Una fotografa, Lisetta Carmi, nel cuore delle acciaierie Italsider, con i portuali - i “camalli”- di Genova e tra le donne dei sugherifici. I suoi sguardi sul lavoro negli anni Sessanta del Novecento testimoniano le condizioni di lavoro, le voci di dignità e diritti. Le stesse voci che salgono e gridano dal murale per i morti dell’acciaieria Thyssenkrupp a Torino. Restituiscono frammenti di immagini e biografie, come nel dramma-poesia di Alda Merini che coglie la vita della giovane operaia, dal grembiule colmo di rose, stritolata nel macchinario.
Dignità del lavoro e dignità dell’uomo, due assiomi irrinunciabili, che continuano ad essere smarriti: le statistiche segnalano l’aumento delle morti sul lavoro dei giovani, oltre 200 nel 2022, e delle malattie professionali. Una risposta nella nostra Costituzione, nella promozione del bene comune, nel lavoro che concorre al progresso materiale e spirituale della società, ed una sfida nella Genesi, nell’atto di custodire e coltivare che contiene dignità e libertà.
Oddio il mio grembiule
guarda come mi torno indietro
era una bobina di anima
ogni giorno un filo d’amore
ogni giorno quelle ore che mi massacravano
io ogni giorno non ridevo mai
Alda Merini, Il grembiule in Antenate, 2008 1
Essere lavoro
Il grembiule evocato da Alda Merini è metafora del lavoro di donna, del lavoro in fabbrica e della morte per lavoro. Il grembiule è la rappresentazione dell’esistenza, della vita disegnata e consumata tra i ritmi del lavoro e il volere dell’immaginazione, i sogni dell’animo e del cuore. “Il mio grembiule era pieno di rose” dice la donna e subito constata “non hanno voluto pagarmi/né il grembiule e neanche la vita/perché ero una donna che non poteva sognare”. Alda Merini evoca e fa parlare in prima persona la giovane donna, un’operaia, morta sul lavoro ed ancora presenza viva nella forza dei sogni, consumata in un lavoro ripetitivo, assorbente, logorante. Morta per una distrazione, nel ritmo del lavoro. La giovane è il suo grembiule, annota Alda Merini, un grembiule colmo di rose, anche in quel giorno, un giorno qualsiasi quando quella donna “aveva perso di vista il suo grembiule”.
I versi richiamano le molte morti sul lavoro e la condizione delle donne che in fabbrica hanno rincorso il senso di una parità spesso mai raggiunta. Il lavoro e la morte, come nell’incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25 marzo 1911 e dove 129 donne 2, in gran parte immigrate, persero la vita. Le condizioni gravose, l’agire discriminante e le ridotte opportunità sono – ieri come oggi – indicatori della privazione dei diritti fondamentali per un lavoro dignitoso 3.
Al lavoro e ai suoi ritmi, alla condizione delle donne rimanda l’immagine del movimento delle mani, ritmico e uguale, nel sugherificio di Calangianus, che Lisetta Carmi nel 1964 fissò in uno scatto in bianco e nero. Un moto apparentemente umile osservato nella sua eleganza, di estrema bellezza, che contiene e trattiene fatica e durezza.
Dignità e forza
Lisetta Carmi, concertista e pianista, poi fotografa negli anni 60 e 70 del Novecento, ha avuto uno sguardo attento alla società, alle condizioni marginali e nascoste, all’identità di genere 4. Grande interprete della fotografia sociale nella seconda metà del Novecento, ha scrutato in profondità lo sfruttamento del lavoro, l’emarginazione e la condizione femminile, immergendosi nelle esistenze e negli ambienti senza pregiudizi e senza retorica 5. Fotografa e dà visibilità ad ambienti invisibili e all’invisibilità dei lavoratori. L’atto di fotografare non è distaccato, passivo, ma è costituito dalla relazione tra sé e l’altro. Ha un fare di prossimità con il mondo di coloro che non hanno né forza né voce. Svela la dimensione morale nelle esistenze e ne mostra la bellezza.
Lisetta Carmi sarà al porto di Genova a ritrarre la fatica degli uomini e la forza dispiegata nel lavoro, a testimoniare le condizioni estreme dei “camalli”. Il portuale che scarica i fosfati è un ritratto che unisce durezza del lavoro e bellezza. Lo scatto è dall’alto, l’uomo è a petto nudo, ricoperto di una velenosa polvere bianca, ma la fatica dell’esistenza qui è già incanto di forme, quelle di una statua inondata di luce dall’alto.
Vita e morte
E sarà all’Italsider per fotografare l’acciaieria e i suoi artefici. Ne scaturisce una narrazione, un reportage di una città parallela, celata, all’interno di Genova. Insieme a lei negli stabilimenti dell’Italsider nel 1964 Luigi Nono registra i rumori e li assume a base della sua composizione “La fabbrica illuminata”, dedicata agli operai della Italsider di Genova. Lisetta Carmi si introduce all’interno delle acciaierie, osserva gli enormi antri di fuoco, le campate gigantesche dove minute esistenze animano e dirigono il ritmo terrifico della fonderia e dell’acciaio fuso. Gli scatti fissano dignità e vita, esprimono forza e resistenza.
L’acciaieria, luogo di senso e fatica di vivere. E di morte. Come nell’incidente avvenuto, decenni dopo, nel 2007 nello stabilimento Thyssenkrupp di Torino; considerato tra i più gravi avvenuti sul lavoro nell’Italia degli ultimi decenni. Un murale dedicato alle sette vittime è stato realizzato nel 2010, come opera pubblica e partecipata, da un gruppo di collettivi di artisti e con il coordinamento di MKE 6.
Una lunga striscia nera scorre sul muro di corso Valdocco a Torino. Emergono tra le fiamme, la data e l’ora della tragedia. Le mani protese si aggrappano alla ricerca della salvezza, le fiamme si dilatano, un estintore versa schiuma e parole: sicurezza, lavoro, contratto, turno, figli. Il fuoco divora le parole e i nomi delle vittime.
Dignità del lavoro e dignità dell’uomo, due assiomi irrinunciabili, che continuano ad essere smarriti: le statistiche segnalano in Italia l’aumento delle morti sul lavoro -oltre 200 quelle dei giovani nel 2022- e delle malattie professionali 7.
Quale prospettiva di senso nel lavoro, con dignità e sicurezza? E come guardare alla dignità dell’uomo e a quella del lavoro, scrutando relazioni e contraddizioni? Una risposta è nella nostra Costituzione, nella promozione del bene comune, nel lavoro che concorre al progresso materiale e spirituale della società, ed una risposta-sfida è contenuta nel mandato di coltivare e custodire della Genesi, nel senso che lega libertà e dignità. Richiamando l’urgenza dell’impegno di tutti contro le morti sul lavoro, papa Francesco avverte “è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro” 8.
1 – Alda Merini, Antenate, ed. Manni, 2008, p. 35
2 – http://trianglefire.ilr.cornell.edu/story/introduction.html Cornell University
3 – Agenda ONU 2030. Il lavoro dignitoso per tutti è indicato tra le principali priorità dell’Agenda 2030, riduce le disuguaglianze ed è motore per lo sviluppo sostenibile.
4 – Lisetta Carmi (Genova 1924-Cisternino 2022), appartenente ad una famiglia di origini ebraiche, a causa delle leggi razziali nel 1938 deve abbandonare la scuola e rifugiarsi con la famiglia in Svizzera. Studia pianoforte e intraprende l’attività di concertista sino al 1960 quando inizia l’esperienza di fotografa.
5 – Una mostra monografica (dal 22 settembre 2022 al 12 febbraio 2023) alle Gallerie d’Italia, Museo di Intesa Sanpaolo, a Torino ne documenta l’attività artistica di fotografa. La mostra, a cura di Giovanni Battista Martin, ha il titolo “Lisetta Carmi. Suonare Forte” che evoca l’attività di pianista e il suo passaggio all’arte fotografica, nell’intensità della passione, della capacità di rinnovarsi e mutare. https://gallerieditalia.com/it/torino/mostre-e-iniziative/archiviomostre/
6 – MKE Monkeys Evolution ha coordinato e realizzato il murale, in un’azione d’arte collettiva con Artefatti, KNZ Studio, Il Cerchio e le Gocce e l’Associazione Legami d’Acciaio, con il contributo della Città di Torino ed il benestare della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte e dell’Archivio di Stato di Torino. Nel 2019 è stato effettuato l’intervento di restauro al murale, con la realizzazione di un cantiere didattico degli studenti del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Torino, sotto la direzione del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. L’intervento aderisce al protocollo conservativo per l’arte pubblica e la formazione sulla conservazione dell’arte urbana. Il murale a memoria delle vittime della Thyssen, rappresentativo di un dramma che turbò profondamente l’opinione pubblica, è stato individuato come opera da salvaguardare per qualità, impatto sociale e valore per la cittadinanza.
7 – https://dati.inail.it/opendata/default/Infortuni/index.html ;
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-01/inail-morti-lavoro-incidenti-denunce-covid-acli-malattie.html
8 – Omelia, 24 dicembre 2021, Basilica Vaticana https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2021/documents/20211224-omelia-natale.html Sul lavoro umano, nello sguardo verso “la dignità dell’uomo, la fraternità e la libertà”: la Lettera Enciclica LABOREM EXERCENS di Giovanni Paolo II https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_14091981_laborem-exercens.html
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