La Galleria è una rubrica di suggerimenti e proposte di mostre ed eventi di arte, che coniugano bellezza, riflessione poetica, diritti e valori
In questo numero sono presentate mostre sui temi della libertà e della Resistenza (collettiva L’ARTE DI ESSERE LIBERI ), sul senso dell’esistenza e dell’umanità, oggi, passando attraverso i drammi della guerra e dell’Olocausto (LUCIANO MINGUZZI, UOMINI), sulle diaspore e l’identità che compongono le nostre molteplicità (BINTA DIAW, IL PEUT PLEURER DU CIEL). Altre proposte hanno per focus l’indagine sulla nostra relazione con l’ambiente e la natura, attraverso la necessità di auto-responsabilità individuale e di scelte etiche e consapevoli (RENÉ MAYER, MUTAZIONI FURTIVE) e il contatto con le atmosfere delle stagioni all’insegna della coscienza sociale e ambientale ( REBECCA MOCCIA, ATMOSFERICA STAGIONI E TEMPERAMENTI ). Alcuni eventi espositivi consentono l’osservazione della realtà, dell’umanità e delle trasformazioni del mondo, superando barriere e stereotipi di genere ( MARGARET BOURKE-WHITE. L’OPERA 1930-1960 ), la ricerca e la presentazione della bellezza, nel suo status formale e spirituale, dai classici alla contemporaneità (I TEMPI DEL BELLO. TRA MONDO CLASSICO, GUIDO RENI E MAGRITTE) o la visione tra buio e luce, tra realtà e immaginazione, mediata dalla condizione fantastica e onirica, dal grottesco e surreale dell’esperienza artistica di Italo Cremona.
● L’ARTE DI ESSERE LIBERI (fino al 28 luglio 2024, prosegue itinerante sino al 2025 in altre sedi)
Castello di Monastero Bormida
5 luglio – 28 luglio 2024
Attorno al tema della libertà e della Resistenza si articola L’arte di essere liberi, una collettiva itinerante che proseguirà anche nel 2025 (ad aprile era a Costigliole d’Asti, a giugno a Portacomaro e sarà proposta in altre località dopo Monastero Bormida, tra cui Nizza Monferrato e Canelli). Curata da Claudio Cerrato, è composta dalle opere di una trentina di artisti che esprimono la lettura dei valori costituenti attraverso la personale visione contemporanea. La mostra coinvolge nella riflessione, non commemorativa, ma di ricerca e a preludio dell’80° Anniversario della Liberazione nel 2025, su cosa resta di vivo di quel tempo e quanto di quegli ideali e valori rintracciamo oggi nella nostra composita società. Gli artisti coinvolti si addentrano nella ricerca dell’idea di libertà, confrontandone il senso nei tempi della dittatura e in quelli della nostra contemporaneità. Tra gli artisti in mostra, Viola Barovero con il dipinto Ragazzo del ’25. La sua opera è stata esposta in Polonia a Varsavia nel 2016 (Art Fragments – Spokojna Gallery, Warszawa, Polska 2016) e nel 2020 ha vinto un premio internazionale del ritratto al Festival dell’Accademia di San Pietroburgo (“Around the World. Art without Borders”).
Per info:
https://www.israt.it/images/2024/locandina_monastero_bormida_page-0001.jpg
● LUCIANO MINGUZZI, UOMINI (fino al 22 settembre 2024)
Castello Gamba – Châtillon AO
13 luglio – 22 settembre 2024
Focus dell’esposizione, richiamata dal titolo, è l’umanità osservata e presentata dall’artista Luciano Minguzzi.
La mostra di opere di Luciano Minguzzi (1911-2004) – artista tra i protagonisti della scultura italiana del Novecento – è ospitata presso il Castello Gamba a Châtillon, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Valle d’Aosta. L’esposizione, a cura dello storico e critico d’arte Davide Dall’Ombra, è il risultato della collaborazione tra Regione Autonoma Valle d’Aosta, Casa Testori, hub culturale milanese, e la Fondazione Luciano Minguzzi di Venezia.
Dà il titolo alla mostra un’opera imponente, Uomini, recentemente restaurata dal Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale di Torino. L’opera sarà esposta all’esterno del municipio di Saint-Vincent, durante il periodo della mostra, e successivamente sarà collocata nel parco del Castello Gamba.
Uomini evoca i caratteri di una maestosa pala d’altare, laica, di oltre sei metri di sviluppo. E’ costituita da tre statue in bronzo e fa riaffiorare l’immagine sinistra dei vagoni ferroviari piombati utilizzati per le deportazioni. Uomini: di cosa siamo fatti?, quale la nostra essenza e il nostro destino? L’opera conclude la ricerca artistica, civile e etica, realizzata dall’artista tra gli anni Cinquanta e Sessanta e dedicata ai sopravvissuti dell’Olocausto. Rispetto all’opera anteriore Uomini del Lager, qui Minguzzi scava nell’umanità, dai drammi del passato guarda al dolore di oggi, non si ferma alla memoria, ma la congiunge al presente. L’opera è stata pensata per essere condivisa, partecipata; inizialmente creata prevedendo due scalette perché il pubblico non si limitasse a osservare e a riflettere sui drammi del passato, ma fisicamente condividesse la condizione dell’umanità e della sua sofferenza.
Per info:
https://www.castellogamba.vda.it/minguzzi
● BINTA DIAW, IL PEUT PLEURER DU CIEL (fino al 13 OTTOBRE 2024)
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO, Torino
20 giugno – 13 ottobre 2024
La mostra di Binta Diaw (Milano, 1995), curata da Ilaria Bernardi, è co-organizzata e co-prodotta da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Associazione Genesi, nell’ambito della terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani.
Binta Diaw sceglie l’immersione multisensoriale ed il video per affrontare direttamente la questione delle migrazioni e dei continenti Europa e Africa, nella loro esistenza geografica e sociale e nelle implicazioni economiche e politiche. Richiama e interroga su identità, cultura e appartenenza.
L’artista, italiana di nascita e con genitori senegalesi emigrati in Italia, è interessata al concetto di diaspora, partendo dai movimenti che nel tempo determinano gli spostamenti dei popoli, siano essi volontari o forzati. Sceglie di allontanarsi dalla comune immaginazione dei fenomeni migratori, dagli stereotipi e dalle questioni politiche. Si insinua e ci conduce su un altro terreno, sulla vocazione ad andare oltre e altrove, si addentra sulla sensibilità dell’umanità e dei corpi migranti, nei legami con la natura e con le culture, richiama le parole di Edouard Glissant “ogni diaspora è il passaggio dall’unità alla molteplicità”.
Il video fissa in lontananza Lampedusa con le sue contraddizioni, osserva dall’alto l’oceano, l’acqua e le onde e evidenzia forme fluttuanti scure che sono stuoie di terra mosse dalla forza del mare e dei venti. Le stuoie sono la nostra terra, quale? Quella che scegliamo? Quella imposta? A terra, due grandi teli in plastica, parlano di inquinamento dell’acqua, di anonimato solo numerico dei migranti, ma rinviano anche al tappeto e all’immaginario culturale dell’accoglienza.
E’ la terza edizione annuale di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, promosso dall’Associazione Genesi dal settembre 2021, progetto itinerante, che ha l’obiettivo attraverso l’arte contemporanea di porre al centro i diritti umani.
Per info:
https://fsrr.org/mostre/binta-diaw-il-peut-pleurer-du-ciel/
● RENÉ MAYER, MUTAZIONI FURTIVE (fino al 18 agosto 2024)
SAB Spazio Arte Bubbio – Bubbio (AT)
15 giugno – 18 agosto 2024
Artista svizzero, René Mayer ha scelto il Piemonte e la Langa astigiana per sviluppare i suoi progetti in armonia con il paesaggio naturale e gli orizzonti collinari. SAB – Spazio Arte Bubbio – è un ex impianto di imbottigliamento abbandonato da tempo e trasformato in spazio di accoglienza dell’arte contemporanea. Proprio qui, nei grandi e luminosi spazi industriali, una trentina di opere recenti di Mayer sono esposte sino al 18 agosto. La mostra, curata da Luca Beatrice, presenta una narrazione d’arte astratta formata dalla ripetizione seriale delle fiches in plastica usate nei casinò al posto del denaro. Mayer rimanda alle tematiche ambientali e con le fisches, che modella, ricopre tavole e le rielabora nelle geometrie e colori dei pigmenti. L’artista compone una riflessione di colori e forme sulla superficialità dei comportamenti umani, sulla irresponsabilità del gioco perdente individuale e collettivo.
Cosa sono le Mutazioni furtive? L’artista richiama i piccoli comportamenti di ogni giorno, furtivi e segnati dalla inconsapevolezza, e che si traducono nella loro composizione collettiva, come fiches di un gioco perdente e determinante, nei disastri ambientali. Il gioco d’azzardo, con le sue tessere colorate, gioiose e apparentemente innocue, svela la gravità delle nostre piccole insensate scelte superficiali. Dietro all’apparenza, partendo dai piccoli comportamenti, Mayer rivendica la necessità dell’autoresponsabilità individuale, di vedere oltre le apparenze, di compiere scelte etiche e consapevoli.
Per info:
https://spazioartebubbio.com/2024/05/23/mutazioni-furtive/
● REBECCA MOCCIA, ATMOSFERICA STAGIONI E TEMPERAMENTI (fino al 17 novembre 2024)
Casa Zegna Trivero Valdilana (Biella)
25 maggio – 17 novembre 2024
Il progetto Atmosferica della giovane artista Rebecca Moccia è un percorso tra arte e natura pensato in due fasi distinte e con allestimenti diversi. Focus della ricerca di Moccia è esplorare i luoghi e la loro essenza, indagando le relazioni umane e non umane. Il progetto ideato per Casa Zegna guarda ai cambiamenti climatici e ambientali e li interseca all’umanità e all’affettività. Scruta percezioni ed emozioni insieme al senso della sostenibilità, dello sviluppo e dell’impronta umana.
L’allestimento entra in relazione con il paesaggio naturale del luogo. Atmosferica presenta – in forma visiva e materica/tattile – i cambiamenti tra periodo caldo (primavera ed estate) e freddo (autunno e inverno), usando colori freddi e colori caldi, materiali opposti che reagiscono diversamente al calore, schermano la luce, attenuano i rumori. L’allestimento si compone anche di arazzi, in collaborazione con il laboratorio di Manifattura Tessile della Comunità di San Patrignano. Moccia guarda al cambiamento, alla crisi climatica e risponde suggerendo una critica ai nostri comportamenti e addentrandosi nella poetica dell’avvicendarsi delle stagioni, delle temperature e delle atmosfere.
La mostra ATMOSFERICA. Stagioni e temperamenti si inserisce negli obiettivi di Fondazione Zegna di relazione tra natura, arte e scienza. Il progetto dialoga con Casa Zegna, polo archivistico e museale, e con l’Oasi Zegna, il vasto territorio e ecosistema di coscienza sociale e ambientale, che in linea di continuità coinvolge gli artisti e l’indagine artistica.
Per info:
https://www.fondazionezegna.org/mostre-temporanee/atmosferica-stagioni-e-temperamenti/
https://www.oasizegna.com/it/eventi/atmosferica-stagioni-e-temperamenti_10766.html
● MARGARET BOURKE-WHITE. L’OPERA 1930-1960 (fino al 6 ottobre 2024)
CAMERA Centro italiano per la fotografia Torino
14 giugno – 6 ottobre 2024
A cura di Monica Poggi, la mostra si compone di 150 fotografie, testimonianza della ricerca di Bourke-White, osservatrice della realtà, dell’umanità e delle trasformazioni del mondo, capace di superare le barriere di genere, fotografa per importanti riviste del ‘900. Realizza reportage sulle industrie americane, viaggia nell’Unione Sovietica ai tempi del cambiamento industriale di Stalin. Pubblica su Life, la sua foto della diga di Fort Peck è sulla copertina del primo numero del 1936 della rivista. Fissa architetture e macchinari industriali, oggetti e segni di realtà in mutamento, poi indaga la povertà, la segregazione razziale americana, la seconda guerra mondiale e gli orrori dei campi di concentramento. Bourke-White esplora le città, ritrae personaggi storici come Stalin e Gandhi. La sua ricerca e esplorazione fotografica è interrotta dal morbo di Parkinson. Un percorso di realtà e d’arte nella prima metà del ‘900 che la mostra di Camera raccoglie e presenta.
Per info: https://camera.to/mostre/margaret-bourke-white-l-opera-1930-1960/
● I TEMPI DEL BELLO. TRA MONDO CLASSICO, GUIDO RENI E MAGRITTE (fino al 12 gennaio 2025)
Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in Palazzo San Francesco Domodossola (VB)
18 luglio 2024 – 12 gennaio 2025
Qual è il tempo del bello? Leopardi lo ritrovava nella Grecia del V secolo a.C., attraverso gli artisti Fidia, Mirone e Policleto, che interpretavano ed esprimevano il concetto di bellezza nell’equilibrio di valori estetici ed etici. La mostra dei Musei civici “Gian Giacomo Galletti” è curata da Antonio D’Amico, Stefano Papetti e Federico Troletti, ed organizzata dal Comune di Domodossola in collaborazione con il Museo Bagatti Valsecchi di Milano e la Fondazione Ruminelli. Oltre quaranta opere, rappresentate da dipinti e sculture in marmo e bronzo, giunte da musei italiani e collezioni private, stimolano a riflettere sui “Tempi del Bello”, sui modelli classici, sul rapporto tra bellezza formale e valori spirituali, in un percorso cronologico attraverso la storia dell’arte.
Guido Reni, Ludovico Carracci, Rubens, Antonio Canova sino a Campigli, Sironi, De Chirico e Magritte conducono attraverso opere a tema religioso e laico addentro al senso del Bello e alle declinazioni connesse al tempo.
● ITALO CREMONA. TUTTO IL RESTO E’ PROFONDA NOTTE (fino all’ 8 settembre 2024)
GAM Galleria d’arte moderna Torino
24 Aprile 2024 – 8 Settembre 2024
La mostra antologica dedicata a Italo Cremona (1905-1979) è curata da Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari, Elena Volpato. In autunno sarà riproposta al Mart di Rovereto, che ha collaborato con la Gam di Torino alla realizzazione del progetto.
Il titolo, Tutto il resto è profonda notte, richiama una frase di Italo Cremona ed esprime l’attenzione dell’artista per il rapporto tra il buio e la luce, sui loro confini e contatti. Una condizione esistenziale filosofica che unisce realtà fantastica e onirica e caratterizza il suo percorso d’arte. Un centinaio di dipinti oltre a disegni e incisioni compongono l’esposizione e documentano l’immaginario di Italo Cremona. Alle opere appartenenti alla collezione della Gam (l’Autoritratto nello studio del 1927, Metamorfosi del 1936 e Inverno del 1940), si accostano opere da musei italiani – l’Accademia Albertina di Belle Arti e i Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, il Mart e i Musei Civici di Vigevano- , collezioni private e prestiti da enti quali Casa Mollino, l’Archivio Salvo, la Collezione Bottari Lattes e la Collezione Rai – Radiotelevisione Italiana di Torino. La mostra si presenta come risultato di una ricerca approfondita tra le opere dell’autore. Con un andamento prevalentemente cronologico, la ricerca esistenziale di Italo Cremona appare nella scelta poetica, nell’attenzione al fantastico, al grottesco e al surreale, negli sguardi per le vedute torinesi di case e gli spazi urbani contrassegnati dall’assenza della presenza umana, nella scelta dei nudi realizzati tra esercizio accademico e percorsi che si allontanano dalla rappresentazione del reale. C’è il mondo onirico e affiorano le esperienze e le scelte culturali che attraversano e segnano il ‘900, e che svelano Italo Cremona come artista poliedrico, critico, scenografo e sceneggiatore per cinema e teatro.
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Dalla Redazione