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Con il nuovo decreto entra in uso la Certificazione verde Covid Per una più "libera" circolazione nelle misure ristrettive del Covid

23 Aprile 2021

Con il nuovo decreto legge (n. 52 del 22 aprile 2021) sulla ripresa delle attività economiche e sociali nel tempo della pandemia da Covid-19, pubblicato sulla G.U. n. 96 ed entrato in vigore da oggi, 23 aprile, fino al 31 luglio, il Governo ha posto alcune novità in tema di spostamenti.

Ha rintrodotto l’assegnazione delle zone bianche e gialle che consente dal 26 aprile di potersi spostare liberamente e senza autocertificazione tra le regioni nelle zone bianca e gialla. Ha poi inserito l’obbligo di un documento, certificazione verde Covid-19, che consente di poter spostarsi in entrata ed uscita dai territori contrassegnati dalle zone rossa ed arancione laddove lo spostamento è consentito, come dai precedenti decreti, solo per motivi di salute, comprovate esigenze lavorative o per situazioni di necessità accompagnato dal documento di autocertificazione. Infine anziché in due ci si potrà ora recare in visita presso amici o familiari presso una sola abitazione privata al giorno in quattro persone con minori di 18 anni, persone con disabilità o non autosufficienti, dalle 5 alle 22, dal 26 aprile al 15 giugno se si è nella zona gialla o nel territorio comunale della zona arancione.

Che cosa è la certificazione verde Covid-19, chi lo rilascia e quanto dura?

Si tratta di un documento ufficiale con cui si attestano una delle tre condizioni riportate nell’articolo 9, ad esso dedicato, del decreto-legge:

  1. Avvenuta vaccinazione anti-Sars-CoV-2. La persona vaccinata deve richiedere il documento alla struttura sanitaria o all’operatore sanitario che effettua la vaccinazione durante la somministrazione. Questi provvedono al rilascio al termine del ciclo vaccinale, in forma cartacea o digitale, anche tramite i sistemi informativi regionali nel fascicolo elettronico sanitario. La certificazione contiene il numero delle dosi somministrate. Ha una validità di sei mesi. Chi ha già completato il ciclo vaccinale invece dovrà fare richiesta alla struttura sanitaria che ha somministrato il vaccino oppure alla Regione in cui la struttura ha sede.
  2. Esito di guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 con la cessazione dell’isolamento prescritto. Viene richiesto dalla persona guarita da Covid-19 presso la struttura dove è stata ricoverata oppure dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta (per i bambini) se non ha avuto il ricovero ospedaliero. Si può avere nel formato cartaceo o digitale ed è comunque resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico. Ha una durata di sei mesi ma la validità cessa qualora la persona risulti accertata positiva al Sars-CoV-2.
  3. Test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus Sars-CoV-2. Il test antigenico rapido individua le proteine virali (antigeni), è riconosciuto dall’autorità sanitaria ed è effettuato da operatori sanitari. Il test molecolare di amplificazione dell’acido nucleico (NAAT) – attraverso le tecniche RT-PCR (reazione a catena di polimerasi-trascrittasi inversa) – di amplificazione isotermica (LAMP) – mediata da loop – e di amplificazione mediata da trascrizione TMA per rilevare la presenza di acido ribonucleico (Rna) del Sars-CoV-2, è riconosciuto dall’autorità sanitaria ed è effettuato da operatori sanitari. Ha una validità di 48 ore dall’esecuzione del test. Va richiesta dalla persona dove viene effettuato il test il cui esito è rilasciato dalle strutture sanitarie pubbliche autorizzate o accreditate e dalle farmacie che svolgono questi test o dai medici di famiglia o dai pediatri di libera scelta.

Quali “miei” dati contiene la certificazione verde Covid-19?

Il documento riporta le seguenti voci:
1. di avvenuta vaccinazione Covid-19

  • cognome e nome; data di nascita, malattia o agente bersaglio: Covid-19, tipo di vaccino, prodotto medico vaccinale (codice AIC e denominazione del vaccino)
  • produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino, numero della dose effettuata e numero delle dosi previste, data dell’ultima somministrazione effettuata
  • lo Stato membro dell’Unione Europea presso cui è avvenuta la vaccinazione, la struttura che ha il certificato, l’identificativo univoco del certificato

2. di guarigione da Covid-19

  • cognome e nome, data di nascita, malattia o agente bersaglio che ha colpito il cittadino: Covid-19
  • data del primo test positivo, Stato membro dell’Unione Europea in cui è stata certificata l’avvenuta guarigione, Stato membro dell’Unione Europea del test
  • struttura che rilascia il certificato, validità del certificato da…. a…, identificativo univoco del certificato a livello nazionale e che garantisca la riservatezza dei dati

3. di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo

  • cognome e nome, data di nascita, malattia o agente bersaglio che ha colpito il cittadino: Covid-19
  • tipologia di test effettuato, nome del test, produttore del test, data e orario della raccolta del campione del test, data e orario del risultato del test, risultato del test
  • centro o struttura presso cui il test è stato effettuato, Stato membro dell’Unione Europea in cui il test è effettuato, Stato membro dell’Unione Europea, struttura che ha il certificato, l’identificativo univoco del certificato

L’uso delle certificazioni verdi Covid, documento per una “libera” circolazione nell’Unione Europea nella pandemia da Covid-19

L’uso delle certificazioni verdi Covid-19 consente ad una persona vaccinata antiCovid-19 che abbia completato il ciclo vaccinale, che sia guarita da Covid-19 (a meno che non sia nuovamente ricaduta) di potersi spostare sul territorio nazionale per sei mesi dai territori preclusi contrassegnati dal colore rosso e arancione e anche a chi lo desidera, non trovandosi in tali situazioni, di poter comunque circolare effettuando un test molecolare o antigenico rapido con esito negativo, che garantirà in sicurezza lo spostamento per 48 ore, la durata della sua validità.

Chi entrerà in Italia dai paesi membri dell’Unione Europea con le certificazioni prodotte nell’Unione Europa, queste sono valide per gli spostamenti «se conformi ai criteri definiti con circolare del Ministero della Salute», lo stesso se le certificazioni sono rilasciate da un altro stato terzo dopo che la vaccinazione sia stata riconosciuta e validata nell’UE.

L’attuale normativa in merito alle certificazioni rimarrà in vigore fino a quando non sarà introdotto il nuovo regolamento europeo che disciplinerà l’uso della certificazione verde digitale per favorire in sicurezza gli spostamenti tra i paesi membri dell’Unione Europea, è previsto in estate. Ogni paese avrà una piattaforma nazionale preposta chiamata Digital green Certificate (DGC.). L’accesso alla piattaforma consentirà di svolgere servizi di rilascio, verifica e accettazione delle certificazioni Covid-19 che saranno usufruibili sia in Italia che tra i Paesi dell’Unione Europea attraverso un accesso europeo Gateway per l’autentificazione dei certificati nell’Unione Europea. Un percorso che il Parlamento Europeo ha intrapreso il 17 marzo scorso con l‘adozione della proposta legislativa da parte della Commissione e avviando il mandato al Consiglio il 14 aprile per le trattative tra i paesi per poter muoversi all’interno dell’Unione Europea nella libertà di cittadini europei all’interno delle misure restrittive del Covid-19.

Progetto del Parlamento Europeo delle Certificazioni Verdi Covid nei Paesi Membri dell’Unione Europea

Nell’audizione di giovedì 22 aprile della Commissione Igiene e Sanità il sottosegretario di Stato Paolo Sileri ha fornito dettagli tecnici e i passi verso la realizzazione del progetto europeo. Si prevede che le certificazioni verdi digitali possano avere i dati leggibili da occhio umano, con codice QR code, in formato digitale o cartaceo, un sigillo di garanzia per la verifica e autenticità dei dati. Al Ministero della Salute spetta il coordinamento nazionale e il rilascio sulla base dei dati trasmessi dalle regioni dalle anagrafi vaccinali e tramite una piattaforma realizzata.

In Italia viene anticipata la disciplina europea in tale ambito. Un aspetto ancora da chiarire chi mette i certificati di guarigione, il medico di medicina generale o specialisti o anche i medici competenti, le Asl. Al passaggio del regolamento europeo il Parlamento e il Consiglio che abiliteranno una piattaforma nazionale per l’emissione delle certificazioni interoperabile a livello europeo.

Come si rinnova il rilascio? Non lo si sa ancora, ne è esplicitata nel decreto: si attende la risposta dal dipartimento di Prevenzione alla domanda posta da Sileri.

Questioni etiche sui passaporti vaccinali sollevate in Gran Bretagna. Una petizione da chiese cristiane

Nella petizione, datata aprile 2021, a cui hanno firmato quasi mille rappresentanti ecclesiastici di diverse chiese cristiane, rivolta al primo ministro inglese Boris Johnson vengono espresse alcune osservazioni in contrasto al passaporto vaccinale.
Primo, riguardo la protezione verso gli altri: sarebbe assurdo rendere la vaccinazione base per far accedere ad un luogo o partecipare ad un’attività in quanto in teoria una persona vaccinata potrebbe potenzialmente trasmettere il virus facendo emergere la contraddizione nel definire una persona “sicura non diffusore” sulla base della sua immunità alla malattia.
Secondo, cozza con il principio del consenso informato divenendo una forma non etica di coercizione: per diverse ragioni non si ricevono i vaccini disponibili impossibilità o rifiutati; per «alcuni Cristiani, serie questioni di coscienza sono correlate all’eticità della produzione o sperimentazione dei vaccini» con il rischio di «creare una società lacerata, un’aparteid sanitaria in cui una sottoclasse di persone che declina il vaccino rimane esclusa dalle aree più significative della vita pubblica» e c’è anche il timore di creare «uno stato di sorveglianza in cui il governo usa la tecnologia per controllare certi aspetti della vita dei cittadini».
Infine, sul solco degli insegnamenti della Chiesa che non chiude le porte a nessuno, tanto meno a coloro che non sono in possesso di un passaporto vaccinale.

Proposte per una carta Covid da parte del governo inglese

Ai pub e nei ristoranti i gestori potranno chiedere – si apprende da bbc.com del 22 aprile – ai clienti nei locali interni la certificazione della loro condizione. Non sarà invece mai richiesta come per l’accesso a negozi di beni essenziali, ai servizi pubblici e ai trasporti pubblici. Sono alcune proposte del governo inglese per ritornare alla “normalità” oltre a quella del viaggiare all’estero con il certificato verde digitale europeo, come l’evento dell’11 maggio a Londra per la partecipazione alla cerimonia di Brit Awards di 4000 persone che non indosseranno la mascherina e né osserveranno la distanza sociale ma per parteciparvi dovranno esibire il risultato negativo del test di ricerca del Covid. E successivamente attesi 21 mila spettatori alla finale di Football Association Cup a Wembley.

(aggiornamento 26 aprile 2021 ore 9.52)

redazione Bioetica News Torino