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AstraZeneca sospende test vaccino anti Covid Si prevedeva dalla fine dell'anno una iniziale distribuzione "se avesse superato la fase III", afferma il Ministro della Salute

09 Settembre 2020

La multinazionale biofarmaceutica Astrazeneca, produttrice del vaccino sperimentale anti-Covid -19 dell’Università di Oxford, cui l’Italia e Germania, Francia, Olanda sono alla guida di questa sperimentazione mediante l’accordo siglato con   Inclusive Vaccines Alliance europea, ha sospeso tutti i test clinici in corso per la verifica dei profili di sicurezza ed efficacia di tale vaccino: «Il nostro processo standard di revisione dei test ha fatto scattare una pausa», ha affermato un portavoce dell’azienda, spiegando che si tratta di «un’azione di routine che si verifica ogni volta che c’è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test». Infatti si è verificata una grave reazione avversa in un partecipante durante la fase di sperimentazione. La notizia appare su Quotidianosanità.it di questa mattina.

Era prevista una iniziale distribuzione alla fine dell’anno, come aveva espresso fiducioso nell’ultima relazione al Parlamento, tenutasi il 2 settembre scorso, il ministro della Salute Roberto Speranza, per il contratto firmato dalla Commissione europea con AstraZeneca per i 400 milioni di dosi di vaccino per la popolazione europea ma nel contempo anche cautela per la consapevolezza di essere dinanzi ad un vaccino comunque candidato:

Oggi siamo prudenti perché si tratta di un candidato vaccino, quindi non abbiamo elementi di certezza assoluta, anche se i primi test, di fase 1 e di fase 2, hanno dato i risultati molto incoraggianti. Se dovesse la fase 3 avere lo stesso esito della fase 1 e della fase 2, le prime dosi di questo vaccino, di cui tutta la popolazione europea potrà disporre, arriveranno già alla fine del 2020. Su questa partita del vaccino AstraZeneca, che è stato prodotto dall’Università di Oxford e su cui noi siamo stati i primi, con Francia, Germania e Olanda a costruire l’intesa, c’è un pezzo di nostro Paese che dobbiamo, secondo me, rivendicare, perché il vettore virale di questo vaccino, come ho avuto modo di dire già in quest’Aula, viene prodotto dalla IRBM di Pomezia e perché l’infialamento di questo stesso vaccino avverrà presso la Catalent di Anagni. C’è un pezzo d’Italia e credo che questo sia un fatto importante, positivo, che deve in qualche modo inorgoglire tutto il nostro Paese.

Il ministro Roberto Speranza, in quella stessa relazione alla Camera, aveva parlato anche di un altro vaccino che è «tutto italiano, di cui pure l’opinione pubblica è stata informata, che viene prodotto a pochi chilometri da Roma, da ReiThera. Negli ultimi giorni di agosto è iniziato, per questo vaccino, il percorso di sperimentazione sull’uomo».

La multinazionale AstraZeneca prevede la produzione di 700 milioni di dosi di vaccino con il Regno Unito e gli Stati Uniti mediante l’accordo tra Coalition for Epidemic Preparedness Innovations e Gavi the Vaccine Alliance, e di un miliardo di dosi nei paesi a basso e medio reddito tramite l’accordo con il Serum Institute of India.

In una nota del 13 giugno scorso l’azienda italiana AstraZeneca informava che «Ulteriori studi clinici di fase avanzata dovrebbero iniziare in altri Paesi. AstraZeneca riconosce che il vaccino potrebbe non funzionare, ma è comunque impegnata a far avanzare rapidamente il programma clinico e ad aumentare la produzione a rischio».

Approfondimenti: Nota di Astra Zeneca – Fonte QuotidianoSanità.it

(aggiornamento 10 settembre 2020, h. 10.19)
Redazione Bioetica News Torino