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News dall'Italia

Anelli, occorre un decreto legge su misura per i medici vaccinatori anti-Covid

15 Marzo 2021

C’è bisogno in fretta di un decreto legge su misura per medici e sanitari vaccinatori per esimerli, nella straordinarietà dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 in cui si trovano ad operare, dal reato penale di danni personali ed eventi avversi attribuiti alla vaccinazione anti-Covid. Lo richiedono al Parlamento le rappresentanze della Federazione nazionale dei Medici Fnomceo, sindacale dei medici di medicina generale Fimmg e dei medici dirigenti Anaao-Assomed a seguito dell’iscrizione dei medici vaccinatori nel registro degli indagati per gli accertamenti sulle cause della morte delle persone decedute in questi giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca.

Nel sottolineare da un lato l’impegno dei medici e degli odontoiatri nella campagna vaccinale anti-Covid per poter trovare al più presto una via di uscita dalla situazione sanitaria di emergenza e dall’altro il rischio di compromettere le attese della campagna stessa, il presidente Filippo Anelli della Fnomceo afferma in una nota del 14 marzo: «Non è accettabile il fatto che ricadano sulle loro spalle quelli che, anche solo a livello di indagini per escludere una correlazione, sono gli inevitabili rischi di una campagna vaccinale di questa portata, che coinvolgerà tutti i cittadini che lo vorranno». Aggiunge poi, riguardo ai rischi e benefici «sui grandi numeri, sono attesi e possibili eventi avversi, legati o meno al trattamento, anche se, ricordiamolo, il beneficio è stato dimostrato essere di gran lunga superiore al rischio». E sul loro impegno ha voluto ricordare come nel drammatico elenco dei caduti per il Covid sono 337 medici.

Sulla questione il segretario nazionale Anaao -Assomed Carlo Palermo chiarisce che la magistratura interviene «considerando la responsabilità verso tale atto medico con lo stesso metro adottato per le lesioni personali derivanti da un pestaggio o da un omicidio», facendo invece osservare come si tratti di  «frutti amari di una cultura legislativa appiattita, in tema di responsabilità sanitaria, sull’identificazione spasmodica di un colpevole, laddove nel resto d’Europa è evoluta verso la ricerca dell’errore, con il preciso intento di migliorare la sicurezza delle cure e dell’assistenza». Spiega infine che «in un contesto come quello che stiamo vivendo, eventuali danni personali da Covid-19 ed eventi avversi attribuiti alla vaccinazione non dovrebbero mai configurare un reato penalmente rilevante per medici e infermieri, salvo dolo e salvo il diritto all’eventuale indennizzo dei danneggiati».

L’Azienda AstraZeneca informava nella nota dell’11 marzo che a seguito della segnalazione di eventi avversi dopo la somministrazione del vaccino antiCovid, che «da un’analisi dei nostri dati di sicurezza su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro COVID-19» e che «Il numero di questi eventi osservati è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale».

redazione Bioetica News Torino