L’Intelligenza artificiale segna l’inizio di una nuova era per l’umanità. Sta infatti pervadendo ogni ambito della nostra esistenza, modificando abitudini, stili di vita e costumi. Il fenomeno rappresenta una rivoluzione cui non è possibile sottrarsi, costituisce senza ombra di dubbio uno spartiacque tra un prima e un dopo. Dove ci condurrà è impossibile prevederlo, ma sicuramente non possiamo ignorare un fenomeno di così grande portata. E’ pertanto nostro dovere prepararci, a cominciare dalla scuola di ogni ordine e grado. La nuova pedagogia digitale impone un adeguamento della didattica, la rimodulazione di un iter scolastico in grado di cogliere il segno dei tempi e formare le nuove coscienze. Ai giovani di oggi, alle loro capacità, conoscenze e competenze è affidato il futuro del mondo. Alle nuove potenzialità corrispondono responsabilità per tutelare la dignità umana e salvaguardare e custodire il creato.
Enrico Larghero
L’Intelligenza artificiale segna l’inizio di una nuova era per l’umanità. Sta infatti pervadendo ogni ambito della nostra esistenza, modificando abitudini, stili di vita e costumi. Il fenomeno rappresenta una rivoluzione cui non è possibile sottrarsi, costituisce senza ombra di dubbio uno spartiacque tra un prima e un dopo. Dove ci condurrà è impossibile prevederlo, ma sicuramente non possiamo ignorare un fenomeno di così grande portata. E’ pertanto nostro dovere prepararci, a cominciare dalla scuola di ogni ordine e grado. La nuova pedagogia digitale impone un adeguamento della didattica, la rimodulazione di un iter scolastico in grado di cogliere il segno dei tempi e formare le nuove coscienze. Ai giovani di oggi, alle loro capacità, conoscenze e competenze è affidato il futuro del mondo. Alle nuove potenzialità corrispondono responsabilità per tutelare la dignità umana e salvaguardare e custodire il creato.
L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando il mondo a un ritmo vertiginoso, innescando una trasformazione epocale che permea ogni aspetto della nostra esistenza, (non ci sono ambiti della nostra vita che non siano toccati, anche solo marginalmente, dalla trasformazione digitale), e sempre più la permeerà.
La definizione di IA che diedero nel 1955 McCarthy, Minsky, Rochester e Shannon è l’unica ancora oggi condivisa dagli esperti: «[…] far sì che una macchina agisca con modalità che sarebbero definite intelligenti se un essere umano si comportasse allo stesso modo». Possiamo comprendere come tale progresso tecnologico, in cui le macchine sono in grado di replicare il comportamento umano, possa, da una parte dispiegare un potenziale immenso e dall’altra sollevare inedite e complesse implicazioni etiche che richiedono un’attenta disamina e un impegno collettivo per definire i confini e garantire un utilizzo responsabile. Questi temi sono stati al centro della Conferenza Nazionale di Bioetica per le Scuole 2024, con il titolo “Etica dell’Intelligenza Artificiale: opportunità e rischi” tenutasi a Napoli nei giorni scorsi. Alla Conferenza hanno partecipato esponenti autorevoli, quali il Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica della Presidenza del Consiglio dei ministri Prof. Angelo Luigi Vescovi, alcuni membri del CNB, tra i quali i Proff. Luisella Battaglia, Lorenzo d’Avack, Alberto Gambino, Mariapia Garavaglia, Maurizio Mori, Giovanna Razzano e il Preside del Liceo di Caivano, Prof. Claudio Mola.
Nel panorama contemporaneo l’IA emerge con una forza paragonabile per impatto e rilevanza storica a due precedenti innovazioni rivoluzionarie: l’elettricità e la stampa. L’avvento dell’elettricità ha determinato un radicale stravolgimento dei processi industriali e della vita domestica, alimentando l’ascesa della società moderna. Analogamente, la stampa ha agito come catalizzatore nella diffusione della conoscenza e nella comunicazione umana, ponendo le basi per l’odierna società dell’informazione. In maniera speculare, l’IA si proietta come agente dirompente, destinato a sovvertire profondamente i paradigmi consolidati in innumerevoli settori della nostra società. Il dibattito, particolarmente costruttivo e stimolante, ha posto in evidenza come l’IA possa offrire grandi opportunità e sia in grado di contribuire al miglioramento e all’efficienza della produttività in svariati settori: l’economia, la ricerca in ambito farmaceutico e sanitario, l’automotive, la produzione industriale, l’agricoltura, la vita quotidiana, lo svago, la sicurezza, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile oltre a fornire un importante contributo nella risoluzione di problemi complessi. Tuttavia, hanno rimarcato gli esperti, non mancano i rischi, in quanto un utilizzo incontrollato dell’IA potrebbe causare la perdita di posti di lavoro, l’aumento della disuguaglianza, la possibilità di manipolazione delle persone e la diffusione di disinformazione, la perdita di autonomia e privacy. Ci sarà una sempre maggiore interazione dell’essere umano con la macchina, virtuale e reale saranno sempre più intrecciati; sarà sempre più complicato distinguere se un’opera intellettuale (un libro, un articolo, un brano musicale, un’opera d’arte) è il prodotto dall’ingegno umano o è stato realizzato da una macchina. Dal punto di vista sociale, l’accesso e la fruizione dei benefici offerti dall’IA, potrebbero esacerbare le disuguaglianze esistenti; è pertanto indispensabile garantire un accesso equo e “democratico” alle tecnologie e alle competenze necessarie per il loro utilizzo; tale scenario potrebbe determinare una significativa amplificazione del divario digitale, con conseguenze negative per la coesione sociale e la crescita economica. Bisogna intervenire rapidamente per sviluppare, formare e formalizzare un pensiero etico per l’IA.
Siamo pronti ad affrontare questa sfida? Le nuove generazioni sono attrezzate e formate per governare questo cambiamento e non subirlo? Domande che si sono posti gli esperti e gli studenti convenendo
entrambi sul ruolo fondamentale della scuola alla quale spetta il compito di educare ed aiutare i giovani nello sviluppare un pensiero critico sull’IA, sui suoi rischi e sulle sue opportunità, mettendo a disposizione tutti i mezzi disponibili, avvalendosi del supporto di organizzazioni e di esperti la cui conoscenza in materia sia consolidata. L’intelligenza artificiale si configura come uno strumento dotato di un potenziale immenso. Spetta a ciascuno di noi adoperarla in maniera etica e responsabile, al fine di costruire un futuro migliore soprattutto per le generazioni che verranno.
Davide Boasso
© Bioetica News Torino, Agosto 2024 - Riproduzione Vietata