è la forma, la pienezza della libertà.

Su queste premesse il post-Covid può essere davvero l’occasione (anche se non scontata) per aprire un nuovo ciclo storico, che, come diceva il prof. Giorgio Palestro, miri a un profonda revisione degli schemi organizzativi, all’individuazione di nuovi percorsi per definire gli obiettivi che le diverse Istituzioni devono perseguire per correggere i difetti, le carenze che affliggono i diversi ambiti della vita civile, sociale, sanitaria, economica.

Venendo ora ai contributi della tavola rotonda:
 
Il presidente dell’Ordine dei medici di Torino, dottor Guido Giustetto ci ha detto che per un futuro migliore oltre la pandemia, occorre che il sistema sanitario riorganizzi in modo completo le cure territoriali, coordini le professionalità e adegui gli ospedali; curi la formazione del personale sanitario; migliori la presa in carico dei pazienti sia con la medicina di prossimità e sia con la telemedicina; presti un’attenzione prioritaria all’ambiente.
 
L’economista, professoressa Elsa Fornero, ci ha detto che per un futuro migliore oltre la pandemia, cioè per una maggiore equità tra ed entro le generazioni, vi sono almeno tre linee di intervento:
la crescita economica, perché, se c’è crescita, i figli stanno meglio dei padri, un fatto quasi normale dalla rivoluzione industriale in poi;
il sistema di welfare come percorso vita natural durante che, partendo dalla primissima infanzia, si proponga di correggere le disuguaglianze nei punti di partenza e di distribuire meglio le opportunità: livellare il terreno di gioco, intervenendo dove più serve;
la redistribuzione dei redditi prodotti e della ricchezza accumulata, funzione essenziale di uno stato democratico, ed essenziale ora perché il declino economico del Paese ha coinciso con un aumento delle diseguaglianze.
 
Da parte sua monsignor Marco Arnolfo ha osservato che la pandemia ha svelato ancora una volta tutta la nostra fragilità, le nostre paure, ma anche i bisogni più profondi, le domande di senso della vita e della fede, e ha favorito il ritorno all’essenziale e alla solidarietà.
Per quanto riguarda il futuro che ci attende oltre la pandemia, il grande desiderio di ritorno alla normalità “di prima”, diffusamente percepibile in profondi strati della popolazione, è comprensibile, ma da scoraggiare. Non è il ritorno ad una normalità “malata” quello che ci si deve augurare, cioè, affetta dalla patologia cronica del consumismo, volta all’esclusiva ricerca dl soddisfacimento di beni materiali da possedere con bramosia insaziabile.
Quello che come Chiesa ci si augura, invece, è una vera ripartenza, un’autentica rinascita attraverso modelli nuovi di sviluppo sostenibile, dal punto di vista sociale, economico e ambientale, a misura d’uomo.
Papa Francesco ha indicato in questa direzione strade nuove per una “ecologia integrale”. Il mutamento di prospettiva è radicale, implica un’autentica conversione dei nostri stili di vita e del modo di fare impresa, che ci chiede di andare oltre la pura logica del profitto individuale, per aprirci al “dono”, comunque necessario per la sopravvivenza dell’umanità.
 
 La pandemia ha determinato la rottura dell’equilibrio su cui si fondava la nostra società pre-covid.
Viviamo un tempo di passaggio tra un passato che ci è familiare e un futuro ancora ignoto, che può vederci sprofondare verso il baratro di una serie di crisi, oppure può inaugurare un ciclo nuovo, con la possibilità di affrontare in modo inedito i problemi che ci affliggono da anni. L’augurio è che questa mattinata di riflessione contribuisca ad avviarci verso questo auspicato ciclo nuovo.

Note
  • Relazione del Prof.  Mario Rossino  conclusiva dei lavori  al Convegno Oltre la Pandemia. A lezione dal Covid  per un futuro migliore

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