Prospettive educative e percorsi didattici
Parlare a scuola della vita, della sua dignità, delle scelte determinanti e significative che proprio in ordine ad essa possono essere compiute, significa avvicinare i giovani al cuore stesso della realtà della loro vita. Significa parlare di quei valori universali che costituiscono i punti di riferimento per una corretta educazione e formazione delle nuove generazioni, ovvero di coloro che possono guardare alla vita ricchi di speranza.
Alla luce di questa premessa, alcuni anni fa il Servizio nazionale per l’Insegnamento della religione cattolica (Irc) della Conferenza episcopale italiana ha proposto di elaborare del materiale didattico per i docenti (non solo per quelli di Religione, bensì anche per i docenti delle materie umanistiche e scientifiche) facilmente spendibile e utilizzabile nelle attività didattiche di classe, al fine di educare e sensibilizzare i più giovani ad una nuova cultura della vita, avvicinandoli, così, alle grandi tematiche della bioetica.
Il Servizio nazionale per l’Irc ha successivamente invitato gli Uffici Scuola di quattro diverse diocesi (Aosta, Torino, Lecce, Matera) a partecipare al progetto coinvolgendo nel lavoro di stesura delle unità didattiche di apprendimento alcuni docenti di religione.
Per l’Arcidiocesi di Torino, quindi, sono stati individuati dal Direttore dell’Ufficio Diocesano Scuola, don Bruno Porta, tre docenti (tra cui la sottoscritta), ai quali, indubbiamente, è stata offerta un’interessante opportunità di crescita nella professionalità educativo-didattica, oltre che nella conoscenza di alcune tematiche di bioetica.
L’obiettivo, infatti, di questo lavoro è stato prima di tutto l’elaborazione di tracce di lavoro sui principali e più significativi temi della bioetica (ad es. la dignità di ogni vita umana dal suo nascere al suo volgere a termine; la generazione e la filiazione responsabili; manipolazione e controllo della vita umana), ponendo gli insegnanti nella condizione di adottare delle strategie didattiche e comunicative che potessero essere un buono strumento per promuovere valori tanto alti.
Agli educatori e agli insegnanti certamente non è stato e non sarà mai chiesto di diventare specialisti in bioetica, quanto piuttosto di integrare la propria cultura generale mediante alcuni strumenti che li possano orientare nelle tematiche e acquisire su di esse uno sguardo “sapienziale”.
Partendo, difatti, pur da un sapere minimo di bioetica, è possibile comunque costruire delle mappe concettuali che svolgano un ruolo di guida per intercettare gli interessi e le curiosità degli allievi, collegandole ai percorsi didattici previsti dalle singole discipline e contribuendo a promuovere una vera cultura della vita; e ciò in considerazione del fatto che specialmente a chi opera in campo culturale spetta l’arduo compito di mettere in risalto le ragioni che fondano e sostengono il rispetto di ogni vita umana, trovando in ciò preziosi punti di contatto e dialogo anche con i non credenti.
A partire dagli anni ‛80, ma più ancora negli anni ‛90 del Novecento, le questioni bioetiche sono emerse in modo sempre più massiccio a livello mediatico, tanto che anche nelle scuole è stata avvertita l’esigenza di attivare esperienze più o meno sistematiche di insegnamento di bioetica, in genere collegate alle discipline scientifiche o di Educazione alla salute.
Dopo la Convenzione di Oviedo del 1997 è stato siglato un protocollo di Intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione e il Comitato Nazionale di Bioetica (6.10.1999) con la specifica finalità di sviluppare iniziative comuni a favore delle scuole volte alla conoscenza dei problemi che scaturiscono dai progressi delle scienze in rapporto alla vita dell’uomo, dall’uso delle biotecnologie e dalla sempre maggiore acquisizione di consapevolezza delle implicazioni giuridiche, sociali e morali connesse a tali progressi.
Da allora molte esperienze sono state realizzate nelle scuole, compreso il tentativo di istituire dei luoghi di documentazione e di confronto per gli insegnanti, quali laboratori per la didattica della bioetica. Sono stati, inoltre, individuati sul piano teorico gli ambiti, o meglio le aree tematiche maggiormente vicine ai programmi ministeriali delle diverse discipline. Naturalmente si può immaginare un riferimento implicito alla bioetica laddove con gli studenti si affrontano questioni in special modo legate ai diritti umani, alla tutela dell’ambiente, al rispetto della vita e della dignità dell’uomo.
A tal proposito, qui di seguito viene proposto al lettore un esempio di possibile sviluppo di attività didattica sul tema della dignità e del valore della vita, con l’auspicio che possa evidenziare quanto molteplici discipline scolastiche possano divenire un perfetto e prezioso strumento di approccio alla bioetica.
Esempio di unità di apprendimento
IL VALORE DELLA VITA UMANA
Destinatari: Classe Seconda della Scuola secondaria di 1° grado
Argomento generativo: La dignità della vita umana
Obiettivi di comprensione di inquadramento generale o della durata di un corso:
– gli allievi scopriranno l’importanza e la bellezza della vita umana
– gli allievi comprenderanno il valore e la dignità di ogni vita umana
Obiettivi di comprensione della durata di una Unità:
– gli allievi comprendono cosa rende bella la vita e le dà valore
– gli allievi comprendono perché la vita umana è dono e gioia
– gli allievi comprendono in che modo l’uomo rispetta e cura la propria vita e quella degli altri
Tempi: 3 unità orarie
Lavorare in classe
Prestazioni di comprensione:
gli allievi lavoreranno per conseguire gli obiettivi di comprensione attraverso una o più attività fra quelle qui di seguito proposte. Il docente, in base al tempo a disposizione, potrà utilizzare anche parzialmente le attività suggerite oppure integrarle con altro materiale e attività.
ATTIVITÀ n°1
Far scrivere sul quaderno almeno dieci cose che rendono bella la vita. Dare 10 minuti di tempo e poi leggere e commentare le risposte.
ATTIVITÀ n°2
La classe viene divisa in 3 o 4 squadre. Per ogni squadra si nomina un capitano che ha il compito di scrivere su un foglio le cose suggerite dai compagni.
Si dà un tempo massimo di 8 minuti per far scrivere ciò che rende bella la vita.
Vince il gruppo che nel tempo dato scrive il maggior numero di cose.
Alla fine commentare le risposte chiedendo motivazione di esse.
ATTIVITÀ n°3
Leggere e commentare il Salmo 8.
ATTIVITÀ n°4
Leggere e commentare Gen1-2: la dignità della persona sta nell’essere a immagine e somiglianza di Dio.
ATTIVITÀ n°5
Leggere e commentare qualche testo di canzone che abbia come tema la vita umana ed il suo valore.
Es.
La nostra vita di Eros Ramazzotti
Vivere di Vasco Rossi
Voglio una vita spericolata di Vasco Rossi
Mettere a confronto i diversi modelli di approccio al senso della vita che emergono dai testi.
Per trovare i testi delle canzoni visitare il sito: www.italianissima.net
ATTIVITÀ n°6
Questionario – Rispondere sul quaderno alle seguenti domande sulla vita:
– Per quale scopo/i la vita vale la pena di essere vissuta?
– Hai mai provato l’angoscia di vivere? In quali momenti? Racconta…
– Conosci storie di ragazzi/e portatori di handicap o di genitori di bimbi malati o che testimoniano amore per la vita? Che cosa ne pensi?
– Che cosa secondo te si intende dire con l’espressione: “Attacchi alla vita”? Fai qualche esempio…
Leggere alcune risposte e commentare.
ATTIVITÀ n°7
Scrivere sul quaderno 10 motivi per cui vale la pena vivere (es. famiglia, amici, amore, divertimento…), e poi scrivere 10 motivi per cui non sempre è facile vivere (es. problemi, guerra, dolore, malattia…).
Leggere le risposte e commentare (discussione di gruppo).
ATTIVITÀ n°8
Lavoro interdisciplinare (da svolgere in collaborazione con l’insegnante di Educazione Artistica):
«La figura umana nel Medioevo in rapporto al pensiero religioso» (in special modo nel 1000 d.C e nel Gotico).
ATTIVITÀ n°9
Brainstorming alla lavagna sulla frase: «I valori della vita».
ATTIVITÀ n°10
Lettura del racconto: «Un normale tavolo di noce» di Bruno Ferrero, tratto da B. Ferrero, Storie belle e buone, ed. LDC.
ATTIVITÀ n°11
Gioco-quiz. Mettere in ordine decrescente le seguenti azioni in base al valore che si dà ad esse:
– essere ricco
– essere in salute
– vestirsi bene
– leggere e ascoltare la Parola di Dio
– curare il proprio corpo
– pregare
– assistere una persona malata
– essere bello
– aiutare un compagno in difficoltà
– fare acquisti
– vincere al Totocalcio
– collaborare in famiglia
– avere tanti amici
ATTIVITÀ n°12
«I falsi valori trasmessi spesso dalla pubblicità circa la persona umana».
L’identikit della persona che vale, ovvero la persona ideale secondo la pubblicità.
Cartellone con immagini pubblicitarie che evidenzino i falsi valori (es. la persona appare spesso ricca, bella, intelligente, forte, giovane ecc.).
Mettere poi il risultato del lavoro a confronto con la testimonianza vera di un anziano, o di un malato, o di un handicappato che testimoni perché ha senso, ha valore, ha dignità la vita comunque (es. testimonianze di personaggi famosi come Ambrogio Fogar, Rosanna Benzi).
ATTIVITÀ n°13
Qualche riferimento biblico e al Magistero:
Gaudium et spes, nn.12 e 27.
Gen 1,26; Sal 8,6-7; Sap 7,22-28; Sir 27,4-7; 1 Ts 5,23.
Principali documenti del Magistero della Chiesa sul tema della vita e della dignità della persona umana:
Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Donum vitae, 22 febbraio1987
Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione Gaudium et spes, 7 dicembre 1965
Paolo VI, Enciclica Humanae vitae, 25 luglio 1968
Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Persona humana, 29 dicembre 1965
Conc. Ecum. Vat.II, Dichiarazione Dignitatis humanae, 7 dicembre 1965
CEI, Evangelizzazione e cultura della vita, 8 dicembre 1989
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 22 novembre 1981
Congregazione per la Dottrina della Fede, Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione, 22 febbraio 1987
CEI, Evangelizzazione e promozione umana, 1 maggio 1977
CEI, Consiglio Permanente, Comunità cristiana e accoglienza della vita umana nascente, 8 dicembre 1978
Metodo e strumenti:
Il metodo di lavoro utilizzato dovrà essere attento al gruppo classe (situazione di partenza, problemi educativi e disciplinari, abilità, competenze, particolari esigenze ecc.) e dovrà tener conto all’interno del piccolo gruppo di lavoro delle condizioni di omogeneità ed eterogeneità degli allievi. Si dovrà , infine, tener conto del singolo allievo e quindi dell’attività individuale. La metodologia sarà essenzialmente induttiva.
Tutto il processo di apprendimento avrà come punto di riferimento l’esperienza concreta di vita degli allievi. Le lezioni del docente potranno essere di tipo frontale (con maggiore attenzione all’ascolto della spiegazione dell’insegnante), o dialogato (con prevalenza della discussione di gruppo).
Gli strumenti e i mezzi di lavoro potranno essere i seguenti a secondo dell’attività prescelta:
– lettura e analisi del libro di testo (qualora il testo di Religione adottato presenti alcune tematiche di bioetica)
– lettura e analisi di documenti, articoli, fotocopie, ecc. fornite dal docente
– utilizzo di schemi, mappe, sintesi… creati per mezzo dell’uso della lavagna di classe o di una lavagna luminosa
– visione di videocassette o DVD
– osservazione di immagini e foto
– cartelloni;
– uso della Bibbia e documenti del Magistero
– documenti extra-biblici
– poesie, testi di canzoni
– slide
Verifica:
la verifica degli apprendimenti al termine dell’Unità potrà essere fatta in molteplici modi, qui di seguito sono suggerite alcune metodologie:
– prove oggettive (es. test a risposta multipla; ordinare una serie di termini secondo un criterio dato)
– prove soggettive (es. scrivere il senso/significato di un brano letto e commentare, comprensione del testo …)
– questionario (domande a risposta chiusa/aperta)
– esercitazioni orali (comprensione di un testo ed esposizione orale del contenuto)
– richiesta di riassunto orale dei contenuti della lezione precedente;
– controllo dell’attenzione e dell’ascolto in classe;
– controllo della comprensione (dei termini e dei concetti)
– richiesta di compilazione di tabelle prestampate sugli argomenti trattati (es. completare le frasi proposte)
Valutazione:
A livello di principi:
– la valutazione è continua
– gli allievi esprimono le competenze acquisite attraverso osservazioni critiche, elaborazioni di schemi di sintesi, domande per avviare la riflessione e l’approfondimento dei temi svolti
– docente e allievo valutano il lavoro secondo dei criteri stabiliti che sono connessi agli obiettivi di comprensione
– la valutazione è frequente e casuale, condotta in stile conversazionale e spontaneo
– il docente guida l’allievo nell’autovalutazione (fornisce frequenti opportunità di feedback).
Riferita all’UdA – Classe prima:
– l’allievo sa collegare all’espressione “valori della vita” dei termini specifici (brainstorming)
– l’allievo comprende un testo letto (è in grado di riassumerlo brevemente e di indicarne il senso)
– l’allievo dimostra capacità di comprensione circa l’importanza dei valori proposti e sa individuare i disvalori opposti ad essi
– l’allievo sa descrivere correttamente l’attività svolta e gli obiettivi personali raggiunti per mezzo di essa.
Griglia di valutazione:
La valutazione in itinere farà riferimento ad una scala di giudizio ad intervalli secondo il criterio dei giudizi sintetici adottati dal Collegio dei Docenti e riportati sulla scheda di valutazione ministeriale.
Giudizio sintetico:
N.S. = Non sufficiente (4-5)
S = Sufficiente (6)
B = Buono (7)
D = Distinto (8)
O = Ottimo (9-10)
Giudizio strutturato:
(adeguato agli obiettivi di comprensione e di prestazione)
Per informazioni relative al Progetto “Bioetica e Scuola” rivolgersi al Centro Cattolico di Bioetica
Via XX Settembre, 83 – Torino
Referente: prof.ssa Clara Di Mezza
e-mail: claradimezza@alice.it
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