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73 Novembre 2020
Speciale L'arte della cura Una prospettiva bioetica

Antropologia dell’olfatto aperta ad una “bioetica globale”. Intervista a Francesco Scalfari

Francesco scalfari
intervistato Francesco Scalfari

Biologo e Antropologo, Laureato in Scienze biologiche all’Università di Torino e dottore di ricerca in Scienze antropologiche all’Università di Firenze, è professore a contratto presso l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Torino. Ad Asti è direttore del Polo Universitario «Rita Levi-Montalcini» e dell’Ufficio diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato. Coautore e coeditore di volumi e saggi, si interessa di Antropologia, Ecologia, Bioetica e di Pierre Teilhard de Chardin e collabora con la scuola Ethica.

D. Lei è intervenuto alla Conferenza internazionale di Bioetica di Malta, presentando la Sua relazione sull’antropologia dell’olfatto; infatti era tra le presentazioni nella sessione dedicata alle «Immagini dell’olfatto: la natura dell’anima». Che cosa Le ha lasciato il Convegno?

R. La Conferenza Internazionale di Bioetica all’Università di Malta nei quattro giorni di studio e nelle cinque sessioni di lavori in cui è stata articolata dagli organizzatori, il prof. Ray Zammit e il prof. Pietro Grassi, che desidero ringraziare per l’invito a partecipare, per il sottoscritto ha rappresentato un duplice approfondimento sia di tipo intellettuale e culturale sulle questioni scientifiche e bioetiche connesse ai cinque sensi (vista, udito, gusto, olfatto e tatto) e alle  relative percezioni sensoriali dell’essere umano sia di carattere metodologico incentrato sul dialogo e il confronto svolto sullo stessa tema da parte di studiosi e specialisti e di alto profilo afferenti alle più diverse discipline, dalla bioetica alla medicina, dalla filosofia al diritto, dall’antropologia alla psicologia.

D. Può descriverci in sintesi l’argomento da Lei trattato ed alcuni aspetti?

R. Partendo dalle ricerche dell’antropologo e sociologo dell’Università di Strasburgo, David Le Breton, anche egli relatore al convegno, che negli anni ha definito il nuovo campo di studi dell’Antropologia dei cinque sensi e delle diverse dimensioni sensoriali legate all’esistenza degli esseri umani e a un approccio sensoriale dell’assistenza sanitaria, ho presentato in chiave interdisciplinare il tema dell’antropologia dell’olfatto, attraverso elementi sia della storia naturale della specie Homo sapiens sia della storia culturale europea ed extra-europea, per scoprire simboli e significati attribuiti all’olfatto e quanto le nostre percezioni degli odori siano influenzate biologicamente e culturalmente.

Per quanto riguarda più specificatamente l’olfatto e la percezione degli odori legato all’ambito dei luoghi di cura, possiamo fare riferimento, brevemente, ad esempio, alle cosiddette patologie dell’olfatto che sono rappresentate da iposmia, parziale riduzione del senso dell’odorato, anosmia, totale perdita e parosmia, alterazione del senso dell’olfatto. Le cause alla base di questi disturbi possono essere molteplici come sinusiti, riniti, neoplasie e lesioni della mucosa di varia origine traumatica, infiammatoria o virale, di cui costituisce un recente esempio l’anosmia riscontrata in pazienti Covid-19. Inoltre i disturbi dell’olfatto condizionano in maniera inevitabile anche il senso del gusto e in questo senso perdere l’olfatto può significare anche perdita dell’interesse nei confronti del cibo, provocando nel lungo termine dimagrimento, malnutrizione o depressione.

L’Antropologia dell’olfatto, ponendo attenzione al ruolo e al significato degli odori e della percezione olfattiva nella storia naturale, nelle comunità umane, nei luoghi di vita e nella dimensione della cura, si prefigura quell’Antropologia integrata, intesa come conoscenza di sintesi in cui si svolge un rinnovato, serrato e necessario dialogo e confronto interdisciplinare delle diverse discipline che vi afferiscono dalla dimensione biologico-naturalistica di derivazione darwiniana e da quella culturale, sociale e filosofica.

Questa prospettiva si interfaccia alla cosiddetta Ecologia integrale che Papa Francesco richiama nella Laudato si’ e che corrisponde alla visione scientifica dei rapporti e delle connessioni tra i sistemi naturali e i sistemi umani e sociali, che a sua volta dà consistenza ad una Bioetica globale che, nella definizione data dal presidente della Pontificia Accademia per la vita, mons. Vincenzo Paglia, è un approccio che allarga le frontiere della bioetica tradizionale, dalla difesa della vita prima della nascita alla difesa di tutta la vita umana nelle molteplici dimensioni, nell’inserimento nell’ambiente di vita e nell’ecologia umana, ponendo al centro sempre la persona umana, declinata nei contesti concreti in cui vive e agisce e ampliando alla difesa dell’ambiente.

D. Secondo Lei quali sono le sfide odierne di questa interessante disciplina, antropologia dell’olfatto?

R. Come è stato già espresso dai lavori del Convegno maltese e dalla trattazione dei suoi temi, occorre far conoscere sempre meglio questa disciplina scientifica e filosofica, in cui convergono, non solo pratica medica, ricerca biologica e genetica, sperimentazione clinica, ma anche la salvaguardia della vita in tutti gli ecosistemi: un aiuto a capire meglio un mondo in rapida evoluzione e spesso indifferente ad ogni riferimento etico.

Rappresenta cioè un’opportunità per far conoscere l’ampio spettro di interessi scientifici che la bioetica analizza, in quanto la disciplina è un prezioso, seppure non sempre conosciuto e spesso trascurato dalla cronaca, spazio di ricerca e di riflessione, che dagli anni Settanta del Novecento si propone di studiare i complessi problemi morali, sociali e giuridici sollevati dagli incalzanti sviluppi delle Scienze della natura e dell’ambiente, delle Scienze della vita e della salute.

Bibliografia

Tra le pubblicazioni:

P. GRASSI, E. TONIATO, R. ZAMMIT (a cura di), Viaggio intorno alla Bioetica. Tra scienza e cinema,  Tau Edizioni, 2019

D. CIACERI, E. LARGHERO, A. MASTINU, T. STOBBIONE (a cura di), Vita, Salute e Società. Riflessioni bioetiche, Associazione Bioetica & Persona Onlus, 2016

M. G. LUCIA, P. LAZZARINI (a cura di),  La terra che calpesto. Per una nuova alleanza con la nostra sfera esistenziale e materiale,  FrancoAngeli, 2015.

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