1 aprile, Fermate la guerra, Azione di Pace. In Ucraina delegazione di duecento persone Marcia della Pace in Ucraina
30 Marzo 2022Sarà una data significativa, quella del primo aprile. Promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che già nei primi anni novanta con il suo fondatore, ora servo di Dio, don Oreste Benzi si era recata con un gruppo di obiettori in servizio civile nei Balcani a sostegno delle vittime del conflitto, e ha poi creato un corpo non violento di pace chiamato Operazione Colomba, una marcia della pace nel paese violato dalla guerra sarà guidata dalla stessa per rispondere concretamente ai bisogni della popolazione ucraina insieme ad una rappresentanza di 89 associazioni e organizzazioni della società civile e altre realtà impegnate nella costruzione di pace.
Tra gli aderenti Rete italiana Pace e disarmo, Pax Christi, Beati i Costruttori di Pace, Focsiv, Un Ponte Per, Libera contro le mafie, Nuovi Orizzonti, Leagambiente, Associazione sentieri di Pace, Consorzio Ong Piemontesi, Cooperativa sociali Terra dei Miti.
«Entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace e per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini, di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l’Italia»: ecco che cosa consiste questa Marcia della Pace in Ucraina organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e che ritroviamo nel manifesto bilingue italiano e inglese ad essa dedicato Stop the War ( per info: stopthewarnow.eu, info@stopothewarnow.eu).
La guerra nella sua espressione belligerante non fa che mietere vittime e dinanzi a scenari di crudeltà e di efferata violenza che si scagliano contro le persone, precludendo una prospettiva di vita futura ai bambini e una serenità a cui hanno diritto i corpi stanchi degli anziani, la nostra coscienza ci chiama ad agire, a fermare la guerra. In che modo? Se «non vogliamo restare spettatori sentiamo l’obbligo di esporci in prima persona», è il monito a cui richiama questo Manifesto.
Ecco che risuona il rintocco delle campane. «Non c’è più tempo! Da sempre siamo accanto agli ultimi, al fianco delle vittime con azioni umanitarie e iniziative di solidarietà internazionale. Vengono momenti in cui però “la pace attende i suoi artefici” e noi non possiamo disattenderla», prosegue il testo del Manifesto.
L’aiuto consisterà in beni di prima necessità che 50 veicoli provenienti da ogni parte di Italia, partiti nel fine settimana, trasporteranno a l’viv (Leopoli), città in cui è presente la Comunità. Monitoreranno nel frattempo la situazione per poter rispondere in modo adeguato. Da lì in Italia arriveranno carichi di persone con fragilità, che non hanno potuto lasciare la loro terra e dalla città di Leopoli, che ormai non è più sicura, soggetta ad attacchi russi.
Al Governo: revochi la decisione di dare armi in Ucraina
Un’iniziativa con la quale si vuole ripromuovere l’appello fatto il 4 marzo scorso «al Governo italiano di revocare la decisione di fornire armi all’Ucraina e di fare pressione in Europa perché nessuno Stato invii armi letali al PaeseLa guerra nella sua espressione belligerante non fa che mietere vittime e dinanzi a scenari di crudeltà e di efferata violenza che si scagliano contro le persone, precludendo una prospettiva di vita futura ai bambini e una serenità a cui hanno diritto i corpi stanchi degli anziani, la nostra coscienza ci chiama ad agire, a fermare la guerra. In che modo? Se «non vogliamo restare spettatori sentiamo l’obbligo di esporci in prima persona», è il monito a cui richiama questo Manifesto.
Ecco che risuona il rintocco delle campane. «Non c’è più tempo! Da sempre siamo accanto agli ultimi, al fianco delle vittime con azioni umanitarie e iniziative di solidarietà internazionale. Vengono momenti in cui però “la pace attende i suoi artefici” e noi non possiamo disattenderla», prosegue il testo del Manifesto.
L’aiuto consisterà in beni di prima necessità che 50 veicoli provenienti da ogni parte di Italia trasporteranno a l’viv, Leopoli, città in cui è presente la Comunità. Monitoreranno nel frattempo la situazione per poter rispondere in modo adeguato. Da lì in Italia arriveranno carichi di persone con fragilità, che non hanno potuto lasciare la loro terra e dalla città di Leopoli, che ormai non è più sicura, soggetta ad attacchi russi.
Il motivo? è semplice; ce lo spiega con chiarezza: «Come già successo in altri scenari internazionali, armare uno dei combattenti ha delle ripercussioni non prevedibili che portano ad escalation senza ritorno. Alla follia della guerra rispondiamo accogliendo i profughi dall’Ucraina nelle nostre case famiglia e famiglie accoglienti in Italia, nell’Europa dell’Est, nel nord Europa. Condividiamo la vita con gli afflitti della terra». Il timore è che alimentando la guerra si possa anche creare gruppi di milizie paramilitari e mercenarie fuori controllo che difficilmente sono poi smantellabili e che pongono le basi per le guerre dei prossimi decenni. Alla politica di un riarmo non consegue una politica di pace; piuttosto è preferibile la presenza delle Nazioni Unite con un corpo civile di pace non armato e non violento europeo disposto ad andare in Ucraina; è più saggio, per evitare il possibile uso di armi nucleari che distruggerebbero l’umanità, allearsi nell’Unione Europea per essere neutrali e propositori di pace, di sicurezza comune basata sulla demilitarizzazione; ed è auspicabile l’adesione dell’Italia al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari in vigore da gennaio 2021 per lavorare alle loro eliminazioni e istituire un Ministero della Pace.
Un appello che si estende anche all’Onu affinché possa realizzarsi il disarmo e la smilitarizzazione per garantire la pace.
I volontari della Operazione Colomba – Comunità Papa Giovanni XXIII in Ucraina
Dal 15 marzo una delegazione della Comunità formata da tre volontari, Alberto Capannini, Alessandro Ciquera e Corrado Borghi si è insediata nella città di Leopoli, e precisamente in un convento posto alle periferie. Fino ad allora la città, uno dei maggiori centri culturali dell’Ucraina, situata a 70 km dal confine con la Polonia, è stata risparmiata come nella seconda guerra mondiale, e lì sono giunti da ogni parte gli sfollati dalle città più colpite e la rete solidale degli ucraini. Poi Poi ha subito anch’essa i bombardamenti e come altre città è diventata, purtroppo, luogo da cui fuggire.
“La guerra, una crudeltà selvaggia” Papa Francesco
Amareggiato dagli esiti inconcludenti dei negoziati di pace tra l’Ucraina e la Russia, Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti dopo l’udienza di mercoledì 30 marzo in Aula Paolo VI parole dure sull’insensatezza della guerra, nel salutare i bambini ucraini, ospitati dalle realtà associative Aiutiamoli a vivere, Puer e dall’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede. Ha invitato a «pensare a questa mostruosità della guerra e rinnoviamo le preghiere perché si fermi questa crudeltà selvaggia che è la guerra».
“Crudele e insensata” l’aveva definita al termine dell’Angelus da Piazza San Pietro, domenica scorsa 27 marzo. Quella in Ucraina come ogni guerra perché è mortifera, «è luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono». C’è il pericolo di autodistruggerci.
Armi di morte sofisticate a portata di mano di ogni nazione non fa che portare distruzione di massa. Il Santo Padre ci richiama ancora una volta a comprendere che in questo delicato equilibrio di parti, «l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia». Senza Umanità non c’è futuro per nessuna nazione che pensa di essere più potente di un’altra. Il suo grido « basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace!», ricordando che nel giorno dell’Annunciazione l’umanità intera, in particolare la Russia e l’Ucraina, è stata consacrata, protetta attraverso l’intercessione del Cuore immacolato di Maria.
La condanna della Fiamc all’offensiva militare russa e il discorso ai soci
Il presidente della Federazione mondiale delle associazioni dei medici cattolici, Bernard Ars esprime il dissenso sull’offensiva militare russa e invita le federazioni regionali e locali delle associazioni dei medici cattolici ad escludere da ogni partecipazione ai congressi dei medici cattolici i rappresentanti dei due paesi, Russia e Ucraina, a meno che prendano pubblicamente la distanza da questi atti bellici.
Aumenterà del 2% del Pil la spesa agli armamenti in Italia
Sulla scia di quanto accordato con i paesi dell’Unione europea e dell’impegno con la Nato l’Italia investirà in spese militari entro il 2024 con un aumento del 2% del Pil. Ha espresso consenso sulla decisione del presidente del Consiglio Draghi anche il presidente della Repubblica Mattarella incontrato ieri sera. Tra i partiti vi sono divergenze di opinione. Draghi « si prepara a blindare con la fiducia al decreto legge sull’Ucraina nell’Aula del Senato», come riporta l’Ansa del 30 marzo. Nel frattempo c’è stato il colloquio telefonico tra Draghi e Putin.