La Galleria è una rubrica di suggerimenti e proposte di mostre ed eventi di arte, che coniugano bellezza, riflessione poetica, diritti e valori
La scelta delle mostre di aprile guarda al tema dei bambini e dell’infanzia, congiungendo la forza del sogno e dell’ideale alla fragilità dei contesti di vita. Nell’occasione dell’ottantesimo anniversario del 25 aprile 1945, il murales Undici dell’artista torinese Mrfjiodor al Museo d’arte urbana è dedicato al piccolo Domenico Luciano, giovanissima staffetta partigiana, ucciso nelle campagne di Givoletto il 23 febbraio 1945 a soli 12 anni. Una riflessione sulle vicende della nostra umanità in bilico tra tragedia e speranza scattate in giro per il mondo, dalle Americhe all’Europa all’Asia e all’Africa, ha luogo al Forte di Bard con la mostra Contrasti. Racconti di un mondo in bilico. Nelle contrapposizioni e nelle diseguaglianze gli scatti fermano istanti sospesi di vita che vedono troppo spesso i bambini ed il loro futuro attraversati dalle contraddizioni della guerra e dell’economia, dall’emergenze climatiche e dall’inarrestabile migrazione e urbanizzazione. Al mondo dell’infanzia e alla capacità di immaginare e sognare è dedicata alla Fondazione Ferrero di Alba la mostra More than kids con le opere di Valerio Berruti. Partendo dallo sguardo dei bambini e con tecniche diverse l’artista delinea la propria poetica della fanciullezza, come capacità di farsi metafora sociale e di vita, attraverso la consapevolezza della transitorietà della vita e della sua fragilità, come lo è l’infanzia, e per suscitare consapevolezza e responsabilità etica verso gli altri e la natura. Con la mostra Hammershøi e i pittori del silenzio, a Palazzo Roverella di Rovigo, il mondo dell’artista danese nella sua prima retrospettiva italiana dà spazio alle forme e ai significati del silenzio, mostra la duplicità, tra luci e ombre, degli ambienti ordinati e inquieti, ritrae la presenza di donne senza volto, carica di attese e quasi a comunicare un nascosto e opprimente disagio.
● FIJODOR BENZO, UNDICI (murale)

Murale via San Rocchetto 34 Torino, MUSEO ARTE URBANA
Inaugurato il 23 febbraio 2025
Il piccolo Luciano Domenico, conosciuto come Partigiano Undici, fu ucciso a soli 11 anni il 23 febbraio 1925, in un cascinale nelle campagne di Givoletto, da una raffica di mitra dei repubblichini, mentre sventolava la sua maglietta come bandiera bianca in segno di resa. All’infanzia, alle idee di libertà e al diritto di sognare ideali, rappresentati dal suo sacrificio, è dedicato il murale inaugurato lo scorso febbraio in via S. Rocchetto 34 a Torino. L’opera è realizzata da Mrfijodor, Fijodor Benzo, noto urban artist italiano. L’opera entra così in relazione con il complesso di opere del MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino in borgo Campidoglio, quartiere in cui viveva Luciano Domenico.
A 80 anni dalla Liberazione d’Italia dall’occupazione nazi-fascista, l’Associazione Avvalorando, il MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino-, Istoreto e Anpi hanno reso omaggio alle vittime della Resistenza, con questa opera a lui dedicata.
L’artista Fijodor Benzo usa forme elementari ed un linguaggio diretto e semplice, propri della dimensione fanciullesca, per presentare messaggi e valori forti di responsabilità etica, segnati spesso dalla critica sociale e ecologica e dal senso di comunità. Qui ha scelto un elemento simbolico, rappresentativo della comunicazione e della libertà, dipingendo un piccione viaggiatore trafitto da un proiettile e con la busta che cade. “Questo uccello, nella sua funzione di portatore di messaggi, “ – spiega l’artista Fijodor Benzo – “rappresenta l’essenza di Domenico: un messaggero coraggioso, sempre pronto ad affrontare le intemperie e i pericoli della vita”. Un disegno apparentemente semplice, non cruento, contrassegnato dalla lievità e dalla immediatezza dei piccoli. “La mia intenzione”, asserisce l’artista, “è quella di evocare una riflessione profonda su come il coraggio e la dedizione di individui come Domenico possano essere soffocati dalla violenza, ma anche di sottolineare l’importanza del messaggio che portano con sé. In questo modo, il piccione viaggiatore diventa non solo un simbolo di una vita spezzata, ma anche un richiamo alla memoria e alla responsabilità collettiva, affinché il sacrificio di giovani come Undici non venga dimenticato”.
Per info:
http://www.comune.torino.it/circ4/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6846
● CONTRASTI, RACCONTI DI UN MONDO IN BILICO (fino al 20 luglio 2025)

Forte di Bard
8 marzo 2025 – 20 luglio 2025
84 fotografie presentano diseguaglianze, contrasti e conflitti, il dramma delle migrazioni e i segni devastati dell’emergenza climatica e dell’urbanizzazione che tutto assorbe. Un mondo di contrasti, in bilico tra opposti in aree geopolitiche lontane e anche all’interno delle stesse geografie locali.
La forza della vita affiora e vince anche nei contesti più drammatici, come dimostra la bambina che corre col suo monopattino tra le macerie della guerra nei pressi di Kiev, o il piccolo bambino calato dalla mamma nelle mani del padre da un valico del muro sul confine Messico Usa. La capacità di generare bellezza percorre le opere, è ripreso nel ballo di una ragazzina nel sobborgo nigeriano di Laos o nel salto dell’atleta paraolimpico con sfondo la Piramide del Louvre o ancora nell’eleganza di una gara di scherma tra le bidonville di Nairobi come alternativa alla bruttezza del degrado e della criminalità. Contrasti e vita, come la vita accartocciata di un senzatetto a Wall street o la corsa dei bambini nel campo profughi nella regione del Tigray in Etiopia.
E’ un mondo in bilico quello offerto alla nostra riflessione dalla mostra, presentato al Forte di Bard, attraverso la collaborazione tra l’istituzione museale e l’Agence France-Presse, dopo l’esposizione del 2024 Non c’è più tempo che ha affrontato le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla terra.
Per info:
https://www.fortedibard.it/mostre/contrasti-racconti-mondo/
● VALERIO BERRUTI, MORE THAN KIDS (fino al 4 luglio 2025)

Fondazione Ferrero Alba (CN)
4 aprile – 4 luglio 2025
Attraverso i bambini Berruti guarda la vita e conduce il pubblico ad osservare con disincanto il presente e le sue contraddizioni. La poetica della fanciullezza prende forma, proposta con varie tecniche espressive, dalla scultura alla videoarte, e va oltre le convenzioni. Le opere, quasi incomplete e mancati di definizione finale, richiamano esperienze personali, vissuti e ricordi di ciascuno, pongono domande e sollecitano riflessioni sulla condizione umana che dall’io individuale si intreccia con il noi plurale.
La scultura Into my arms posta all’esterno della Fondazione Ferrero suggerisce, attraverso le forme di un bambino che si abbraccia, il bisogno di prendersi cura di sé. Così Insight mostra la contemplazione consapevole di un bambino verso l’altro da sé. Lontani dal sentimentalismo romantico della fanciullezza, i bambini di Berruti, attraverso il meccanismo di immedesimazione ed il rimando all’infanzia di tutti, diventano il tramite per avviare processi di consapevolezza sull’uguaglianza tra esseri umani, sull’estrema urgenza di cura del mondo, sull’esperienza che tutto è transitorio e fragile come l’infanzia.
Il progetto espositivo, a cura di Nicolas Ballario e Arturo Galansino, proseguirà da luglio a Palazzo Reale a Milano, per poi ritornare ad Alba, da ottobre a dicembre, con una installazione nella Chiesa di San Domenico. Berruti in mostra alla Fondazione Ferrero introduce anche lo sguardo aperto al paesaggio delle Langhe richiamando il visitatore al paesaggio interiore, con diciotto opere del ciclo Langhe.
Per info:
https://www.fondazioneferrero.it/appuntamenti
● HAMMERSHØI E I PITTORI DEL SILENZIO TRA IL NORD EUROPA E L’ITALIA (fino al 29 giugno 2025)

Palazzo Roverella, Rovigo
21 febbraio – 29 giugno 2025
A Palazzo Roverella a Rovigo si svolge la prima retrospettiva italiana di Hammershøi. La mostra introduce nel mondo dell’artista danese, dentro il silenzio, la solitudine e attraverso le ombre della quotidianità, nei piccoli dettagli d’interni o nelle vedute urbane deserte. La sua pittura presenta atmosfere inquiete e sospette che emergono da ritratti di apparente ordine e tranquillità, nell’ambiguità sottesa di luci e ombre. Ad avvolgere le scene una luce rarefatta, i colori smorzati grigi perlacei. Il silenzio sembra legarsi allo spazio e al tempo. Il tempo è quello dell’attesa, della lentezza, connotato da una meditazione intima dell’esistenza. La quiete degli ambienti dipinti mostra tratti opposti, oscuri, pare contenere drammi, sospensioni, attese o anticipare drammi incombenti. Le donne quasi sempre non hanno un volto, ritratte di spalle sembrano cercare di comunicare intimità, un nascosto e opprimente disagio. A cura dello storico dell’arte Paolo Bolpagni, la mostra di Rovigo con oltre 100 opere, accosta in comparazione all’arte di Hammershøi quella di contemporanei in Italia, Scandinavia, Francia e Belgio.
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