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Bioetica e Arte. Mostre in corso febbraio marzo 2025

La Galleria è una rubrica di suggerimenti e proposte di mostre ed eventi di arte, che coniugano bellezza, riflessione poetica, diritti e valori


Nel contesto fragile delle nostre esistenze, dell’iper attività e velocità del nostro tempo la scelta delle mostre di febbraio guarda alla fragilità come fessura di coscienza e di forza, alla lentezza come modalità di contatto rispettoso con le esistenze animali, vegetali e l’ambiente, che ci connotano nell’atto intimo e politico del nostro fare. Al Museo della Montagna con Walking Mountains, un progetto e mostra collettiva sul cammino rovescia la centralità del nostro stare e possedere, suggerisce percorsi di cammino e relazione con e nella montagna. L’artista Yto Barrada con Deadhead alla Fondazione Merz rimuove ciò che è appassito per dare rinascita al mondo vegetale e lo fa nel segno della materialità del colore, nei suoi pigmenti naturali e dell’azione della natura, forte e fragile al tempo stesso. Yto Barrada guarda al lavoro tessile indigeno e artigianale, alla precarietà umana nella sua condizione migrante, alle diseguaglianze e all’instabilità geopolitica e ecologica, all’infanzia, alle magie dell’educazione montessoriana. Al memoriale della Shoah alla Stazione Centrale di Milano, con Marcello Maloberti e la sua installazione Tu sei la memoria della mia notte, la fragilità è forza della memoria e della coscienza che si rinnova e rigenera. Le relazioni con gli animali e con l’ambiente, in un tempo di estinzioni, sono oggetto dell’osservazione fotografica di Benedetta Casagrande con All things laid dormant. Alla distruzione ambientale oppone la lentezza e l’ascolto nel costruire possibili forme di contatto e convivenza tra specie. Maura Banfo propone attraverso Souvenir, un libro d’arte di cartoline ricevute, un elogio alla memoria e alla lentezza nella collettiva Opere ibride a Phos Centro fotografia Torino. Nel tempo attuale iperconnesso e veloce recupera il tema della memoria e del viaggio sospeso di una cartolina, oggetto medium ormai desueto.


● WALKING MOUNTAINS (fino al 29 giugno 2025)

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© MANUELE CERUTTI Photo Cristina Leoncini, Vivere in anticipo, 2024, Olio su tavola 45 x 32,4 cm, Courtesy dell’artista e Guido Costa Projects, Torino, riproduzione vietata.

Museo della Montagna Torino
31 Ottobre 2024 – 29 Giugno 2025

Cosa significa camminare? Attorno a questa domanda si snoda la scelta espositiva al Museo della montagna. A cura di Andrea Lerda, la mostra collettiva rientra nel Programma Sostenibilità che l’istituzione museale propone dal 2018. Il cammino è solo atto fisico? Walking Mountains presenta l’agire camminando e attraversando le montagne come gesto culturale e politico, opportunità per ripensare e riprogettare la nostra relazione con l’universo. Elogio alla lentezza, in un tempo di velocità, e di dialogo, in un tempo che stimola invece al consumo e allo scarto. Lentezza meditativa che interconnette l’umano con ciò che è altro da noi, attraverso l’esperienza della montagna.

Il cammino, come scelta di disubbidienza e di stimolo alla rigenerazione della nostra coscienza, è indagato in mostra da oltre 20 artisti che coniugano arte ad ambiente ed è ed evocato da figure storiche come Richard Long e Joseph Beuys. La mostra comprende un omaggio anche a Hamish Fulton, fondatore a fine degli anni Sessanta della Walking Art, che percepisce il cammino come esperienza della natura e supporto ai suoi diritti, in sintonia con la sensibilità dell’Ecologia Profonda, dei popoli aborigeni e della cultura tibetana, lontana dal materialismo della Land Art.

Per info:
https://www.museomontagna.org/events/walking-mountains/


● BENEDETTA CASAGRANDE, ALL THINGS LAID DORMANT (fino al 16 marzo 2025)

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©Casagrande Benedetta, Untitled (Wing), da All things laid dormant, (2024), riproduzione vietata.

Triennale di Milano
31 gennaio 2025 – 16 marzo 2025

Benedetta Casagrande è la Vincitrice dell’undicesima edizione di Giovane fotografia italiana / Premio Luigi Ghirri nel contesto del Festival Fotografia europea di Reggio Emilia. Il suo lavoro è presentato in Triennale Milano. E’ fotografa, scrittrice e volontaria in un centro di recupero per animali selvatici.
Apparteniamo ad un tempo di estinzioni, di distruzioni e di incapacità di relazioni autentiche con gli altri da noi: le specie viventi, animali, vegetali e minerali. La fotografa ci introduce sul filo di un contatto, fragile e doloroso, suggerendo visuali di riposizionamento delle relazioni, di ricostituzione di relazioni. Alla fragilità del nostro tempo oppone la pratica curativa della lentezza come principio di ascolto e di accoglienza. Oscilla tra il dolore e lo stupore, tra il lutto e la scoperta della ricchezza nella molteplicità, cogliendo attimi, caratteri, ponendo il mezzo fotografico come medium di scoperta, nel segno della centralità del rispetto, del dare tempo, lasciare spazi di coesistenza e libertà. La minaccia generata dagli umani alla sopravvivenza della natura è la dimensione di osservazione che Benedetta Casagrande affida al linguaggio fotografico, non in modalità didascalica, lasciando spazio e pensiero all’osservatore tra poesia e penetrazione nei microcosmi e frammenti di vita che cattura.

Per info:
https://triennale.org/eventi/all-things-laid-dormant-benedetta-casagrande
https://benedettacasagrande.info/Pictures


● MARCELLO MALOBERTI. TU SEI LA MEMORIA DELLA MIA NOTTE (fino al 16 marzo 2025)

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© Marcello Maloberti, TU SEI LA MEMORIA DELLA MIA NOTTE, 2025, Memoriale della Shoah di Milano. Installation view, Courtesy l’artista, Memoriale della Shoah di Milano e Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola, Fotografie di Andrea Rossetti. riproduzione vietata

Memoriale della Shoah di Milano
23 gennaio 2025 – 16 marzo 2025

In dialogo con l’installazione permanente di Marcello Maloberti Invitami notte a immaginare le stelle, posta sulla facciata del Memoriale e ispirata da Liliana Segre, una selezione di quattro opere originali dell’artista, inserite all’interno, pone domande e segna il peso della parola. Traccia un percorso essenziale e scarno di domande dirette su memoria e indifferenza, coniuga la parola al mezzo espressivo visivo. I neon con la grafia della senatrice sono mediati dall’arte. E’ un’arte spogliata, iconica, pungente, diretta a tutti i pubblici, non didascalica ed evocativa. La parola fatta con l’arte risuona nel buio del memoriale e ci attraversa e provoca.

Per info:
https://www.memorialeshoah.it/notizia/marcello-maloberti-tu-sei-la-memoria-della-mia-notte-mostra-al-memoriale/


● YTO BARRADA_DEADHEAD (fino al 18 maggio 2025)

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© Fondazione MERZ_Yto Barrada, veduta allestimento, Coyrtesy Fondazione Merz, © Ph. Andrea Guermani_9212, riproduzione vietata

Fondazione Merz Torino
20 febbraio – 18 maggio 2025

E’ una tessitrice Yto Barrada nel comporre gli elementi della narrazione d’arte e di pensieri per DEADHEAD all’interno delle sale della Fondazione Merz. E’ un’operazione maieutica quella che evoca nel nome, in quell’azione di rimuove ciò che è appassito per dare rinascita al mondo vegetale. La materialità del colore, nei suoi pigmenti naturali, osservata, studiata, esplorata nelle sue applicazioni, nel reimpiego dei materiali, nel tingere, tagliare e cucire a mano, in un fare domestico o artigianale, che partecipa al fare indigeno e antitetico all’azione industriale. Ai materiali è annodata l’azione della natura, forte e fragile al tempo stesso, come la riflessione su dove va il vento nell’ironico sguardo alla volontà umana inconsistente di controllare la natura. Dà spazio alla gioiosità del fare insieme ai bambini, come in Flower Collage – realizzati con la figlia durante il lockdown-, all’infanzia che ispira e risuona nei materiali, piegati e colorati, nelle forme dai molteplici significati di pieni e vuoti, e nei fotogrammi della pedagogia montessoriana.

Yto ci accoglie nella prima sala con Lit-Ras-D’eau un grande monumentale letto di ferro, che è zattera posta su due bidoni ed è canto alla precarietà e alla casualità della condizione migrante, ricerca di rifugio e ristoro. Costruisce un muro candido, costruito da trappole per granchi, in Tangier Island, lasciando l’ultima in cima aperta per dare possibilità di fuggire. Tutto è importante a partire da ciò che potrebbe essere scarto e tutto contiene storia e memoria, come After the Parade , recuperando e rianimando un costume di bambino in cartone a forma di onda e abbandonato a terra dopo una protesta per il clima a New York. Impasta gioco, ironia fanciullesca, natura e l’azione lenta del tessere tramandata dalle donne in Marocco. In questo fare non resta in superficie, guarda a fondo con disincanto alle solitudini, diseguaglianze e all’instabilità geopolitica e ecologica dei nostri tempi. La mostra è a cura di Davide Quadrio con Giulia Turconi.

Per info:
https://www.fondazionemerz.org/yto-barrada_deadhead/


● OPERE IBRIDE (fino al 27 aprile 2025)
SOUVENIR, libro d’artista, MAURA BANFO

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© Maura Banfo, Souvenir libro d’artista, 2025, riproduzione vietata

Phos Centro Fotografia Torino
26 febbraio – 27 aprile 2025

Al tema della relazione tra libro e arti nel segno della comunicazione e della forma è dedicata la collettiva Opere Ibride, con la partecipazione di oltre 30 artisti italiani e internazionali, appartenenti a generazioni diverse.
Tra le opere: Souvenir di Maura Banfo è il frutto di un lavoro di oltre 10 anni di raccolta di cartoline “saluti da” ricevute. “Il mio libro – dichiara l’artista – è una scatola contenente una selezione di oltre un centinaio di cartoline, quelle di una volta, quelle su cui è scritto “saluti da… ” una connessione tra spazio e tempo, l’attesa, il viaggio, lo stupore, la memoria – le cartoline sono una memoria -, l’immagine fotografica, tutti elementi che mi appartengono, riassunti in un media che è la cartolina, ormai oggi desueta”.
Qual è la narrazione contenuta nella tua opera? “Di sicuro la lentezza nella relazione, dettata dal tempo necessario per inviare, spedire e ricevere una cartolina. Un tempo che oggi ovviamente abbiamo perso, per la velocità del sistema in cui viviamo. Oggi la comunicazione è immediata. Mi piaceva molto questa idea del tempo sospeso in un viaggio che è quello della cartolina e “saluti da…” è un immaginario collettivo della nostra generazione, che è stata un po’ l’ultima ad avere questo rapporto con l’immagine cartolina”

Per info:
https://www.phosfotografia.com/

© Bioetica News Torino, Marzo 2025 - Riproduzione Vietata

Sugli stessi temi: Adolescenti e Giovani, Bambini, Divenire della Vita, etica mostre, Fragilità, migrazioni, natura, ricerca di senso della vita