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A pochi giorni dalla festa patronale San Marino approva la legge sull’aborto volontario

01 Settembre 2022

Sentimenti di amarezza e gioia saranno compresenti nella solennità del Santo Patrono diocesano e dei sammarinesi, che verrà celebrata il 3 settembre con una santa messa seguita dalla processione con le reliquie per le vie della città. Un’amarezza che pur segnata dalla sconfitta, per chi la ritiene tale, avvenuta il 31 agosto, nei confronti della “cultura per la vita” con l’approvazione della legge sulla “regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza“, ottenuta con 32 voti a favore, 7 contrari e 10 astenuti dalla riunione del Consiglio Grande e Generale, lascerà spazio all’impegno di un dialogo per approfondire e parlare ancora di un argomento tanto delicato come quello della relazione di una madre che ha dentro di sé un’essere umano in divenire nelle sue primissime fasi embrionali.

Fa seguito al referendum di un anno fa in cui la proposta fu accolta con il 77,30% dei voti, relativa “all’interruzione volontaria di gravidanza entro la 12° settimana di gestazione e successivamente in caso di pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna” .

Il testo, che sarà pubblicato a breve, è il frutto di un lungo iter di accesa discussione fra le parti, tra un centinaio di emendamenti presentati in Commissione consiliare. Al testo licenziato il 27 agosto fanno seguito degli emendamenti che sono stati presi in esame tra il 30 e il 31 agosto, riguardo all’art. 1 sulle finalità e l’art. 4 sulle modalità dell’interruzione. La Rtv San Marino riferisce che ha prevalso l’obbligatorietà del Consultorio per la richiesta di IVG entro la 12°ma settimana, richiesta che può anche svolgersi in via telematica tramite il ginecologo curante Iss (Istituto di sicurezza sociale).

Nel testo licenziato del 27 agosto vi è un articolo concernente la prevenzione delle gravidanze indesiderate nelle scuole attraverso programmi ed iniziative, l’educazione sessuale, riproduttiva ed affettiva, che comprende tra i punti anche «l’idea di una sessualità da vivere con piena consapevolezza, anche senza scopo procreativo». Viene concessa l’obiezione di coscienza che «nel caso di aborto farmacologico, in cui la somministrazione del preparato e l’espulsione dell’embrione non sono contestuali, (essa) non esonera il personale medico e sanitario dalle tutte le attività successive alla somministrazione del farmaco, qualora in turno non sia presente personale non obiettore» e qualora vi sia impossibilità di assicurare le procedure previste l’Iss è tenuto ad attivare appositi contratti a convenzione con professionisti non obiettori». Ai minori poi per la contraccezione di emergenza non è necessaria «l’autorizzazione dei genitori o tutori», punto
quest’ultimo che viene criticato, tra altri, dall’Associazione Uno di noi. Adolfo Morganti osserva che vi è la cancellazione del ruolo della responsabilità giuridica delle famiglie di minori e degli uomini, mariti o compagni delle donne, e la banalizzazione dell’utilizzo della pillola del giorno dopo sui minori che avviene senza che né le famiglie né le istituzioni possano dire nulla.

In un commento sugli esiti della legge su Libertas.it don Gabriele Mangiarotti, responsabile diocesano della repubblica sammarinese per la Cultura, la Scuola e l’insegnamento della religione cattolica, cita uno stralcio dal discorso del beato Paolo VI all’indomani della sconfitta sull’aborto al referendum del 1978 in Italia, in tema di tutela del bambino “innocente” dal concepimento, di cui riprendiamo alcune righe: «Noi ora ci limitiamo a ricordare quanto la Chiesa, interprete della legge naturale su questo punto, e della legge divina come da sempre (Cfr. Ep. ad Diognetum, 8, 6), abbia autorevolmente affermato che «la vita innocente, in qualsiasi condizione si trovi, è sottratta dal primo istante della sua esistenza, a qualunque diretto attacco volontario. È questo un fondamentale diritto della persona umana…», come si esprimeva il nostro venerato predecessore Pio XII (PIO XII, Discorsi e Radiomessaggi, XIII, p. 415)… La vera pietà per le difficoltà e le angustie della vita umana non consiste nel sopprimere chi è frutto o del fallo o del dolore umano, ma nel sollevare, consolare, beneficare la sofferenza, la miseria, la vergogna della debolezza, o della passione umana: ucciderlo non mai!».


Riferendosi alla legislazione italiana, alla 194, l’avv. Marina Casini riferisce su Avvenire.it, pubblicato in data odierna, «l’importanza di mobilitare un’autentica cultura per la vita, dell’accoglienza, della solidarietà, della condivisione nei confronti delle maternità difficili o non attese. Lo stile quotidiano deve essere quello di chi non si stanca di gettare ponti, di avere fiducia in un residuo di buona intenzione, magari nascosta in chissà quale profondità, dell’interlocutore; quello che mantiene la speranza nella gioia di una grande fatica. Questa è la via per trasformare la cultura e, un po’ alla volta, di conseguenza, anche le leggi ingiuste. Non sono infatti in gioco solo il diritto alla vita del concepito e la tutela della maternità, ma la legittimazione di ogni altra azione civile a difesa dell’uomo».

(aggiornamento 01 settembre 2022, ore 17.23)

redazione Bioetica News Torino