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58 Giugno 2019
Speciale Dalle cure palliative alle DAT

Cicely Saunders: fondatrice del Movimento Hospice

Mercoledì 15 maggio 2019 presso il Sermig, in via Borgo Dora, il Banco Farmaceutico di Torino ha organizzato l’incontro di presentazione di una mostra che si è protratta fino al 22 maggio sulla straordinaria figura di Cicely  Saunders, fondatrice del “Movimento Hospice” che, partito negli anni ’60 del XX secolo in Inghilterra, ha contribuito in modo determinante alla diffusione e alla pratica della cultura delle Cure Palliative.

Giovanni Bersano_Mostra Cicely Saunders Sermig 2019
Dottor Giovanni Maria BERSANO – Responsabile SS Cure Palliative AslTO4, relatore del Convegno di presentazione della mostra Veglieremo con Te dedicato a Dame Cicely Saunders tenutosi il 15 maggio 2019 presso il Semig Torino ©F. I. Losapio

Nel tempo della medicina trionfante, in cui la sconfitta delle malattie e la possibilità di procrastinare la morte sembravano a portata di mano, la Saunders  riportava l’attenzione sulla persona umana, come individuo unico e irripetibile, soprattutto nelle fasi di fine vita quando si fanno ancor più pregnanti e urgenti le domande di senso e quando le emozioni e i sentimenti devono essere liberamente espressi e totalmente accolti.

Ho avuto l’onore di partecipare, tra gli altri, come esperto di Cure Palliative alla tavola rotonda di introduzione e spiegazione della mostra e della figura della Saunders,  tuttavia ciò che ha introdotto chiaramente e magistralmente il pensiero di questa grande donna è stato il filmato che riportava brani di interviste alla stessa Saunders durante le quali ella ripercorreva le tappe del cammino che l’hanno portata dal desiderio giovanile di rendersi utile ai sofferenti, dapprima come infermiera e assistente sociale infine come medico,  all’incontro con David Tasma, un ebreo polacco di 40 anni che, sopravvissuto alla guerra e alle persecuzioni naziste, rimasto solo al mondo stava morendo a causa di un tumore inoperabile.

Proprio quell’uomo, che pensava che il suo nome non avrebbe mai avuto significato per nessuno, divenne il “paziente fondatore” degli hospice  così come sono oggi e che rappresentano, nella definizione della Saunders, «un qualcosa che sta a metà tra un ospedale e una casa di un paziente, e che offre qualcosa di entrambi».

Questa è esattamente la spiegazione di Hospice che io stesso utilizzo per spiegare, ancora oggi, alle persone che incontro (i miei pazienti) che a causa dei sintomi o per condizioni assistenziali particolari, non possono essere curati al loro domicilio.

Non è facile e sicuramente sgradevole per ciascuno di noi,  operatore sanitario anche per il più esperto, comunicare a una persona l’imminenza della sua morte, infatti la Saunders affermava che «nessuno vuole sentirsi dire che sta per morire….nessuno vuole sentire cattive notizie» tuttavia vi è l’inizio di un percorso di consapevolezza «sulla base di quello che sta succedendo al proprio corpo, di come le persone intorno reagiscono, di quello che dicono e non dicono…..se neghi l’esistenza di un problema non lo affronti!». È sorprendente quanto, di queste semplici parole, venga successivamente dimostrato, spiegato, ribadito in innumerevoli studi di medicina, di psicologia e di etica.

Un’altra fondamentale intuizione della Saunders è stato il concetto di dolore totale che spiega come il corpo e la mente interagiscano e, unitamente alla condizione sociale e alla situazione particolare in cui si vive, determinino l’intensità delle manifestazioni dolorose. Da questa complessità discende la necessità di curare al meglio il dolore e gli altri sintomi, spesso numerosi, nelle fasi terminali delle malattie croniche, missione specifica e peculiare della Medicina Palliativa che richiede agli operatori la massima competenza tecnica professionale unitamente a competenza e sensibilità umane particolari al fine di poter essere in grado di compatire, etimologicamente «soffrire con», ossia accompagnare nella sofferenza le persone di cui ci prendiamo cura ed essere in grado di consolarle ossia, sempre etimologicamente, non lasciarle sole.

Un grazie di cuore, dunque, al Banco Farmaceutico di Torino che ricordando Cecily Saunders, promuovendone la figura e l’opera con la mostra e il convegno, ricorda a tutti noi il dovere di cura e di rispetto per ogni persona umana che si avvia alla fine della vita perché comunque, in quanto persone, hanno sempre un inestimabile valore; la Saunders  infatti amava ripetere: «forse siamo solo piccoli granelli di polvere nell’immensità delle galassie; tuttavia ciascuno di noi ha un valore e questo valore permane perché ci sei fino alla fine della tua vita».

© Bioetica News Torino, Giugno 2019 - Riproduzione Vietata