Dopo un decennale insegnamento della Bioetica presso il Ciclo di Specializzazione in Teologia Morale con indirizzo Sociale del Polo Teologico di Torino e la condivisione con i partecipanti di numerosi argomenti dibattuti nel panorama culturale della società contemporanea – ad esempio l’anno scorso in Bioetica avanzata si trattò la prospettiva antropologica per il terzo millennio nella cornice multiforme dello sviluppo sostenibile «Nutrire il pianeta», promosso dall’Expo di Milano – quest’anno in Avanzata si è voluto riflettere sul senso del discorso bioetico nel tempo odierno con uno sguardo teso al futuro.
L’avanzare celere delle novità tecnoscientifiche e biomediche ha aperto e apre scenari nuovi nell’ambito della cura e della terapia con risultati eccellenti, ma desta anche ambiguità e perplessità riguardo all’agire etico dell’uomo verso scelte che possono dischiudergli in futuro nuovi orizzonti antropologici.
Il tutto avviene in un tempo nel quale si discute a posteriori di problemi etici già innestati con l’uso della tecnica, come le vecchie questioni legate all’inizio vita (la natura dell’embrione in vitro) e al fine vita (eutanasia), i cui dibattiti rimangono irrisolti dopo molti anni di attività bioetica attraverso le sue pluriforme espressioni e studi interdisciplinari teologici, filosofici, giuridici e medici. Nella disamina etica di problematiche vecchie e nuove sulle scienze della vita danno il loro apporto recenti contributi specialistici come il bio-diritto e la bio-medicina, la bio-politica e la bio-economia.
Oggi il discorso bioetico viene a confrontarsi con una società occidentale multiculturale, multietnica che presenta fedi religiose diverse e con un mondo globalizzato verso cui non può che non estendere il proprio sguardo e varcare i tradizionali confini geografico e sociale. A questo proposito si può dire che l’enciclica «Laudato Si’» di Papa Francesco solleciti ad una responsabilità comunitaria verso tutti gli abitanti del pianeta, in particolar modo delle aree più povere.
Sono trascorsi quasi cinquant’anni da quando l’oncologo nordamericano Van Rensselaer Potter associò il termine bio-etica all’esigenza di una iniziale consapevolezza etica ambientale per salvaguardare la salute dell’uomo sulla terra idealizzando “un ponte” tra la conoscenza biologica e i valori umani e dall’incedere di quei primi passi scientifici – la scoperta del Dna a doppia elica (1953), la pillola anticoncezionale Pintus (1960) o ancora il trapianto di cuore nel 1967 e la prima neonata concepita in vitro (1978) – che accompagnarono tra gli anni Sessanta e Settanta negli Stati Uniti prima e in Europa poi, gli sviluppi di una nuova sensibilità etica.
Al Master si vuol riflettere in otto incontri sul quadro odierno della bioetica con un approccio critico retrospettivo e sulle nuove sfide.
Riportiamo in un dossier gli abstract sulle lezioni dedicate ai fondamenti filosofici e giuridici che sono state tenute da esperti illustri quali i professori Adriano Pessina, docente di Filosofia Morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Stefano Semplici, docente di Etica Sociale dell’Università Tor Vergata di Roma e Luciano Eusebi, docente di Diritto Penale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Apre il dossier una sintesi dell’intervento del professore Massimo Reichlin, ordinario di Filosofia Morale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, che con una Lectio magistralis sul tema «Bioetica: revisione critica e prospettive future» ha inaugurato il nuovo anno accademico in Facoltà Teologica lo scorso 10 ottobre.
Leggi l’abstract di
«Bioetica: revisione critica e prospettive future» del prof. Massimo Reichlin
© Bioetica News Torino, Marzo 2016 - Riproduzione Vietata