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18 punti approvati dal Parlamento per una ripresa delle cure oncologiche e per un nuovo piano nazionale

27 Novembre 2020
In breve

Dopo la Commissione Affari sociale della Camera il documento di definizione di un programma per migliorare la rete oncologica e di ripresa dei servizi assistenziali per i malati oncologici è passato anche al Senato nella Commissione Igiene e Sanità il 26 novembre. Si articola in 18 punti che mirano da un lato alla ripresa necessaria e in sicurezza dei servizi di screening oncologico e percorsi di follow up per i malati oncologici sospesi durante la pandemia da Covid-19 e dall'altro ad un'assistenza sanitaria riorganizzata sul piano strutturale, di risorse e di ricerca per migliorare la vita della persona malata nei suoi bisogni di cura e la salute dei cittadini con una prevenzione più rafforzata. Si prefigge di far parte di un'oncologia ad alto livello in Europa in linea con le direttive europee. A breve infatti la Commissione europea presenterà un primo piano oncologico europeo.

Il documento sulle Iniziative per favorire il ritorno alla normalità delle cure e il riconoscimento dei diritti dei malati oncologici (n. 613) è stato approvato all’unanimità giovedì 26 novembre dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato dopo il via della Camera, una decina di giorni fa, il 18 novembre, dove ha ottenuto anche lì una condivisione del progetto.

Già la Federazione di volontariato oncologico (Favo) ne aveva sollevato la necessità di un rinnovamento e di ammodernamento del piano attuale, scaduto nel 2016, ancor più con le ripercussioni che il Covid-19 ha avuto sulle persone malate, presentando un documento stilato insieme ad alcune società scientifiche che è stato tema di confronto al Convegno nazionale del Malato oncologico tenutosi maggio scorso. La Favo aveva espresso un parere positivo sul Documento parlamentare approvato dalla Camera per «l’urgenza non solo di misure urgenti di tamponamento rispetto alle difficoltà di accesso ai trattamenti terapeutici e di screening ritardati o sospesi a causa dell’epidemia in corso ma anche di strategia politica di ammodernamento e rilancio dell’oncologia italiana in linea con la prossima approvazione del piano oncologico europeo e delle tredici raccomandazioni della Mission on Cancer» e perché «indica la via per un’assistenza al malato oncologico che possa essere al passo (veloce) dei tempi, un segnale rilevante che aiuta a ritrovare fiducia in questo SSN travolto dall’emergenza epidemica da Coronavirus e che rischia di non riuscire a garantire il diritto costituzionale alla salute per i malati di patologie gravi NON Covid» attraverso il commento rispettivamente del suo presidente Francesco De Lorenzo e del segretario generale Elisabetta Iannelli. E vi hanno concorso il Governo e la Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (FOCE) con l’apertura di un tavolo tecnico.

Tale documento approvato, presentato da Boldrini e Binetti, fa presente che ogni anno sono circa 400 mila i cittadini che muoiono in Italia per malattie cardiovascolari, oncologiche e onco-ematologiche e 150 mila per altre patologie, respiratorie, neurologiche, endocrino-metaboliche, psichiche, gastrointestinali ed infettive, arrivando così a più di 45mila morti e 370 mila riportano la malattia oncologica. E che gli sviluppi della scienza medica ha migliorato la possibilità di guarigione, un 50% guarisce, un 50% si cronicizza. Si ha oggi una “nuova disabilità di massa”, come le associazioni volontaristiche definiscono il problema di convivenza e incidenza della malattia sulla vita della persona, che rappresenta un problema sociale di grande rilevanza. La persona malata può essere investita non solamente dal disagio psicologico ma anche da quello economico che non è da trascurare.
Poi rileva alcune criticità sulla prevenzione. Durante l’epidemia virale il documento evidenzia che le biopsie sono diminuite del 52%, le visite presso i reparti di oncologia si sono ridotte del 57% e registrati ritardi per il 64% degli interventi chirurgici. In Italia nell’anno in corso, fino a maggio, si sono avuti 400 mila esami di screening in meno rispetto all’anno precedente, con un impatto, non trascurabile, sulla cura e nella guarigione: si sono avuti in meno 2000 tumori alla mammella e 600 al colon retto.
Evidenzia la disuguaglianza territoriale soprattutto nel settore innovativo tecnologico. Riporta l’esempio «degli 865 mammografi ancora analogici, solo 18 hanno un’età inferiore ai 5 anni, altri 121 hanno un’età compresa tra i 5 e i 10 anni e 726 superano i 10 anni. Quindi si può ragionevolmente affermare che l’84 per cento di essi sono inadeguati a rilevare le lesioni in fase iniziale e diagnosticano solo falsi negativi».
Invece mostra l’uso positivo della telemedicina che da valido strumento alternativo nell’emergenza Covid può rivelarsi utile in un sistema integrato.
Lo sviluppo di un nuovo piano oncologico nazionale condividerà molte soluzioni con il piano europeo, primo nel campo oncologico, che sarà presentato a breve dalla Commissione europea.

I 18 punti della Risoluzione prevedono:

  • l’approvazione con urgenza di un nuovo piano oncologico nazionale (PON) coordinato con il piano oncologico europeo di prossima adozione, che ponga al centro della programmazione le reti oncologiche regionali e la più vasta rete oncologica nazionale;
  • un monitoraggio del nuovo PON, delle azioni e dei contenuti programmatici previsti, con una vera e propria cabina di regia e un adeguato sistema di monitoraggio specifico per l’oncologia;
  • la promozione di reti oncologiche regionali, anche mediante uno stanziamento di risorse dedicato al finanziamento delle relative attività, previa definizione dei criteri di assegnazione e di un adeguato piano di incentivi in favore delle Regioni;
  • l’attivazione degli strumenti necessari per il coordinamento, a livello nazionale, delle attività delle reti oncologiche regionali, nell’ottica di garantire l’efficacia del modello;
  • il  potenziamento dell’assistenza oncologica domiciliare e territoriale per ridurre il numero di accessi alle strutture ospedaliere, introducendo un sistema di incentivi collegati al raggiungimento di obiettivi strategici;
  • un monitoraggio sull’attuazione del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, laddove riconosce il ruolo e le funzioni della figura dell’infermiere di famiglia, adottando iniziative per prevedere un reclutamento nazionale adeguato, nell’ottica di rafforzare concretamente i servizi territoriali anche per i malati oncologici;
  • il rinnovamento e la modernizzazione della dotazione strumentale e tecnologica per gli screening diagnostici, per le attività chirurgiche e per la radioterapia;
  • istituzione di un tavolo tecnico inter-istituzionale per creare linee di indirizzo o linee guida per la telemedicina e per gli altri servizi della sanità digitale in generale e per il settore oncologico in particolare, in un’ottica di uniformare i programmi esistenti, predisponendo altresì adeguate forme di incentivazione;
  • il sostegno per il  funzionamento e lo sviluppo di centri multidisciplinari di alta specialità che presentino i necessari requisiti per l’accreditamento, per lo sviluppo e la diffusione di  terapie molecolari e terapie geniche, tra cui la terapia CAR-T;
  • di realizzare  quanto previsto dall’intesa Stato-Regioni 26 ottobre 2017 sul documento Piano per l’innovazione del sistema sanitario basata sulle scienze omiche nell’ottica di garantire il più ampio accesso alla medicina di precisione ed alla profilazione genica (anche mediante NGS, Next-Generation, Sequencing) , fondamentale per la personalizzazione della terapia in ambito oncologico, sollecitando le conclusioni del tavolo di coordinamento inter-istituzionale con il compito di realizzare  il piano, con particolare riferimento agli investimenti necessari per assicurare la multidisciplinarietà, strutture adeguate e personale altamente specializzato;
  • dare un nuovo impulso all’iter per l’istituzione della rete nazionale dei tumori rari e a garantire il pieno funzionamento degli European referecence networks, reti di riferimento per le malattie e i tumori rari a livello dell’Unione europea, anche attraverso specifici finanziamenti;
  • nuove strategie comunicative integrate  per garantire nei tempi e nei modi corretti accesso agli screening diagnostici, alle terapie di ultima generazione e alle varie forme di riabilitazione socio-sanitaria per consentire ai pazienti un re-inserimento tempestivo nella loro vita sociale e professionale;
  • una comunicazione multicanale: televisite, teleconsulti, videochiamate, chat con i familiari, video-meeting tra gli operatori, maggior uso dello smarthphone e dei tablet anche in ospedale o nei servizi territoriali;
  • la consegna di farmaci a domicilio.  L’accesso del farmacista a domicilio consente di controllare l’assunzione, fornire le informazioni necessarie a mantenere alta la compliance al farmaco e un maggior empowerment del paziente e del caregiver;
  • procedure velocissime di acquisizione di nuovi fondi per la Sanità, ingenti e immediatamente fruibili, per mettere il Paese in grado di affrontare l’emergenza in atto ed il nuovo sviluppo della Sanità Nazionale:;
  • la garanzia per  il sostegno psicologico, così come previsto dai LEA, anche ai malati oncologici;
  • l’istituzione del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione (art. 4 della Legge 29/2019);
  • reperimento  fondi dedicati alla ricerca oncologica di base e traslazionale, con particolare attenzione agli studi sui meccanismi genetici ed epigenetici che modificano il genoma umano, al fine di approfondire il binomio salute-ambiente, caratterizzare i meccanismi di interazione tra DNA e fattori ambientali ed identificare gli individui più a rischio di sviluppare patologie oncologiche all’interno della popolazione generale.

(aggiornamento 27 novembre 2020 ore 23.12)

Redazione Bioetica News Torino